parliamone
parliamone parliamone conessanraomazz LA televisione al tempo dei Mondiali. Statica, inutile, un contenitore per ficcarci le partite. Mentre gli altri sport non vengono trattati cosi bene dalla televisione di Stato. Il signor Gianni Allocco, a esempio, sottolinea il suo «disgusto per l'atteggiamento che la Rai tiene nei confronti degli appassionati di tennis. Quest'anno la Rai ha acquistato (con i nostri soldi) i diritti per trasmettere il Roland Garros, uno dei più importanti tornei del mondo, per poi mandare in onda brevissime sintesi nel cuore della notte. Come utente e finanziatore della tv pubblica a pagamento mi sento defraudato. Inoltre, perché non si concede più spazio agli eventi musicali? Visto che è stato possibile per il concerto di Baglioni, perché non trasmettere qualche frammento di Umbria jazz o Pistoia blues?». Perché chi fa i palinsesti è convinto che si tratti di musica per pochi, ed applica nei confronti di queste manifestazioni lo stesso concetto del tennis rapportato al calcio: il concetto della quantità. La nostra è una televisione che n<m tutela le minoranze, e infatti si stanno diffondendo le reti tematiche dove almeno uno trova quello che vuole. Ma anche in questo campo ci sono avvenimenti beffardi: i torinesi ricorderanno i disagi subiti per via della cablatura, tutti quei cavi blu posti sotto terra, che dovevano rivoluzionare le comunicazioni. Niente, tutto bloccato, avevano scherzato. E noi siamo rimasti lì con disagi e i soldi spesi. I lettori possono scrivermi a «La Stampa - In tivù», via Marenco 32, 10126, Torino; oppure al numero di fax 011/6568131; oppure alla casella di posta elettronica acpmazzi@tin.it.
Persone citate: Baglioni, Gianni Allocco
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