INATTESA DI UN BRIVIDO di Nicola Campogrande

INATTESA DI UN BRIVIDO PROSEGUE IL DIBATTITO INATTESA DI UN BRIVIDO CARO ToiinoSette, è singolare (e molto triste) che quando noi scriviamo «cultura contemporanea» a molti lettori suonino nella testa soltanto alcuni famigerati esempi di musica nuova che hanno dovuto trangugiare qui e là nella loro carriera di ascoltatori. E' singolare e triste perché il contemporaneo, noi, vorremmo averlo a disposizione sempre. Magari sbagliamo, ma non ci sembrerebbe così illogico viverne circondati, soprattutto quando ci avviciniamo ai capolavori del passato. E allora, per esempio, ci piacerebbe vedere al Regio il Don Giovanni di Mozart diretto da Abbado e con la regia di Peter Brook che nei prossimo giorni andrà in scena ad Aixen-Provence: lì, almeno sulla carta, noi vediamo coniugarsi la tradizione con i tempo che ci appartiene. Non perché ci aspettiamo che Donna Anna abbia i capelli viola (e se poi li ha viola, comunque, fa lo stesso) ma perché crediamo cha Abbado, Brook e i giovani cantanti con i quali lavorano ci possano dare il brivido che un allestimento di routine non ci sa dare. Quando scriviamo che ci piacerebbe che il Regio ospitasse lavori di autori contemporanei che hanno dimostrato di saper intrattenere un rapporto vivo con il pubblico non pensiamo, tanto per esser chiari, a Stockhausen o a Sciarrino: pensiamo a The cave, la video-opera di Steve Reich che qualche anno fa Settembre Musica ci ha permesso di scoprire e che è stata un'esperienza comunemente definita straordinaria. Pensiamo a compositori come Goebbels o Bryars, ai quali i teatri di tutto il mondo fanno il filo perché, quando si apre il sipario, loro ti fanno godere, ti danno il brivido del presente, ti fanno capire che andare lì, quella sera, ha un suo senso. E tutto senza i tranelli dell'avanguardia e della mistificazione: semplicemente perché ti fanno ascoltare una musica che non ha niente di ostile, è fatta per le tue orecchie e puoi pensare di portartela a casa per tenerla vicino a Nessun dorma. E quando scriviamo che ci piacerebbe che altri teatri si occupassero della conservazione museale delle opere pensiamo che possano continuare a coesistere ogni anno in Italia diversi allestimenti dello stesso titolo. A noi però piacerebbe che una Tosca montata dal Regio avesse addosso il piacere della modernità e sapesse continuare a stupirci. Perché, comunque, se qualcuno preferisce le scene e i costumi e le regie e le interpretazioni della tradizione sarà certo di poterli ritrovare altrove. Nicola Campogrande

Persone citate: Abbado, Donna Anna, Giovanni Di Mozart, Goebbels, Peter Brook, Sciarrino, Steve Reich, Stockhausen

Luoghi citati: Italia