Colonne di tank puntano sul Kosovo

Colonne di tank puntano sul Kosovo Secondo fonti diplomatiche, Milosevic ha ordinato un'offensiva con più di cinquantamila soldati Colonne di tank puntano sul Kosovo Imminente l'attacco finale contro i separatisti ZAGABRIA NOSTRO SERVIZIO Le truppe di Milosevic si apprestano a lanciare un nuovo attacco nel Kosovo per recuperare i territori controllati dai separatisti albanesi. Dopo il fallimento della missione diplomatica dell'inviato speciale americano Richard Holbrooke, che per quattro giorni di seguito ha tentato di convincere serbi ed albanesi a cessare il fuoco, il Presidente jugoslavo avrebbe dato ordine alle sue forze di lanciare l'offensiva finale contro i combattenti dell'Esercito di liberazione del Kosovo (Uck). E' quanto afferma il New York Times appellandosi a fonti diplomatiche e militari occidentali. Belgrado sta mandando rinforzi nella regione dove, tra soldati e agenti della polizia speciale, sono già ammassati più di 50 mila uomini. A detta del quotidiano americano la battaglia decisiva potrebbe cominciare tra qualche giorno o addirittura qualche ora. I segni di un imminente attacco sono ovunque. Colonne di veicoli militari si stanno spostando verso il Kosovo. Ai limiti delle zone controllate dai guerriglieri dell'Uck è stata concentrata l'artiglieria pesante. Per prevenire un eventuale intervento della Nato, in particolare i bombardamenti delle postazioni militari jugoslave, l'aeroporto di Pristina e le colline vicine sono stati attrezzati con la contraerea e con i missili SA-9 terraaria. Le voci di una nuova offensiva serba nel Kosovo sono state confermate dal premier albanese Fatos Nano che a Crans Montana, in Svizzera, ha incontrato Richard Holbrooke. «La guerra nel Kosovo sta rischiando di sfuggire ad ogni controllo» ha detto Nano, aggiungendo che tutti gli sforzi devono essere mirati a bloccare la macchina da guerra serba. «La nostra priorità è la cessazione dei combattimenti, ma una provocazione potrebbe venire da Milosevic, il che innescherebbe una reazione a catena difficile da controllare». In realtà i combattimenti nel Kosovo non sono mai cessati. L'ultimo focolaio si è acceso a Kijevo, villaggio a Sud-Ovest di Pristina, nonché punto strategico sulla strada che collega il capoluogo kosovaro con la città di Pec. «Kijevo è il posto più pericoloso dell'Europa» ha dichiarato il mediatore americano al termine del suo soggiorno nel Kosovo. Benché le due parti rivendichino il controllo su Kijevo, il villaggio sarebbe accerchiato dai combattenti dell'Esercito di liberazione che stanno stringendo la morsa intorno a una ventina di poliziotti serbi e a 200 civili. La zona è inaccessibile da giorni ma i pochi cronisti che hanno potuto avvicinare Kijevo parlano di un villaggio fantasma con strade e case deserte. «La nostra situazione è disperata. Non solo la comunità internazionale, perfino la Serbia, tutti ci hanno abbandona- to». In una lettera aperta pubblicata ieri dai giornali di Belgrado il portavoce dei serbi del Kosovo Momcilo Trajkovic sollecita il presidente Milosevic a maggiori misure di protezione contro i miliziani dell'Uck. I guerriglieri albanesi spadroneggiano sul 40 per cento del territorio del Kosovo, afferma Trajkovic, confermando così i proclami dei separatisti albanesi che Belgrado nega da settimane. «La dolorosa verità è che i serbi nel loro stesso Stato sono costretti ad imbracciare le armi per difendere i loro villaggi» termina la missiva. In occasione dell'anniversario della battaglia del Kosovo (nel 1389 i serbi furono duramente sconfitti dai turchi) Trajkovic ha convocato per oggi un grande raduno a Gracanica, sede di un monastero ortodosso del XIV secolo. Intanto, in segno di appoggio all'Uck, un gruppo di politici al¬ banesi, finora alleati del leader moderato Ibrahim Rugova, ha fondato ieri a Pristina il «Movimento democratico albanese». «1 nostri ragazzi che combattono e spargono il loro sangue per la libertà devono servirci da esempio. Li aiuteremo se ci uniamo» ha dichiarato di fronte alla platea Adem Demaqi, altro leader storico albanese, capo del partito parlamentare. Ingrid Badurina La decisione dopo il fallimento della mediazione Usa di Richard Holbrooke ...... Un villaggio in fiamme dopo gli attacchi dell'artiglieria serba