Aborto, alle urne l'assenteismo di Gian Antonio Orighi

Aborto, alle urne l'assenteismo Vince di un soffio il no, ma manca il quorum del cinquanta per cento Aborto, alle urne l'assenteismo Nel referendum in Portogallo astensione al 79% MADRID NOSTRO SERVIZIO Nel polemicissimo referendum sull'aborto libero nelle primp dieci settimane di gravidanza reamosi ieri in Portogallo, il primo dai ritomo alla democrazia dopo la «Rivoluzione dei Garofani» del '74, ha vinto per un soffio il no: 50,9 per cento, contro il 49,1 dei sì. Ma l'imprevista astensione di massa, superiore al 70 per cento, non rende vincolante il risultato, che lo sarebbe stato solo se la partecipazione fosse stata almeno del 50 per cento più uno. Questi i risultati del «referendo», cui avevano diritto al voto 8.488.457 votanti, secondo i dati ufficiali forniti quando mancavano 20 circoscrizioni su 4000 dal «Segretariado tecnico dos assuntos para o Processo Eleitoral». La gigantesca astensione, che supera persino quella delle europee del '94 (che fu del 64 per cento) ributta in alto mare la legge più polemica mai approvata dalla unicamerale «Assemblea de la Repùblica». Anche perché i due maggiori partiti, i socialisti del psp ed i socialdemo- oratici del psd, avevano lasciato libertà di voto. E perché il premier socialista Antonio Guterres, cattolico, ha fatto campagna a favore del no. In Portogallo, dall'84, è in vigore la depenalizzazione dell'aborto in tre casi: malformazione del feto, fino alle prime 16 settimane di gravidanza, stupro e grave pericolo per la salute psicofisica della madre nei primi tre mesi. Ma è il medico che decide se ricorrono i tre casi. E nel cattolicissimo Portogal¬ lo la maggioranza dei medici si dichiara obiettore di coscienza. «L'attuale legislazione costringe almeno ventimila donne all'aborto clandestino (punito con tre anni di galera, ndr) rischiando la vita o ad andare ad abortire in Spagna», denunciavano durante la campagna elettorale le femministe a favore del sì «Movimento Democratico das Mulherres». Nel '97, i comunisti di Carlos Carvalhas e la fortissima Gioventù Socialista del partito di Guterres (al governo dal 95 con 112 deputati sui 230 della «Assemblea»), a seguito di un intervento pubblico a favore della vita fatto dal premier, avevano perso per un solo voto, pur godendo sulla carta di una comoda maggioranza di 127 voti, una proposta di aborto libero nelle prime dieci settimane. Ma la Gioventù Socialista non si era data per vinta ed ha riproposto la liberalizzazione. Lo scorso 4 febbraio, 1'«Assemblea» approva la liberalizzazione. 117 sì, 107 no, 6 astenuti. Ma l'I 1 febbraio, a sorpresa, il portavoce socialista Francisco Assis annuncia che appoggia la convocazione di un referendum promosso dal spd di Rebelo de Sousa, dai movimenti prò vita e dal leader dei popolari Paulo Portas (destra antieuropeista). Comunisti, Gioventà Socialista e femministe gridano allo scandalo. Guterres, 49 anni, militante della Gioventù Universitaria Catòlica fino alla «Rivoluzione dei Garofa¬ ni», e segretario generale del ps, aveva ribadito la sua posizione favorevole alla vita. Il suo apporto al fronte del no è stato così palese che il movimento «Insieme per la vita» aveva diffuso lo slogan: «Vota no con Guterres, de Sousa e Portas». La Conferenza Episcopale lusitana, curiosamente, non ha partecipato alla campagna elettorale, pur ribadendo la sua posizione a favore della vita. Ma non tutti hanno accettato questa posizione. Antonio José Rafael, vescovo di Braganza, ha dichiarato: «Se vince il sì i portoghesi dovranno vergognarsi. La legge sull'aborto è peggiore dell'Olocausto». I socialdemocratici e i popolari, subito dopo i risultati hanno sostenuto che la legge approvata dalla «Assemblea» è ormai morta. Comunisti e socialisti, invece, hanno sottolineato che la legge deve essere approvata definitivamente in quanto il risultato del referendum non è vincolante. Si apre quindi un grosso problema costituzionale: deve valere la democrazia rappresentativa o la democrazia diretta? Gian Antonio Orighi Il presidente portoghese Jorge Sampaio Quello di ieri era il primo referendum dopo il ritorno alla democrazia

Persone citate: Antonio Guterres, Antonio José Rafael, Carlos Carvalhas, Francisco Assis, Guterres, Jorge Sampaio, Paulo Portas, Portas

Luoghi citati: Madrid, Portogallo, Spagna