L'EPOPEA DELL'AMERICA TRA SOGNO E MIRAGGIO
L'EPOPEA DELL'AMERICA TRA SOGNO E MIRAGGIO I accade purtroppo sempre più raramente di consigliare ai miei studenti la lettura di opere contemporanee. La narrativa angloamericana d'oggi è una sorta di monotona boscaglia dove crescono sempre le medesime piante: droga, sesso, alcool, violenza e rock, con l'inevitabile corollario di sogni frustrati e ambizioni deluse e, soprattutto, di arroganti revanchismi giovanilistici, nei quali si propone come scontro generazionale una fin troppo prevedibile vocazione al fallimento. Bad Land: una favola americana di Jonathan Raban ha dunque ai miei occhi tutti i caratteri di un'inattesa e imprevista anomalia. L'autore, nato a Norfolk nel 1942 ma residente a Seattle nello Stato di Washington, terra grunge per definizione, ha già pubblicato numerosi libri di viaggi ed è stato giustamente paragonato a Chatwin. Come lui, infatti, oscilla tra documentario e narrativa, tra ricostruzione storica ed esperienza personale. Fotografo, storico, letterato, antropologo culturale, Raban, dotato di una conoscenza del passato e dei miti d'Oltreoceano da far invidia a un americanista, ripercorre con toni diaristici ma sempre puntuali il percorso di un'epopea parzialmente inventata dai media sulla falsariga dell'American Dream e destinata a tradursi in un grandioso fallimento. Il campione preso in esame è il Montana: uno Stato associato dalla pubblicità nostrana alla carne in scatola, stretto tra il Washington e il North Dakota sui lati, dalla cintura canadese e a Nord e a Sud, dall'Oregon, l'Idaho e il Wyoming. Uno Stato che comincia a vivere di vita propria negli ultimi decenni dell'Ottocen¬ to; che nel primo Novecento sembra incarnare a vario titolo gli ultimi miraggi del Sogno Americano, del West e della Frontiera e che, ancor prima della Grande Depressione, comincia a respingere, come in certe pagine delle Cronache Marziane di Ray Bradbury, le locuste più o meno inargentate dei pionieri e dei coloni, persuase da una propaganda (che vanta illustri precedenti) della possibilità di trasformare le «terre cattive», il «Grande Deserto Americano», in un territorio di sogni realizzati. Un'utopia bruciata in pochi decenni, di cui Raban ripercorre la storia come inquieto io narrante e che finisce per proporsi come epitome di un Nuovo Mondo esaltato da tutta la letteratura in una chiave ambigua tra il messianismo e la pubblicità (dai primi saggisti puritani agli luministi alla Franklin, dal francoamericano De Crevecoeur allo stesso Herman Melville) e oggi rivisitato senza fronzoli, nei residui di nobiltà ma anche nelle scorie di miseria. Qui sta appunto il carattere straordinario di Bad Land: un testo leggibile a piacimento in chiave metaforica o in chiave realistica, un volume ove si mostra la nascita (in parte programmata e addirittura artificiale) di un sogno; ma anche la sua difficoltà a svanire di fronte a fatti dolorosi e tragici che lo smentiscono o comunque lo ridimensionano. Nel romanzo/saggio/cronaca di Raban rivive l'intera storia del Nuovo Continente, sebbene all'apparenza tutto o quasi si svolga nel Novecento. C'è l'analisi della stupenda intuizione melvilliana dell'analogia tra la prateria e l'oceano; la storia delle grandi invenzioni, dal parafmmine di Franklin al telefono di Bell, dai Franklin Delano Roosevelt trattori ai grammofoni, dalle trebbiatrici agli aeroplani; la politica agraria di Jefferson e il New Deal di Roosevelt; la fotografia, la letteratura colta e popolare, la paleontologia, la meteorologia, la zootecnica, la scienza agraria e la manipolazione dell'informazione. Sul piano della scrittura, il fatto sorprendente è che il tutto non è narrato in sequenza cronologica, in ossequio ai canoni classici dell'epopea; ma rivissuto a brandelli per frammenti generazionali, storia orale, ricostruzioni della memoria, analisi d'archivio e di biblioteca, riesame di ruderi e di tracce. Ne deriva, insieme, LETTERE Al ROMANI Piero Ferrerò Garzanti pp. 127 L. 22.000 L'EPOPEA DELL'AMERICA TRA SOGNO E MIRAGGIO Dalla conquista della terra a quella delle anime LE «Ili BAD LAND: UNA FAVOLA AMERICANA Jonathan Raban traduzione: Igor Legati Einaudi pp. 317 L. 32.000
Luoghi citati: Bad Land, Idaho, Montana, North Dakota, Oregon, Seattle, Washington, Wyoming
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