La produttrice: calunnie perché siamo scomodi
La produttrice: calunnie perché siamo scomodi FANGO SUL CIAK La produttrice: calunnie perché siamo scomodi AROMA CCUSE Roberta Torre, la regista di «Tano da morire», il musical sulla mafia che ha fatto incetta di premi nella scorsa stagione, ne aveva ricevute tante. Che non era ancora arrivato il momento di ridere sulla mafia, visti i morti e i feriti tuttora per le strade. Che facendo ballare o cantare i padrini dei vicoli intc iio alla Vucciria si finiva col fare apologia di reato. Che la mafia, al cinema, si può denunciare ma non sfottere, perché è una cosa troppo seria. Ma l'accusa di aver pagato il pizzo per poter girare il suo film, questa, fino ad oggi, non gliel'aveva mai rivolta nessuno. Anzi, le pare tanto assurda da farla sorridere. «Ho girato tante volte a Palermo e ho sempre lavorato in tranquillità. Anzi, sa che credo?, penso proprio che sia stata questa mia autonomia ad infastidire qualcuno. Che si possa lavorare qua, in città, senza pagare tangenti, deve aver provocato una ribellione alla rovescia e qualcuno s'è messo a calunniarci. Ma io sono solo la regista del film: chi si occupa di pagamenti è la produzione: parlate con loro». La produzione di «Tano da morire», e adesso del nuovo film della Torre «Sud side story», con Little Tony e Mario Merola, sono due gentili signore: Donatella Palermo, una siciliana timida e minuta, e Loes Kaamsteeg, una nordica svettante e pratica. Risponde pei- tutte e due Donatella Palermo non foss'altro perché, tra le due, è quella italiana: «Ma vi pare che avrei pagato il pizzo per fare un film contro la mafia com'è "Tano"? E poi gli avrei dato 30 milioni: ma a chi? E altri 30 ne avrei già versati per questo nuovo film che non è ancora cominciato? Ma neanche 30 mila lire gli avrei dato a uno che mi avesse minacciato. Anzi. Sarei andata subito a denunciare l'estorsione». Soldi, però, ne avete distri¬ buiti a chi quei giorni stava al mercato della Vucciria? «Ho pagato l'uomo dei polipi, quelli che lanciano in aria le zucchine, il venditore di sigarette. Per forza, hanno lavorato nel film. E poi tante scene le abbiamo girate nel giorno di chiusura del mercato per non danneggiare i commercianti e risparmiare sui costi complessivi. Ma non è pizzo quello che abbiamo dato: è compenso per una prestazione». E questo «Manuzza» che avrebbe preso i soldi, se lo ricorda? «No, non l'ho mai visto. Gente che voleva essere presa per l'orza a fare il provino ce n'è stata tanta. C'erano due gemelli che a tutti costi volevano recitare con noi e per farli andai- via siamo stati costretti ad alzare la voce. Ma niente di più. La lavorazione è stata tranquilla. Roberta Torre è molto nota, tutti la stimano e le vogliono bene e poi, alla fine, chiunque nel quartiere aveva almeno una cugina, uno zio che lavorava per noi, quindi l'utile c'era per tutti». Allora come si spiega queste accuse? «Non lo so, non lo capisco proprio. Ma m'è venuto un sospetto. Non sarà che, siccome nel nuovo film, "Sud side story", trattiamo anche dello sfruttamento di donne nigeriane costrette a prostituirsi in Italia, qualcuno ha voluto colpirci nel timore che i suoi interessi potessero esser toccati? Con "Tano" in fondo, raccontavamo solo una vecchia storia e la mafia non ha tempo da perdere con le storie. Ma qui potremmo interferire su un giro grosso di denaro. Magari, per impedircelo, il racket s'è mosso prima». [si. ro.] «Temono "Sud side story" perché denunceremo lo sfruttamento delle nigeriane» Roberta Torre: «Che si possa lavorare qui tranquillamente ha provocato una vendetta» La regista Roberta Torre
Persone citate: Donatella Palermo, Little Tony, Mario Merola, Roberta Torre, Soldi
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