Anche Internet avrà un Codice?

Anche Internet avrà un Codice? NE DISCUTE L'UNIONE EUROPEA Anche Internet avrà un Codice? Dovrebbe dare certezza agli usi commerciali LUNEDI' prossimo la Commissione europea chiama a Bruxelles i responsabili delle industrie interessate all'elettronica e alla società dell'informazione per una giornata di dibattito in vista della stesura di una Carta di Internet. Se vedrà la luce, la Carta conterrà principi e codici di comportamento per favorire un armonico sviluppo del commercio elettronico, rispondendo alle incertezze e alle attese degli utilizzatori di Internet sul piano dei principi e del diritto. Ma cosa mai c'è di nuovo in Internet che non si possa gestire con una semplice estensione delle regole già in vigore per gli altri mezzi di comunicazione? In effetti se l'apparizione della tv già ha cambiato le nostre abitudini, le comunicazioni Internet promettono molto di più: televisione, radio e stampa trasmettono messaggi indifferenziati verso un uditorio senza capacità di interazione, sempre più distratto e disaffezionato; Internet invece ha una capacità di comunicazione bidirezionale e il suo uditorio è essenzialmente l'individuo, ora alla ricerca di una specifica informazione ora di un collegamento con altri individui con i quali condivide un interesse, pronto ad acquistare nuovi servizi con la stessa ingordigia con cui si è recentemente dotato di telefono portatile. Mentre i mezzi di diffusione tradizionali sono di solito strettamente regolati, su Internet chiunque può diventare editore e dialogare con i propri associati. Internet cambia il modo in cui distribuiamo informazione in due aspetti essenziali: ogni messaggio può divenire altamente partecipativo mentre i costi di distribuzione scendono i quasi a zero su base mondiale; non ci sono punti di passaggio o di controllo centrali, il costo di accesso è relativamente basso e non si richiedono particolari licenze per entrare a far parte del mondo Internet. Internet è nella sua infanzia: l'infrastruttura portante è ancora in larga misura una rete analogica di capacità limitata; se dati e immagini corrono già bene sulla rete, le sequenze di immagini - cinema e televisione - richiedono autostrade più ampie e nuove tecnologie di compressione dell'informazione digitale che stanno ancora maturando. Ma le statistiche dimostrano che la partecipazione a Internet cresce in modo esponenziale; se qualche anno fa si prevedevano per il 1998 tre milioni di utilizzatori in Europa, oggi sappiamo che ce ne sono già 18 milioni. L'evoluzione di Internet ha un'importanza strategica perché propone nuovi modelli di organizzazione e di impresa che anticipano i caratteri dell'economia del futuro: scompaiono le gerarchie (il controllo centralizzato di beni e processi fisici tipici della società industriale), emerge una nuova società capa- ce di adattarsi facilmente alla dimensione mondiale e basata sui beni della conoscenza. Si può avanzare l'ipotesi che organizzazioni estremamente complesse come la società dell'informazione non debbano essere controllate dal centro ma dalla periferia, come nel mondo biologico, un ambiente che nella sua complessità si autogoverna con leggi semplici, senza che ci sia un unico punto di gestione centrale; l'ordine si realizza at- traverso l'interazione di un numero grandissimo di entità individuali, legate tra loro da ima fitta rete di collegamenti e di retroazioni. Il fuoco alle polveri sul tema delle regole del commercio elettronico è stato dato negli Stati Uniti: il 1° luglio 1997 Clinton annuncia una iniziativa nel campo del commercio elettronico suggerendo una collaborazione tra l'industria e il governo, per promuovere su scala mon diale un ambiente legale solido e uniforme per il commercio elettronico. L'autore della proposta - il consigliere del presidente Ira Magaziner - suggerisce che il governo non dovrà svolgere compiti di polizia sulla rete ma incoraggiare il settore privato ad autoregolamentarsi. L'iniziativa delinea l'obiettivo di un mercato di libero scambio su Internet, indipendente dalla giurisdizione in cui ogni particolare venditore o acquirente risieda. L'industria americana accoglie con favore l'orientamento liberista della proposta: troppe tasse o censure potrebbero soffocare la formidabile impresa di Internet prima che possa veramente fiorire. In Europa invece si teme che una politica assolutamente liberista su Internet favorisca il sistema economico più forte e preparato, e quindi l'industria americana. Ma alla conferenza di Bonn del 6-8 luglio '97 si confermano anche da parte europea alcuni dei principi ispiratori della proposta Clinton: liberalizzazione dei servizi di telecomunicazione, tutela della privacy e della sicurezza delle transazioni elettroniche, protezione della pro¬ prietà intellettuale, nessuna discriminazione fiscale prò o contro il commercio elettronico. Il Commissario europeo Martin Bangemann lancia l'idea di una Carta internazionale di Internet. In realtà Bangemann sta già pensando, dopo il lavoro per liberalizzare il mercato delle telecomunicazioni, a una iniziativa di rivisitazione di tutta la legislazione in questo settore per tener conto delle «invasioni di campo» rese possibili dalle nuove tecnologie della voce e dell'immagine digitali e dalla globalizzazione dei servizi via satellite. Bangemann - esponente del pensiero liberale europeo pensa a una legislazione leggera ed evolutiva, «per principi» - più che «per norme e proibizioni» come si addice a una società sempre più complessa che vuole proteggere e affermare i suoi valori ma che accetta la presunzione di onestà e correttezza deontologica come funzionale alla sostenibilità stessa dei processi dell'economia. Su queste basi sembra possibile stabilire un dialogo con l'industria e raggiungere un accordo con gli Stati Uniti per arrivare a un documento politico comune su un metodo di coordinamento internazionale, a base multilaterale, che riconosca le competenze delle organizzazioni internazionali nelle singole materie e che promuova la partecipazione del settore privato e delle associazioni di categoria alla definizione delle nuove regole. La scommessa politica della Commissione è di poter formulare e approvare la Carta entro il 1999, prima della fine della legislatura. Franco Malerba Astronauta e relatore al Parlamento europeo sulla Carta di Internet Lunedì prossimo a Bruxelles incontro consultivo Si sta pensando non tanto a norme quanto a «principi»

Persone citate: Bangemann, Clinton, Franco Malerba, Martin Bangemann

Luoghi citati: Bonn, Bruxelles, Europa, Stati Uniti