Israele, catturato un commendo di Hamas di Aldo Baquis
Israele, catturato un commendo di Hamas Preparava una nuova strage in Galilea Israele, catturato un commendo di Hamas IlMossad: minacce di un attentato a Netanyahu da parte delVultra-destra TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO Mentre il premier Benyamin Netanyahu cerca nuove formule per rilanciare i negoziati con i palestinesi (come ad esempio una riedizione della Conferenza di pace di Madrid, subito respinta da Yasser Arafat), torna minacciosa l'ombra del terrorismo. In Cisgiordania l'intelligence israeliano ha neutralizzato una cellula di Hamas che progettava una strage in Israele. Anche gli zeloti ebrei alzano la testa e lo stesso Netanyahu potrebbe entrare nel loro mirino se cedesse ad Arafat il 13 per cento della Cisgiordania, così come chiedono da mesi i mediatori statunitensi. La cellula di Hamas - sei palestinesi fra i 19 e i 21 anni del villaggio di Marka (Samaria) - erano alle prime armi, ma nutrivano progetti ambiziosi. Si erano messi in luce con la loro organizzazione deponendo due ordigni fra Nablus e Jenin e sparando contro automobili di coloni di passaggio. Per il prossimo futuro progettavano di fare esplodere un potente ordigno di fronte a un commissariato di polizia nella città israeliana di Afula (Bassa Galilea), rinnovando così la strategia del terrore teorizzata ancora nei giorni scorsi dallo sceicco Ahmed Yassin. «Abbiamo avuto fortuna a prenderli in tempo» ha convenuto ieri una fonte militare israeliana. Più preoccupante ancora per i servizi segreti israeliani l'acquiescenza mostrata a loro parere dai colleghi dell'intelligence palestinese. Ancora tre settimane fa il governo israeliano ha pubblicato un documento in cui accusava di collusione con Hamas il capo dell'intelligence palestinese, colonnello Jibril Rajub, e il segretario generale dell'Autorità palestinese Tayeb Abdel Rahim. Il documento citava dichiarazioni di Rajub alla rivista al Jazira secondo cui l'Anp considera prioritaria la lotta all'occupazione israeliana in Cisgiordania e secondaria la lotta a Hamas. Ieri dunque Netanyahu è tornato ad accusare Arafat di bloccare di fatto i negoziati con Israele poiché si è finora astenuto dal confiscare le armi degli integralisti islamici e dall'arrestare i comandanti del «braccio armato». Intanto lo Shin Bet (il servizio di sicurezza interno israeliano) è allarmato dai toni sempre più militanti espressi dai coloni e dai rabbini nazionalisti (come Avraham Shapira e Mordechai Eliahu) che non esitano a minacciare Netanyahu che abbatteranno senz'altro il governo se il premier «avrà l'ardire di consegnare al nemico lembi della terra d'Israele». Sono toni che ricordano l'enfasi con cui si esprimevano gli stessi rabbini alla vigilia dell'assassinio di Yitzhak Rabin, nel novembre 1995. La vita del premier - ritiene adesso lo Shin Bet - potrebbe essere in pericolo se firmasse un accordo con Arafat. «Sono assolutamente insensibile alle minacce» ha assicurato ieri Netanyahu. «Non altererò in alcun modo la mia routine, né la mia politica». La crescente esasperazione dei coloni e dei loro sostenitori è testimoniata da episodi allarmanti. Due settimane fa due studenti di un collegio dell'insediamento di Beit Haggay (Hebron) hanno ucciso «per scherzo» con un colpo di bastone alla testa- un contadino palestinese. Da giorni decine di coloni si sono accampati attorno all'ufficio del primo ministro a Gerusalemme per indurlo a non firmare un accordo con Arafat e per costringerlo a dichiarare legittima la loro radio-pirata, «Canale 7». E nell'Università Bar Ilan quella dove studiava giurisprudenza l'assassino di Rabin, Igal Amir - le elezioni studentesche sono state vinte dal colono nazionalista Meir Lapid che vanta fra le amicizie di famiglia quella di Baruch Goldstein, il colono che nel 1994 massacrò 29 palestinesi a Hebron. Aldo Baquis
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