Via libera ai saldi (anche sottocosto) di Daniela Daniele

Via libera ai saldi (anche sottocosto) Confcommercio e Confesercenti protestano, l'Aduc applaude. Bersani: «Non sono Iva Zanicchi» Via libera ai saldi (anche sottocosto) Sul commercio la «bomba» dell'Antitrust ROMA. Arriva a inizio estate dall'Antitrust la «segnalazione» della discordia che mette in primo piano i diritti del consumatore: le vendite sottocosto, e quindi le promozioni, gli sconti e i saldi, non costituiscono una minaccia per la concorrenza. Nella riforma Bersani, così come licenziata dal Parlamento, si rinvia la disciplina sulle vendite sottocosto a interventi successivi di natura normativa o di autoregolamentazione. L'Antitrust ritiene utile, invece, che non vengano promossi codici di autoregolamentazione e che non vadano nemmeno introdotti obblighi di «informativa» sulle condizioni di acquisto delle merci da parte del distributore, cioè del negoziante. Queste norme potrebbero, infatti, favorire comportamenti «collusivi» dei fornitori e pregiudicare la stessa concorrenza dei distributori in quanto l'obbligo dissuaderebbe i più dall'effettuare vendite promozionali. Secondo l'Antitrust, inoltre, se si stabilissero codici di autoregolamentazione, si introdurrebbe un principio di «arbitrarietà» con il quale, accertando una vendita sottocosto, si darebbe origine a «incertezze applicative», destinate a tradursi in maggiori oneri per il settore distributivo e, di conseguenza, in svantaggi per il consumatore. Secondo la filosofia del provvedimento, quindi, non è neppure necessaria «alcuna normativa speciale che vieti le vendite a prezzi inferiori ai costi indipendentemente dagli intenti predatori dei distributori». Eventuali sconti o contribuzioni non riferiti al singolo prodotto, ma all'intero assortimento acquistato da un'impresa distributiva presso un certo fornitore, devono infatti J^ter óssSre trasferiti ai consumatóri sótto fÒTmà'dTprezzliii véndita più bassi. E ciò - conclude l'Antitrust - non minaccia la concorrenza del settore. Una decisione che costringerà il governo - lo ha detto ieri il ministro dell'Industria, Pierluigi Bersani - a rivedere le sue posizioni. «Si tratta - ha spiegato Bersani - di trovare il modo per contrastare iniziative che l'Antitrust definisce predatorie e che effettivamente possono introdurre elementi di distorsione del mercato. Rifletteremo: c'è tempo fino a ottobre». Il pronunciamento non manca di suscitare un serrato dibattito che vede divisi commercianti e consumatori. Con questa posizione, sottolinea la Confcommercio in una nota polemica, «viene ad essere negata l'importante funzione di regolatore del mercato assegnata all'Antitrust a garanzia della trasparenza e della concorrenza nell'interesse di tutte le componenti economiche e sociali». Secondo l'organizzazio- ne, inoltre, «non è accettabile che, in nome della libertà di mercato, si giunga a difendere politiche di prezzo che garantiscano e rafforzino posizioni dominanti, con effetti distorsivi sul mercato e sui consumi». La Confcommercio ritiene che a pagare un alto prezzo sarebbero le piccole e medie aziende e gli stessi consumatori, indotti a scelte economicamente non corrette. Confcommercio auspica, senza mezzi termini, che «governo e Parlamento rispediscano al mittente una così immotivata tesi». Sullo stesso piano la protesta del segretario generale della Confesercenti, Marco Venturi, secondo il quale la normativa prevista dalla riforma è pensata «a tutela del consumatore contro i prodotti civetta, che spariscono dopo due ore». Di ben diverso parere l'Aduc, associazione che difende i diritti degli utenti e dei consumatori. Quella dell'Antitrust, secondo l'Aduc, è infatti «una sentenza positiva». L'organizzazione sottolinea: «Speriamo che questo sia il primo passo verso una completa deregolamentazione del settore, che non può non essere che a vantaggio dei consumatori». Il settore del mercato al dettaglio, osserva l'Aduc, è una giungla in mano a piccoli e grandi potentati che sfruttano posizioni dominanti di rendita, «per imporre prezzi che spesso non corrispondono a leggi di mercato, ma solo a quelle di profitti esosi e truffaldini». Daniela Daniele Il presidente della Confcommercio Sergio Bilie

Persone citate: Bersani, Iva Zanicchi, Marco Venturi, Pierluigi Bersani

Luoghi citati: Roma