GHEDDAFI, L'ECOLOGO di Claudio Gorlier

GHEDDAFI, L'ECOLOGO GHEDDAFI, L'ECOLOGO In una raccolta saggi e apologhi profetico-sapienziali rodio del rais per le degenerazioni della tecnologia FUGA . \ DALL'INFERNO Muammar Gheddafi Edito in Francia : in Canada La ricerca critica dì Del Boca: demolila ogni memoria coloniale N astronauta reduce da tutta una serie di viaggi nello spazio vorrebbe trovare, sulla Terra, una nuova identità e un lavoro che lo radicasse, saturo ormai delle sue esplorazioni cosmiche. Ma non vi riesce, poiché ha perduto ogni capacità, ogni riadattamento. Si uccide per l'angoscia di «non trovare sulla Terra un lavoro per vivere». Chi è l'autore di questo racconto analogo, di rara, inquietante intensità? D colonnello Gheddafi, cui si deve un volume di brevi testi narrativi e di saggi tra il politico e il filosofico, scritto in arabo, dal titolo, Fuga all'inferno. Ne apparve nel '96 una traduzione francese pubblicata dall'editore svizzero Favre; ne esce ora una inglese presentata dall'editore canadese Alain Stanké, con prefazione di Pierre Salinger. Si intitolano, rispettivamente, Escapade en enfer et autres nouvelles, e Escape to Hell and Other Stories, quest'ultima ampiamente recensita dal New York Times Magatine. In attesa che esca anche da noi, il lettore italiano può farsi un'idea sintetica ma assai precisa grazie al libro di Angelo Del Boca, Gheddafi, una sfida dal deserto (recensito qui sotto da Igor Man). Lo studio di Del Boca, che attinge non solo a una ricchissima bibliografia (nella quale ha parte non indifferente questo giornale), a testimonianze dirette tra cui una davvero preziosa di Giovanni Agnelli, si avvale di tutta una serie di colloqui con lo stesso Gheddafi. Non lo esalta né lo demonizza, e nella sua approfondita indagine lumeggia le indubbie realizzazioni della Libia di Gheddafi ma espone anche nelle sue pieghe il capitolo sconvolgente del Gheddafi ingegnere del terrorismo. D'altronde, proprio La Stampa ri¬ portava già nel '92 la sorprendente affermazione di monsignor Edmond Ferhat, nunzio apostolico in Algeria: «Noi cattolici non possiamo che parlare bene di Gheddafi». Ma riprendiamo in considerazione il Gheddafi scrittore, per alcune riflessioni, non per una scoperta, se solo rammentiamo, tra l'altro, che in data 19 novembre '96 Enrico Benedetto gli dedicò un ampio servizio sulla Stampa, giustamente sottolineando «le cadenze profetiche e sapienzali» che caratterizzano il libro, un vero e proprio best-seller nel mondo arabo. Che Gheddafi si ispiri alla tra¬ dizione narrativa coranica appare fuori dubbio, persino con allusive parafrasi o citazioni, ma ciò è peculiare di molta letteratura araba contemporanea. Un simile aspetto, si noti bene, possiede caratteri per così dire interni) dal momento che Gheddafi si colloca in una posizione assai critica, o addirittura di rifiuto, nei confronti del fondamentalismo islamico. Parlavamo prima di apologo e difatti Gheddafi, al di là di una esplicita propaganda, specie nei confronti degli Stati Uniti, che percorre alcuni testi e costituisce la parte grigia della sua narrativa e della sua saggistica, lavora su un nocciolo duro che investe una condanna delle degenerazioni della tecnologia, di una scienza svincolata dai principi etici, tale da collocarlo assai vicino alle posizioni degli ecologisti e dei conservazionisti. Così, la tragica sorte dell'astronauta denuncia il paradosso di elli misura l'universo, il cosmo, ma abbandona il significato profondo della Terra. Si incontra un singolare tratto occidentale, oltre che arabo, nella denuncia della città come incubo, sin dai tempi più remoti. Ci troviamo qui in piena utopia, e vale la pena di osservare che curiosamente, Gheddafi si avvicina a un filone «agrario» jeffersoniano, vigoroso nel tardo Settecento specie americano e ripreso in tempi recenti sia da una sociologia conservatrice sia da correnti misticheggianti. L'inferno del titolo, la «gehenna» cui Gheddafi si riferisce, si identifica con il deserto, nel quale conviene di tanto in tanto fuggire per rigenerarsi, il villaggio contro la città, il luogo della meditazione sulla vita e sulla morte, e non, dunque, un luogo di dannazione, ma di fiammeggiante purificazione. Il Gheddafi oracolare e coranico si contrappone allora, esplicitamente, all'oracolo biblico, a Giacobbe che «complottò contro Giuseppe e lo lasciò in ostaggio in Egitto», stando all'interpretazione coranica. E sia invece benedetta la carovana, simbolo del rapporto tra terra, uomini e divinità, nel suo perenne movimento, del riscatto del nostro stesso pianeta che stiamo distruggendo. Insomma sembra davvero che Gheddafi possa diventare, pensate, un idolo della NewAge. Claudio Gorlier

Luoghi citati: Algeria, Canada, Egitto, Francia, Libia, Stati Uniti