Equo canone addio, cambiano gli affitti

Equo canone addio, cambiano gli affitti Primo sì dalla Camera alla riforma. Subito divisi sindacati, inquilini e proprietari Equo canone addio, cambiano gli affitti Verso un doppio canale per i contratti Sgravi fiscali peri redditi più bassi ROMA. «Un importante giro di boa», commenta il ministro dei Lavori pubblici Paolo Costa. «La migliore legge possibile in questo momento» per il presidente della Confedilizia Sforza Fogliani, mentre i sindacati e le associazioni degli inquilini si spaccano con giudizi contrastanti, alcuni persino entusiastici, altri furiosamente contrari. Suscita, così, reazioni molto variegate la riforma degli affitti approvata ieri dalla Camera dei deputati, dopo mesi di serrato dibattito, con 238 «sì» della maggioranza, 192 «no» del Polo e della Lega, 1 astenuto. Fino all'ultimo l'opposizione l'ha contestata duramente, ritenendola una «mezza legge», un provvedimento «tipico dell'era dell'Ulivo», un testo della serie «vorrei, ma non posso» e, per i più scatenati, addirittura «un passo indietro sia rispetto alla situazione attuale che rispetto all'equo canone». Ma, nessuna sorpresa per interpretazioni così diverse, nessuna drammatizzazione dello scontro. «E' naturale - spiega il relatore Alfredo Zagatti (Ds) che una legge di riforma innovativa susciti posizioni articolate. Credo però che siano state accolte parecchie richieste provenienti sia dai proprietari che dagli inquilini». Ed è significativo, a suo avviso, che la maggioranza si sia mossa in modo compatto, mentre «le opposizioni, pur votando contro la riforma, non hanno comunque manifestato atteggiamenti ostruzionistici». Ora, conclude, «auspichiamo che la logge possa essere approvata definitivamente dal Parlamento entro il 31 ottobre, cioè prima della scadenza della proro- ga degli sfratti». In realtà, le novità sono numerose e non trascurabili, come il doppio canale per i contratti di affitto, detrazioni fiscali per proprietari ed inquilini, esenzioni d'imposta a favore dei proprietari nel caso di inquilini morosi, nuove procedure di sfratto, aumento dell'Ici sulle case sfitte. Alla base, una forte spinta verso la liberalizzazione del mercato delle locazioni private, rimasto «ingessato per troppo tempo» (sottolinea il ministro Costa), pur tenendo presente la necessità di dare risposta adeguata alla fascia dei cittadini più deboli e bisognosi di tutela. In ogni caso, dopo 20 anni, va in pensione l'equo canone e, con esso, si avvia una fase di superamento anche dei tanti abusi che questo sistema ha permesso ad inquilini che avevano spesso condizioni economiche largamente superiori a quelle dei proprietari. Che cosa cambia? I contratti potranno essere definiti con un doppio canale: il primo consente a proprietario e inquilino di stipulare liberamente un contratto di affitto di durata di 4 anni, più 4 anni di rinnovo; il secondo prevede la formulazione di «contratti tipo» tra le associazioni di proprietari e inquilini con durata non inferiore a 3 anni, più 2 anni di rinnovo. In entrambi i casi, però, i proprietari che possiedano solo un'altra casa potranno non rinnovare il contratto alla scadenza, qualora decidano di vendere l'immobile (l'inquilino, comunque, avrà il diritto di prelazione per l'acquisto). 11 termine di preavviso per la disdetta è di sei mesi. Dal doppio canale sono esclusi gli alloggi di lusso, quelli vincolati, le case popolari e quelle turistiche. Un'altra novità è costituita dalla concessione di sgravi per inquilini: dal 2001 verrà costituito un fondo per consentire detrazioni fiscali agli inquilini che abbiano redditi di oltre 21 milioni annui, mentre per gli inquilini al di sotto dei 21 milioni di reddito sono previsti contributi integrativi attraverso un apposito fondo di sostegno che ha una dotazione di 1800 miliardi. Sgravi pure per i proprietari (360 miliardi) purché siano in regola con il fisco: quelli che, nei Comuni ad alta intensità abitativa, aderiranno ai contratti-tipo si vedranno aumentare del 30%, oltre al 15% già stabilito, la detrazione fiscale sui redditi da locazione. Con una clausola di salvaguardia parte un'offensiva contro le quote di affitto «in nero»: viene annullato ogni patto che preveda un canone superiore a quello del contratto registrato. Nuove norme e competenze regolano gli sfratti: in ogni caso, il pagamento dell'Ici da parte del proprietario è condizione essenziale per avviare la procedura esecutiva. La nuova disciplina incontra sostanzialmente il favore del sindacato inquilini Sunia, mentre altre due associazioni di categoria, Sicet. e Uniat, esprimono un secco «no» ed insieme a Cisl e Acli annunciano una raccolta di firme per una efficace politica abitativa. Decisamente negativo il giudizio di Adriano Musi, segretario confederale della U il : «La riforma aggrava ulteriormente le condizioni degli affittuari». Insoddisfatta anche l'Unione dei piccoli proprietari (Uppi): «E' un'ennesima batosta». Gian Carlo Fossi Uno sconto sulle tasse se l'affittuario è moroso Clausola di salvaguardia contro i canoni in nero LE modifiche uf2SSL il tetto ^^^^^g ^^^^^^^^^%CONTRATTI. Arriva il doppio canale. Il primo liberamente contrattato la cui durata è vincolata per 4 anni, rinnovabili di altri 4. il secondo chb si basa su «contratti tipo»stipulati in sede locale tra inquilini e proprietari, con durata minima di 3 anni, rinnovabile per altri 2 i cui canoni risulteranno più bassi. Sono esclusi gli alloggi di lusso, quelli vincolati è le case popolari! La disdetta dal contratto a caricò del proprietarioiper entrambi i canali è di sei mesi. ■CI. I Comuni potranno aumentare dell'uno per mille l'Idi sulle case sfitte se, contemporaneamente, decideranno di ridurre l'aliquota (anche sotto il 4 per mille) a quei proprietari1 che aderiranno ai «contratti tipo». ^^^^^^^^^^^^SèSm SGRAVI PER PROPRIETARI. Vi accederanno solo i proprietari che aderiranno ai contratti tipo se risiedono in Comuni ad alta intensità abitativa e saranno in regola con la registraziore del contratto e il pagamento delfici. La detrazione sarà pari al 30%, che assieme al già previsto 15% darà luogo ad uno sconto di;circa il 40%. I proprietari alle prese con inquilini morosi non pagheranno le tasse ma solo dal momento della convalida della sentenza di sfratto. CLAUSOLA SALVAGUARDIA. Nel caso in cui il proprietario abbia usato lo sfratto per motivi diversi da quello per cui è stato ottenuto, l'inquilino potrà richiedere il ripristino del contratto o un risarcimento «danni». SGRAVI PER INQUILINI. A partire dal 2001: sarà concessa agli inquilini una detrazione sull'imposta sul reddito alimentata da un fondo ad hoc là cui entità sarà stabilita dalla legge finanziaria 2000-2002. Da stabilire anche l'entità dello «sconto» e le fasce di reddito beneficiarie che però non sarà cumulabile con l'apporto finanziario del fondo nazionale previsto per le fasce deboli. FASCE DEBOLI. Gli inquilini meno abbienti saranno «sostenuti» nel pogamento dell'affitto da un apposito fondo nazionale lo cui dotazione ammonta nel triennio a 1800 miliardi. I requisiti minimi necessari per beneficiare del contributo saranno definiti dai ministro dei lavori pubblici che valuterà il reddito familiare e il «peso» del canone. w. SFRATTI. Cambiano le procedure. La competenza sugli sfratti passa ora dalle commissioni prefettizie ai pretori, l'esecuzione dei rilasci sarà differita di 18 mesi in caso di inquilini ultrasessanfacinquenni, portatori di handicap o malati terminali. Tra i motivi per cui si può procedere alla richiesta di sfratto anche la vendita dell'alloggio ma a condizione che il proprietario possegga solo quella casa in affitto e che all'inquilino sia concesso il diritto di prelazione. Il ministro Paolo Costa

Persone citate: Adriano Musi, Alfredo Zagatti, Gian Carlo Fossi, Paolo Costa, Sforza Fogliani

Luoghi citati: Roma