Una predica di Clinton a Pechino

Una predica di Clinton a Pechino «Cinesi e americani sono fratelli in quanto figli di Dio. Plaudo all'aumento dei fedeli» Una predica di Clinton a Pechino A messa per esaltare il rispetto della libertà religiosa PECHINO DAL NOSTRO INVIATO «Cinesi e americani sono fratelli e sorelle in quanto figli di Dio. Ed è in questo spirito che vengo qui oggi, grato della vostra accoglienza». E' domenica mattina e il presidente Clinton, recandosi a messa nella bollente e gremitissima chiesa protestante di Chongwenmen, solleva a modo S' la questione della libertà religi' oa in Cina - forse l'aspetto più spinoso dei complesso rapporto tra questo Paese e gli Stati Uniti. Non c'è alcun accenno polemico nelle parole che Clinton pronuncia nel suo saluto alla congregazione. Ma poco lontano, nella chiesa di Gangwashi, il segretario di Stato Madeleine Albright, parla in maniera più incisiva e «politica»: «Chi prega Dio non è mai solo», dice ai fedeli. E loda «le comunità religiose che crescono e i milioni di cinesi che si raccolgono in preghiera nelle chiese, nei templi, nelle moschee, nei monasteri e nelle case». «La gente che va a messa in Cina è in costante aumento», conferma Padre Shi, l'anziano pastore della chiesa di Chongwenmen. «I protestanti sono almeno dieci milioni». I cattolici sono anch'essi più o meno dieci milioni (ma le stime ufficiali parlano di soli quattro milioni). E la scena di ieri mattina alla Chongwenmen, una semplica chiesa metodista-episcopale costruita nel 1870, è stata una palese dimostrazione del forte richiamo della religione: centinaia di fedeli, stipati e sudati, pregavano e cantavano assieme al Presidente e la sua famiglia. La folla non era lì per Clinton: lo stesso succede ogni domenica. La chiesa di padre Shi ha posto per sole tre-quattrocento persone. Ma una serie di televisioni a circuito chiuso sistemate nel seminterrato, nei corridoi esterni e nel cortile fanno sì che la domenica vengono a messa fino a 2500 fedeli. Le autorità cinesi faticano a contenere la rapida espansione della fede, del bisogno di pregare. Ma continuano ad arrestare, ad incarcerare o isolare preti e vescovi. La legge cinese prevede la libertà di culto - le autorità cinesi non smettono di ripeterlo - ma limita a tal punto l'autonomia delle varie chiese che i leader religiosi si trovano spesso «in violazione della legge». Questa repressione indiretta della religione rimane - forse più ancora della violazione dei diritti umani - l'arma principale Hi coloro che osteggiano l'apertura alla Cina di Clinton, a cominciare dalla destra del partito repubblicano. Non a caso il Presidente si è fatto precedere qui in Cina da una delegazione di tre personalità religiose americane per esaminare con la leadership cinese i modi migliori per facilitare la libertà di culto. La giornata di Clinton dedicata alla religione ha ricevuto dai media chiesi una copertura molto stringata. Niente di paragonabile ai giorni scorsi. Jiang Zemin si è tenuto ovviamente lontano dalle varie messe di ieri. Il Presidente cinese aveva ricordato a tutti durante la conferenza stampa dell'altro ieri di essere un comunista convinto e dunque di non avere la fede. «Sono ateo», aveva detto, cercando di spiegare la difficoltà che prova nel capire la fede altrui. Dopo la messa Clinton si è dedicato al turismo, con una visita alla Città proibita e un'altra alla Gran- de muraglia. Ma prima di lasciare la chiesa di Chongwenmen il Presidente è stato al centro di un episodio curioso. Chen Anbi, una piccola signora di fede protestante èva. elica, è corsa verso Clinton, che pregava in prima fila, arrivando a n.cno di due metri dal Presidente. Voleva parlargli, ringraziarlo di essere venuto. Alcuni nella congregazione erano dell'avviso che non fosse del tutto equilibrata. Comunque, è stata allontanata dal servizio di sicurezza cinese. A quel punto sono intervenuti gli uomini della Casa Bianca. E una volta accertato che la donna non avesse intenzioni ostili, hanno organizzato un breve incontro tra lei e il Presidente per cercare di smussare la situazione, evitare un incidente. Con l'aiuto di un interprete, la donna ha ringraziato Clinton di essere venuto in Cma e ha auspicato «che i capi della Cina diventino più cristiani». I cinesi hanno lasciato fare, ma appena finito il colloquio, la signora Chen Anbi è stata di nuovo maltrattata e allontanata. E a quel punto il portavoce della Casa Bianca Mike McCurry ha chiesto ai giornalisti di non agitarsi. «Manteniamo un po' di prospettiva. Se una persona non del tutto normale fosse corsa dal Presidente nella chiesa metodista di Washington sarebbe successa una scena molto simile». Andrea di Robilant Una anziana donna di fede protestante è riuscita a parlare al Presidente, poi è stata malmenata dai poliziotti Agli arresti domiciliari si batte per la revisione storica e politica dei fatti dell'89 Bill Clinton con Hillary in chiesa a Pechino e con la figlia Chelsea sulla Grande Muraglia Nella foto piccola Zhao Ziyang wmmmm

Luoghi citati: Cina, Pechino, Stati Uniti, Washington