La valigia delle vacanze

La valigia delle vacanze La valigia delle vacanze Primi consigli per le letture estive: un commissario e un inquisitore; Costantinopoli e l ultimo Mussolini; tre romanzi e molte assassùi UNO dei famosi racconti dello scrittore inglese William Somerset Maugham (1874-1965) s'intitola The Book Bug, la sacca dei libri. Negli anni fra le due guerre Maugham viaggiava molto in Estremo Oriente e gli era capitato di trovarsi in qualche remoto scalo giavanese o su un ansimante traghetto cinese senza aver niente da leggere, precipitando in quella crisi di astinenza che tutti i lettori detti «forti» ben conoscono. Si era perciò procurato una sacca da marinaio che prima di partire per le sue esotiche spedizioni riempiva fino all'orlo di libri per ogni prevedibile umore, poesia, narrativa, classici, saggi, e con quelli salpava tranquillo. I tempi sono molto cambiati, i benedetti tascabili sono reperibili più o meno ovunque ma terrorizzanti circostanze possono tuttavia anche oggi far sì che uno sia costretto a mendicare dal portiere d'albergo l'elenco telefonico tanto per avere qualcosa da sfogliare prima di addormentarsi. Meglio allora la vecchia sacca di Maugham, anche se non avremo un coolie per portarla e il viaggio non sarà di mesi ma di qualche settimana. Vediamo di riempirla oculatamente. Si presenta subito una graziosa coincidenza, Camilleri e Cammilleri. Il primo (Andrea) offre Un mese con Montalbano, edito da Mondadori, che raccoglie 30 indagini condotte dal fulmineamente celebre commissario siciliano. la misura è breve, l'aneddoto invoglia a passare al successivo, non ci sono orrori e terrori, squartatori e cannibali, la lingua è un italiano gustosamente venato di dialetto, l'eroe è simpatico, buona forchetta, carnalmente e umanamente saggio. Ottimo aperitivo mentre i bambini fanno l'ultima doccia strillando come gabbiani. Il Cammilleri con due «m» si chiama Rino e non è un romanziere ma uno storico/giornalista di vivace scrittura. Pubblica da Piemme II manuale dell'Inquisizione del 1376 di Fra Nicolau Eymerich, con le chiose e gli aggiornamenti, due secoli dopo, di Francisco Pena, altro eminente canonista anch'egli aragonese. Sembra tutto parecchio lontano e astruso ma l'introduzione è quantomai invitante e il corredo di note, raccordi e precisazioni ad opera dello stesso Cammilleri promette una lettura interessantissima e quasi nostalgica, ora che, caduto il comunismo, di eretici in giro non ce ne sono più, almeno nel mondo occidentale. Un libro ideale per chi la sera non se la sente di sedersi nella saletta della pensione a rivedere per la nona volta il pur amabile film «Sissi, giovane imperatrice». Nella Storia si resta con Costantinopoli di Philip Mansel (Mondadori) che un amico ci raccomanda calorosamente. Poco a nostra vergogna ricordiamo delle vicende dell'Impero Ottomano, che durò cinque secoli e per poco non si estese fino a Torino, o diciamo Moncalieri (ma per fortuna il principe Eugenio...). I pomeriggi estivi, specie in campagna, sono perfetti per trottare attraverso questi grandi affreschi invece che per colline esageratamente assolate. Metteremo nella sacca anche l'ultimo libro di De Felice Mussolini l'alleato, la guerra civile 1943-1945 (Einaudi). De Felice è scrittore ponderoso e ripetitivo, va avanti a incisi e parentesi magari per un'intera pagina, ma i suoi «punti» li fa senza soggezioni e la sua documentazione è sempre impressionante, le sue note e appendici regalano ghiottissime perle. Una ne abbiamo pescata a caso in questo volume: la cosiddetta Carta di Verona, del 1943, che rappresenta in pratica la Carta Costi¬ tuzionale di Salò, ha all'incirca lo stesso incipit della nostra attuale costituzione: l'Italia è una repubblica fondata sul lavoro. Una vera chicca, su cui varrà la pena di meditare con gli amici seduti in gelateria. Altrettanto sanguinaria della guerra civile ma di taglio meno impegnativo è la raccolta Assassine di Cinzia Tani (Mondadori) che il ministero per le Pari Opportunità dovrebbe caldeggiare. Una trentma di casi celebri e meno celebri ben raccontati da una puntuale giornalista, dove le donne mostrano di non essere per nulla inferiori agli uomini in fatto di ferocia, spietatezza, astuzia omicida. Non che uno non lo intuisse, ma la panoramica fa un certo effetto e indurrà in blanda tentazione non poche mogli, amanti e fidanzate abbandonate sulla noiosa spiaggia mentre lui è laggiù a fare il gradasso con la sua vela. Romanzi? Beh, ci sono Le braci (Adelphi) e Follia (Adelphi) di cui gente fidata ci dice meraviglie. E c'è La memoria della foresta di Charles T. Powers (Feltrinelli), un poliziesco ambientato in un villaggio della Polonia postcomunista. Abbiamo letto solo Ù primo capitolo, scritto benissimo, genere cupo ma di notevole suggestione. Varrà la pena di andare avanti. Chiudiamo qui il sacco e partiamo, senza escludere incontri fortunati dal tabaccaio-libraio, presso amici, o in un supermercato. L'occhio del lettore onnivoro è sempre vigile, il suo naso è addestrato a trovare la «dose» nei posti più impensati. Carlo Frutterò Franco Lucentini Frutterò e Lucentini mettono nella loro sacca delle vacanze i romanzi di Màrai («Le braci»), McGrath («Follia») e Powers («La memoria della foresta») Primi consigli per le letture estive: un commissario e un inquisitore; Costantinopoli e l ultimo Mussolini; tre romanzi e molte assassùi n-tsLa valigia delle vacanze