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Ruini: il Papa non appoggia partiti Editoriale del presidente della Cei sull'Avvenire: abbiamo solo finalità morali Ruini: il Papa non appoggia partiti «Ma la Chiesa deve difendere la famiglia» CITTA' DEL VATICANO. Infine parlò il card. Camillo Ruini, presidente della Conferenza episcopale italiana. Anzi scrisse: un editoriale per «Avvenire», il giornale dei vescovi. Sono rare le apparizioni verbali del poqDOrato, - in genere si limita a parlare al Consiglio permanente e all'Assemblea della Cei - e la memoria di mia sua intervista si ò persa nel tempo. Tanto più prezioso quindi l'editoriale di Avvenire, che si può considerare corno una «summa» del dibattito aperto dalla polemica intervista del segretario del Ppi Marini (attaccava L'Osservatore Romano e Avvenire, accusandoli di parteggiare per il Polo) e culminato nella battaglia di questi giorni sulla famiglia. La Chiesa - è la tosi-guida del cardinale - non può restare muta o assente quando si parla di famiglia, o di bioetica. Esprime posizioni che devono essere comprose «nella loro vera finalità che: è morale e non certo politico-partitica, sebbene esse offrano delle precise indicazioni anche a chi fa politica». Il cardinale Ruini ha lanciato già da tempo una sua ipotosi per il futuro, che si chiama «progotto culturale orientato in senso cristiano», dai contorni non sempre evidentissimi, che «vuole rappresentare uno spazio comune di incontro e dialogo in cui al di là delle differenze di scelte partitiche possano elaborarsi idee e proposte» di matrice cristiana. Un possibile sviluppo, già accennato e abbozzato, potrebbe consistere in momenti di incontro fra politici cattolici delle diverse frazioni ex De. Ma «sarebbe errato e fuorviante scrive Ruini - interpretare il progetto culturale o peggio le prese di posizione della Gerarchia come funzionali a schieramenti o a ipotesi politiche». Non pochi commentatori hanno avanzato l'ipotesi che i vertici vaticani e della Conferenza episcopale vedano di buon occhio le iniziative di Cossiga per un grande centro. L'e¬ ditoriale di Ruini nega questa lettura, chiedendo di «non confondere le prese di posizione etiche con le simpatie partitiche». Ma chiede ai cattolici in politica di «essere saldamente ancorati all'insegnamento della Chiesa, non soltanto in linea di principio ma anche in rapporto alle situazioni storiche concrete». In questo modo potranno essere «creativi e innovativi», senza perdere la propria fisionomia; il dialogo con gli altri «solo su queste basi può essere condotto proficuamente». «Condividiamo la necessità di non confondere, e quindi di non strumentalizzare, le prese di posizione etiche con le simpatie partitiche» ha commentato Gianfranco Fini, presidente di An, aggiungendo che «la fedeltà a determinati valori non può essere tuttavia uno slogan, ma deve coincidere con l'impegno di tradurre in leggi dello Stato prosegue Fini - la difesa della vita fin dal concepimento, la tutela dell'integrità della famiglia, il divieto di manipolazioni genetiche». Secondo il presidente di An ha ragione Marini e le prossime scadenze parlamentari sui temi richiamati dal Papa dovranno essere quindi affrontate senza «alcun vincolo di maggioranza». Soddisfatti anche i popolari: Dario Franceschini, vicesegretario del Ppi, esprime «apprezzamento» per l'editoriale, che «fa giustizia di tutti i ripetuti tentativi fatti nei giorni scorsi da esponenti del Polo per evidenziare una presunta insostenibilità della presenza di un partito di ispirazione cristiana nel centrosinistra. Abbiamo sempre detto che la nostra presenza nell'Ulivo è motivata proprio dall'esigenza di dare voce ai valori a cui facciamo riferimento». E La Loggia ipotizza uno scenario inedito: «Finita l'unità politica dei cattolici, può iniziare l'unità dei cattolici in politica». Marco Tosatti Il presidente della Cei, Camillo Ruini, interviene con un fondo su «Avvenire» mentre è in corso la polemica sul ruolo dei cattolici nel governo e sui rilievi del Papa in materia di politiche per la famiglia