Un covo caldo sull' Aspromonte Forse era la cella eli Alessandra

Un covo caldo sull' Aspromonte Forse era la cella eli Alessandra Sequestro Sgarella, si attenua l'ottimismo per una liberazione-lampo Un covo caldo sull' Aspromonte Forse era la cella eli Alessandra PALMI. Un covo «caldo», una specie di capanna, coperta con teloni in plastica e frasche, a ridosso di un costone roccioso, tra radici e felci: potrebbe essere uno dei rifugi in cui è stata tenuta segregata Alessandra Sgarella, la giovane donna rapita a Milano 1' 11 dicembre dello scorso anno e che l'Aspromonte non ha ancora restituito all'abbraccio dei familiari. E intanto si attenuano le speranze di una liberazione-lampo, non c'è più l'ottimismo che aveva accompagnato tre giorni fa, in Aspromonte, centinaia di uomini di polizia e carabinieri, sguinzagliati alla ricerca della prigione dopo l'arresto di sette presunti componenti della banda che ha organizzato e gestito il sequestro. Anche ieri le ricerche sono state vane. E in una lettera alla famiglia emerge lo sconforto della giovane donna prigioniera: «Le gambe non mi reggono più». A Milano, primi interrogatori delle 7 persone arrestate. Potetti e Valenti A PAG. 14

Persone citate: Alessandra Palmi, Alessandra Sgarella, Sgarella

Luoghi citati: Milano