«Vi annuncio che Dolly non è più sola»: clonato un topo di Franco Pantarelli

«Vi annuncio che Dolly non è più sola»: clonato un topo I dettagli usciranno il prossimo mese su una rivista. «Science» aveva rifiutato la pubblicazione, «la notizia non è interessante» «Vi annuncio che Dolly non è più sola»: clonato un topo In Usa giallo scientifico, si sa soltanto che la tecnica non è quella usata per la pecora NEW YORK NOSTRO SERVIZIO Dalla pecora Dolly al topo senza nome, abneno per ora. La popolazione degli animali clonati è in aumento e gli scienziati sembrano sempre più elettrizzati. Di sicuro lo erano quelli riuniti a convegno l'altro giorno a Woods Hole, nel Massachusetts, per discutere di biologia riproduttiva, ai quali il professor Ryuzo Yanagimachi, dell'Università delle Hawaii, ha raccontato la sua prodezza, appunto la clonazione di un topo, senza peraltro scendere troppo in particolari. C'è un problema di «esclusiva», ha spiegato. Una rivista scientifica ha accettato di pubblicare il mese prossimo i risultati del suo lavoro a patto che fino a quel momento non se ne sappia abbastanza. E poiché per la sua carriera la pubblicazione è importante, dopo che la rivista numero uno, «Science», aveva respinto il suo rapporto perché «non era di interesse generale», ha detto Yanagimachi provocando una gran risata, i suoi colleghi, comprensivi, si sono accontentati dell'esposizione parziale che lui ha fornito. Così, senza mai usare la parola «clonazione», il professore ha descritto gli esperimenti di «riproduzione senza sperma» da lui compiuti in laboratorio e dai quali è nato appunto il topino senza nome. L'u¬ nico momento in cui si è un po' lasciato andare è stato quando, tirato per i capelli, se n'è uscito con un «posso solo dire che Dolly non è più sola». Dalle notizie raccolte dal «Washington Post» fra gli scienziati che erano a Woods Hole e fra quelli presenti a un successivo convegno tenuto a Washington sulla clonazione dei mammiferi (lì Yanagimachi non c'era ma nei corridoi non si parlava d'altro), si deduce che la tecnica usata dal professore è diversa da quella cui sono ricorsi gli scozzesi per mettere al mondo DoDy a partire da una singola cellula prelevata da un'altra pecora. Ma per conoscere i particolari bisognerà aspettare la pubblicazione del suo rapporto, il prossimo mese. E magari a quel punto si saprà anche se a questo topo clonato è stato dato un nome altrettanto vezzoso di quello affibiato all'incolpevole pecora scozzese. Di sicuro, comunque, c'è che quello seguito dal professore delle Hawaii non è un processo di partenogenesi, cioè la riproduzione senza la partecipazione del maschio che viene ottenuta in genere fra gli insetti e che nel mondo scientifico è considerata piuttosto comune. Lo dicono quelli che hanno ascoltato la sua esposizione, ma lo ha detto anche lui quando ha raccontato la trafila che ha dovuto seguire per far accettare alla seconda rivista (non ha voluto dire di quale si tratti) ciò che era stato respinto da «Science». Per ottenere quel «sì», ha detto, ha dovuto discutere per otto lunghi mesi con i membri del comitato editoriale, dimostrando che il lavoro compiuto nel suo laboratorio non aveva niente a che fare con la partenogenesi. Alla fine quelli si sono convinti e nel prossimo numero della loro pubblicazione si potrà leggere per filo e per segno in che cosa è consistito l'esperimento del professor Yanagimachi e in che modo è stato differente da quello compiuto dagli scozzesi. Franco Pantarelli

Persone citate: Ryuzo, Woods Hole

Luoghi citati: Hawaii, Massachusetts, New York, Usa, Washington