«Costretto a quell'appello» di R. V.

«Costretto a quell'appello» «Costretto a quell'appello» La moglie del presunto basista attacca: «Innocente, come me» OPPIDO MAMERTINA. E ora escono allo scoperto anche le donne dei sequestratori di Alessandra Sgarella. Il giorno dopo l'appello letto a Milano da Giuseppe Anghelone, ritenuto il basista e postino dell'organizzazione, parla Domenica Curro, moglie di uno dei presunti rapitori ed essa stessa agli arresti domiciliari. «Non so perché mio marito abbia detto quelle cose - ribadisce -. Forse l'hanno costretto, visto che non aveva alcun bisogno di fare quello che ha fatto. E' innocente come me, con il rapimento non c'entriamo assolutamente niente e riusciremo a provarlo senza ombra di dubbio». Secondo gli inquirenti, in passato Anghelone è risultato vicino alla «famiglia» Mamoliti. «Conosco i Mamoliti, per quanto mi risulta si tratta di gente perbene che non ha mai fatto male a nessuno. Ripeto, mio marito non ha nulla a che fare con la delinquenza, la polizia farebbe meglio a cercare altrove i colpevoli». La donna prosegue lanciando anche lei un appello ai rapitori di Alessandra Sgarella: «Spero che la liberino presto, lo dice una donna e una madre che non vuole il male di nessuno. Nel frattempo spero che i sequestratori la trattino bene e le diano regolarmente da mangiare». Sono messaggi anche le frasi pronunciate da Domenica Curro? Per gli stessi inquirenti è difficile rispondere a questa domanda. Non è semplice nemmeno interpretare le paro¬ le di Carmelina Pulimeni, moglie di un altro sequestratore arrestato, Domenico Russo, soprannominato «l'esaurito». «Mio marito è innocente come gli altri che hanno preso assieme a lui - dice -. Sono finiti in carcere per un gigantesco equivoco». Anche lei vuole lanciare un appello a chi tiene ancora in ostaggio Alessandra Sgarella: «Chiedo che rilascino quella povera donna. Parlo da moglie e madre che non può stare lontano dai figli. Con la liberazione di Alessandra Sgarella potrà anche essere chiarita la posizione di Domenico, che ha sempre lavorato e deve provvedere a tre bambini». La donna assume un tono di sfida quando parla di suo marito: «Si è sempre comportato nel migliore dei modi, è un cittadino onesto. Sono fiera di lui, e sono convinta che presto torneremo a camminare a testa alta». Con il trascorrere delle ore aumenta lo scetticismo degli inquirenti calabresi sulla rapida soluzione del sequestro Sgarella. L'appello per la liberazione dell'ostaggio non sembra sortire l'effetto desiderato. C'è chi fra gli investigatori trattiene a fatica il malumore per gli arresti decisi dalla procura milanese: «Probabilmente, se avessimo continuato a seguire le mosse dei Lumbaca, saremmo arrivati anche ai carcerieri di Alessandra Sgarella». Intanto proseguono le ricerche in Aspromonte della donna e dei suoi sequestratori, anche se non è escluso che l'ostaggio sia stato trasferito altrove, [r. v.]

Luoghi citati: Milano, Oppido Mamertina