In viaggio verso altre stelle

In viaggio verso altre stelle ASTRONAUTICA DEL LONTANO FUTURO In viaggio verso altre stelle Ardite ipotesi per uscire dal Sistema solare LA fantascienza ci ha abituati all'idea dei viaggi interstellari. Ma sono pure fantasie o in un futuro più o meno lontano l'uomo potrà davvero uscire d$ì Sistèma solare? Gli ostacolicene si Frappongono alla realizzazione di questo sogno sono molti, ma due sono particolarmente ardui: uno, di carattere teorico, è costituito da quel limite di velocità cosmico che è la velocità della luce; l'altro, eminentemente pratico, dall'enorme quantità di energia necessaria per ottenere le velocità necessarie per raggiungere le stelle più vicine in tempi che non siano di millenni. Le distanze che separano le stelle sono enormi: la stella più vicina a noi è la stella tripla Alfa Centauri, che dista da noi 4,3 anni luce, circa 41.000 miliardi di chilometri. Rappresentando il Sole con una pallina dal diametro di 1 centimetro al centro di un campo di calcio, la Terra sarebbe una punta di spillo di 0,1 millimetri di diametro a un metro di distanza. L'orbita di Plutone starebbe quasi esattamente tra le due porte e Alfa Centauri si troverebbe a 292 chilometri di distanza. La sonda Voyager 1, che ha lasciato il Sistema solare alla velocità di 3,5 km/s, raggiungerà una distanza di 4,4 anni luce tra 273.Q00 anni. Dato che la teoria della relatività ci assicura non solo che nessun oggetto materiale può superare la velocità della luce, ma che tale limite vale anche per qualsiasi mezzo di trasmissione dell'informazione, il tempo minimo di volo teoricamente possibile verso una qualsiasi destinazione espresso in anni è quindi pari alla distanza in anni luce. Ma questo non è tutto. Anche se la velocità della luce sembra tutto sommato insufficiente per un viaggio così lungo, essa è spaventosamente elevata, e per accelerare qualsiasi oggetto a velocità anche molto minori occorrono quantità enormi di energia. Per lanciare una sonda di soli 100 chilogrammi verso Alfa Centauri a una velocità pari a un terzo della velocità della luce occorrerebbe una quantità di energia molto superiore a quella consumata in un anno da un Paese industrializzato come l'Italia. E la durata della missione sarebbe di circa 13 anni, ai quali vanno aggiunti altri 4,4 anni per permettere ai segnali radio della sonda di raggiungere il Sistema solare. Questi dati hanno portato molti a esprimere dubbi sulla possibilità che l'uomo possa mai varcare le grandi distanze interstellari, di persona o con i suoi robot. Ma la storia della tecnologia ci mostra che la disponibilità di energia è cresciuta in maniera tale che la maggior parte delle nostre attuali tecnologie sarebbero sembrate impossibili nel passato per lo stesso motivo: ad esempio la potenza meccanica installata in Inghilterra al tempo di Guglielmo il Conquistatore può essere valutata in circa 17 MW, poco più di un decimo della potenza di un Boeing 747. '*fc>t^^i^r«•***W^*'■*•JiWW«'•v.i•y»,"--'■ ' "jpC ll',i'W.*lT'".' '. . . , . , Già oggi si studiano- sistemi di, propulsione che permettano di1 avvicinarsi quanto più possibile alla velocità della luce e, anche se non è possibile prevedere la loro realizzazione a breve termine, gli studi teorici sono ben avviati. Per lo stesso limite di velocità costituito dalla velocità della luce esistono idee scientificamente ben fondate su come forse si potrebbe aggirarlo. L'uomo quindi potrà uscire dal Sistema solare, ma si tratta solamente di una prospettiva per un lontano futuro? Certamente sì, se con ciò si intende inviare sonde verso altre stelle, e per un futuro ancora più lontano (ammesso_ chesia^.mai possibile) se si pènsa™aT'vìàggiàre verso lontanissime destinazioni come nella fantascienza. Ma esistono molte mete ai confini del Sistema solare o nelle parti più vicine dello spazio interstellare che si può pensare di raggiungere in un futuro più vicino, a cominciare dal pianeta Plutone, verso il quale la Nasa sta preparando una missione automatica. Altri obiettivi importanti sono la Fascia di Kuiper, una zona oltre l'orbita di Nettuno in cui esistono molti grandi asteroidi, l'eliopausa, zona di confine tra la rarefattissima materia interstellare e il Sistema solare, e la linea focale della lente gravitazionale del Sole, cioè quella zona in cui il Sole fa convergere i raggi luminosi e le radioonde a causa della sua massa, come fanno le lenti nell'ottica/ classica. E più lontano ancora vi è la nube di Oort, la zona dove si formerebbero, in base a teorie generalmente accettate, le comete. L'Accademia Internazionale di Astronautica ha istituito da una ventina di anni un comitato per l'esplorazione dello spazio interstellare (Isec), con lo scopo di approfondire le tematiche relative all'esplorazione ai limiti del Sistema solare e oltre. Dal 1996 l'Isec tiene un convegno biennale, organizzato dall'Accademia dì Astronautica e dal Politecnico di Torino. Dal 29 giugno al 1° luglio una cinquantina di studiosi appartenenti a centri di ricerca, Università e aziende si ritroveranno alla Biblioteca Regionale di Aosta per discutere i vari aspetti di queste esplorazioni ai limiti delle possibilità umane e per proporre missioni che possano aprire all'uomo più lontane frontiere. Giancarlo Gerita Politecnico di Torino Con il «pioniere» Drake si parlerà di missioni estreme e di eventuali segnali intelligenti captati dallo spazio ,p qadatte ad avere pianeti. Dalla prima, silenzio. Dalla seconda, un segnale nitido e forte. No, non era ET: Drake aveva captato la radio di un aereo spia U2 in volo nella stratosfera... Da allora vari altri programmi di radioascolto cosmico si sono susseguiti, tutti senza esito, tranne qualche falso pun problema-estremo, un problema-limite, meglio di altri si presta a stimolare il «pensiero laterale», cioè il pensiero più creativo. Questo effetto stimolante, a prescindere da ogni altro esito, già di per sé sarebbe un risultato apprezzabile. Piero Bianucci spaziale,, rinvio a novembre primi lanci ma l'Italia è puntuale HHhBHBHBSCH In alto, una rappresentazione artistica della discesa della sonda «Huygens» su Titano nel 2004: sul satellite di Saturno potrebbe scoprire processi pre-biologici. Qui accanto, la Stazione Spaziale Internazionale (ISS) come si presenterà quando sarà finita, verso il 2003. I primi lanci, previsti per questo mese e per luglio, sono stati rinviati a fine anno

Persone citate: Giancarlo Gerita Politecnico, Huygens, Kuiper, Oort, Piero Bianucci

Luoghi citati: Aosta, Inghilterra, Italia, Torino