Romiti-Ciampi, duello sull'occupazione di R. I.

Romiti-Ciampi, duello sull'occupazione Il presidente Rcs: l'arretratezza del Mezzogiorno fa male a tutti, cittadini e casse pubbliche Romiti-Ciampi, duello sull'occupazione «Il governofa poco». «No, creeremo 600 mila nuovi posti» ROMA. Una «Maastricht per il lavoro» come suggerisce Carlo Azeglio Ciampi? Lodevole prospettiva, ma non dimentichiamo che, per ora, in questo campo l'Italia sembra più vicina a Caporetto: Cesare Romiti guarda al dramma sociale ed economico della disoccupazione che al Sud, in particolare, tocca punte del 25% e considera velleitario certo ottimismo del governo. «Negli ultimi tre anni non è cambiato nulla», sbotta intervenendo, a Palermo, al seminario sulla Questione Meridionale promosso dalla Fondazione «Giovanni e Francesca Falcone». La valutazione, dritta come una stoccata, raggiunge il superministro dell'economia che in una recente intervista ha raccomandato di leggere i dati sull'andamento dell'occupazione «senza indulgere al disfattismo». L'affondo di Romiti prosegue: è vero che lo Stato ha perseguito lodevolmente il nostro ingresso in Europa, «ma, di fatto, ha sottovalutato il problema della disoccupazione». In altre parole: Maastricht non basta. E' stata una ricetta carente: «Bisognava, ahneno, gettare i semi di provvedimenti che, al momento opportuno, facessero crescere in modo più robusto la pianta dell'economia». Il neo presidente della Rcs apre un'analisi a tutto campo partendo proprio da quel Mezzogiorno «la cui arretratezza fa male a tutti»: sia a chi vede frustrate le proprie legittime aspirazioni, sia alle casse pubbliche perché se lo sviluppo del Sud seguisse il ritmo di altre regioni potremmo controllare il deficit e rientrare dei debiti. Proprio come i no- slri partners ci chiedono. Romiti-Ciampi, il duello è anche sulle percentuali. 0, meglio, sulla loro interpretazione. L'ex presidente della Fiat ammette che anche le regioni del Sud risentono della modesta ripresa dell'economia: riflessi deboli, però. «Ci vuol altro per dare slancio» a zone nelle quali la disoccupazione è ai livelli dell'aprile '97 e, in particolare, a regioni come Campania, Calabria e Sicilia dove una persona su quattro è senza lavoro. E' vero, si stanno realizzando i contratti d'area, ma tutto ciò è solo una «boccata d'ossigeno». Evangeli¬ co, Romiti, ma non indulgente: a sostegno delle critiche cita la parabola del buon seminatore, per sottolineare implicitamente che, nel nostro Paese, i seminatori non sono, poi, così capaci: «Parte dei semi è caduta sulla strada, altra parte dove non c'è molta terra e, quindi, 0 germoglio è subito avvizzito, altra parte ancora tra i rovi ed è stata soffocata: per fare un buon raccolto bisogna seminare bene e su un terreno fertile». E come può un'economia essere fertile? Intanto se non è appesantita da un eccessivo prelievo fiscale, quindi, «se può contare su condizioni di flessibilità strutturale». Due condizioni non certo presenti, secondo il presidente della Rcs, in un'Italia che subisce la pressione fiscale più forte d'Europa dopo la Francia e in cui, negli Anni Novanta, gli investimenti pubblici sono calati di due punti percentuali rispetto al Pil: «Il che equivale a 140 mila miliardi di mancati investimenti». Come replica 0 Seminatore sotto accusa? Anche Carlo Azeglio Ciampi rinuncia a diplomatici giri di parole. Freddo: «Non condivido le affermazioni di Romiti. Non è vero che questo governo non abbia fatto nulla. Il risanamento dell'economia e del bilancio dello Stato sono una realtà di questi tre anni». Poi espone la sua verità. Un reiterato annuncio: «Sul versante occupazione nel '97 ci sono state 115 mila unità inserite nel mercato del lavoro». Una rinnovata promessa: «Nei prossimi 4 anni saranno creati 600 mila nuovi posti». Prende fiato e va all'attacco: una risposta ai problemi endemici del Mezzogiorno viene dalla creazione di infrastrutture anche grazie ai fondi europei. Ma non è stato, forse, questo governo ad aver fatto crescere tale utilizzo «dall'8% del '96 al 55% previsto per la fine dell'anno, sino a raggiungere il 100% nel 1999»? E, poi, nessuno tocchi Maastricht ed il suo taumaturgico effetto grazie al quale «il Paese ha riacquistato fiducia in se stesso e credibilità». Quanto al Sud, «il problema del Mezzogiorno e dell'occupazione sono tutt'uno con l'Europa. La Sicilia è al centro dell'Europa perché è al centro del Mediterraneo, area cruciale per l'economia nei prossimi anni». E la credibilità dell'Italia? Davvero fragile come sembra lamentare Romiti? «Speravamo che la Bicamerale portasse un consolida- mento di quella tendenza di stabilità dei governi richiesta soprattutto all'estero. Ma anche senza la Commissione certi temi restano nella nostra agenda». Ritiene che la nascita di un'Agenzia per il Mezzogiorno potrebbe fungere da volano per l'occupazione? «Sì, se servirà a coordinare il lavoro di agenzie che già operano come la Ig, destinata all'imprenditoria giovanile, e l'ex Gepi. Sono contrario se, invece, si tratta di creare un organismo che dia uno stipendio a 100 mila disoccupati. Non possiamo permettercelo» [r. i.]

Persone citate: Carlo Azeglio Ciampi, Cesare Romiti, Ciampi, Francesca Falcone, Romiti