La marcia orangista nuova miccia in Ulster di Fabio Galvano
La marcia orangista nuova miccia in Ulster Londra costretta a inviare mille para La marcia orangista nuova miccia in Ulster Invitati a non sfilare nei quartieri repubblicani, i lealisti: disobbediremo LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Sancita dal mondo politico, la pace deve ancora permeare gli strati più profondi della società irlandese. Riesplode infatti la guerra, fra cattolici e protestanti, per i futili motivi di sempre: in questo caso per l'annuale marcia che l'Ordine d'Orange in memoria della battaglia del Boyne, con cui Guglielmo III sconfìsse nel 1690 il cattolico Giacomo II - ha in programma domenica a Drumcree, ma per la quale il «Comitato per le Parate» ha prescritto ieri un cambiamento di percorso che implicitamente riconosce le proteste cattoliche. Gli Orangemen sono furenti e minacciano prima un ricorso legale, poi la disobbedienza. «Se ci proveranno - replicano i cattolici - dovranno vedersela con noi». Per precauzione, proprio nei giorni in cui si parla di pace e di disarmo nella tormentata provincia, il governo britannico si è visto costretto a mandare in Ulster altri mille soldati. La marcia di domenica - una settimana prima di quelle che fioriranno il 12 luglio in ogni altra città del Nordirlrida - provocò gravi scontri nel 1996 e l'anno scorso. Drumcree è alla periferia di Portadown, una delle roccaforti del lealismo protestante. E la marcia, puntuale ogni anno dal lontano 1807, celebra con anacronistica messinscena - uomini in grigio, con ombrello e bombetta, gonfaloni arancioni - il trionfo sul nemico cattolico. Il guaio è che gli Orangemen di Portadown non si limitano a raggiungere la chiesa di Drumcree dove rendono grazie per quella vittoriosa battaglia: sulla via del ritorno percorrono la Garvaghy Road, roccaforte dei cattolici, avamposto imbandierato con tt tricolore nazionalista in territorio nemico. Un'inaccettabile provocazione, dicono i cattolici. In anni passati la polizia ha reagito «imbottigliando» i cattolici nelle loro vie con le Land Rover blindate. Ma non è bastato. Sassi, molotov, anche qualche sparo. Ieri il «Comitato per le Parate», organismo governativo indipendente, ha deciso che la marcia deve evitare la Garvaghy Road. «Qui non ci sono né vincitori né vinti, la verità è che siamo tutti sconfitti», ha detto il presidente del comitato, Alistair Graham: «In assenza di qualsiasi accomodamento non vedo come la parata possa percorrere la Garvaghy Road senza avere un grave impatto sulle relazioni fra le due comunità, in ambito locale ma anche nell'intero Ulster». Ecco allora i nulle soldati. «E' inutile negare - ha detto ieri un portavoce di Tony Blair - che ci sono problemi di sicurezza suscitati da quella decisione e che dobbiamo affrontarli come sempre». I soldati dovranno difendere quella che il leader unionista David Trimble - moderato e sostenitore del sì al referendum del mese scorso, ma sempre legato alla realtà protestante - ha definito «una sciocca decisione». I leader del Sinn Féin, egli ha aggiunto, dovrebbero intervenire: «Il movimento repubblicano ha aggiunto - non sta lavorando per la pace che volevamo». Dal confronto di Drumcree dipende anche quello della Ormeau Road di Belfast, tradizionale scena di una marcia che sovente finisce a bottiglie molotov. La polveriera è rimasta, per ora, quella che era; e la conferma viene da un'altra località dell'Ulster, Lurgan, dove domenica sera la polizia ha trovato un piccolo deposito di munizioni e di semtex in un quartiere nazionalista, ed è stata costretta a uno scontro aperto dopo essere stata bersagliata con sei molotov. A Belfast, su questo deludente sfondo, si è dimesso da capo dell'Alliance Party, che raccoglie cattolici e protestanti, una delle voci più pacate dèi Nordirlanda: Lord Alderdice. Il suo partito è uscito male dalle elezioni: perché la moderazione non sempre è vincente, neppure nella corsa verso la pace impossibile. Fabio Galvano
Persone citate: Alistair Graham, Boyne, David Trimble, Guglielmo Iii, Lord Alderdice, Tony Blair
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