L'Eni 4 ha fatto il «super pieno»
L'Eni 4 ha fatto il «super pieno» Prezzo ufficiale a 11.430 lire. Si va al riparto? In Borsa prende il volo Autostrade L'Eni 4 ha fatto il «super pieno» Oltre un milione e mezzo di richieste »è MILANO. Ce ocamento a due facce per la quarta tranche dell'Eni, presa di mira dalle richieste ma penalizzata da piazza Affari. Mentre ^assalto a prenotare i titoli è stato massiccio e ha visto oltre un milione e mezzo di persone correre a sottoscrivere (il doppio di richieste rispetto a Eni3), la Borsa anche ieri ha sacrificato il titolo, abbassando quindi il prezzo al quale Eni4 verrà offerta ai risparmiatori. Una buona notizia per questi ultimi che pagheranno meno del previsto, ma un incasso un po' ridotto per il Tesoro. Nell'ultima giornata utile per la fissazione del prezzo, il titolo Eni è infatti nuovamente scivolato sotto la spinta di vendite tecniche e di un listino al ribasso che ha ceduto 1' 1,6%. L'azione del Cane a Sei Zampe ha perso il 2,56% a 11.430 lire con scambi per 383 miliardi, un valore inferiore al prezzo massimo stabilito per l'Opv che era stato fissato a 11.650 lire. Poiché il meccanismo previsto dal prospetto stabilisce che, per i risparmiatori, il prezzo sia fissato sul prezzo più basso tra la chiusura ufficiale del titolo nell'ultima giornata (ieri) dell'offerta, il prezzo massimo fissato dal Tesoro (ossia le 11.650 lire) e quello pagato dagli investitori istituzionali, se ne trae la conclusione che per l'offerta pubblica farà testo la chiusura di Borsa di ieri, ossia 11.430 lire. Un vantaggio per le coorti di risparmiatori che hanno aderito all'operazione. Si calcola che un lotto minimo di 500 azioni Eni dovrebbe costare cinque milioni e 715 mila lire. A differenza dei precedenti collocamenti, per questa Opv non è previsto nessuno sconto sul prezzo, l'unico incentivo è la bonusshare nella misura del 10% per un massimo di sei lotti. Il prezzo co¬ munque verrà ufficialmente comunicato oggi dal Tesoro. Sempre ieri l'assemblea di Agip Petroli ha approvato il progetto di fusione per incorporazione della Italiana Petroli, una fusione che sarà operativa dal primo gennaio 1999. Ma per il gruppo è arrivata un cattiva notizia: quaranta senatori appartenenti a tutti i gruppi hanno presentato un disegno di legge per vietare l'estrazione di idrocarburi nell'Alto Adriatico. Una battaglia che vede impegnato il sindaco di Venezia Massimo Cacciari secondo il quale «l'estrazione di gas metterebbe a rischio la vita di Venezia» in quanto provocherebbe seri danni ambientali. Se l'Eni è scivolata al listino, Autostrade, la società presieduta da Giancarlo Elia Valori e teoricamente in via di privatizzazione, ha visto il titolo privilegiato (l'unico al listino) salire del 3,89%. Alla base le dichiarazioni del presidente dell'Ili, Gian Maria GrosPietro secondo il quale la «privatizzazione» potrebbe essere conclusa entro l'anno. Ottimista anche il consiglio di amministrazione della società che ha convocato per il 10 agosto l'assemblea e le assemblee speciali che dovranno deliberare la conversione, alla pari e senza conguaglio, dei titoli privilegiati in ordinari e la richiesta di quotazione ufficiale delle ordinarie alla Borsa. «Vogliamo fare presto» ha dichiarato Valori. Ma a rallentare l'operazione è la discussione in corso sulle proroghe delle concessioni autostradali e il rinnovo delle concessioni da parte dell'Anas. Una questione che vede su fronti opposti il ministro dei Lavori pubblici Paolo Costa e il sottosegretario Antonio Bargone, ma che sarebbe anche oggetto di verifica da parte di Bruxelles. »è Franco Bernabè la privatizzazione Eni sta diventando la più grande d'Europa
Persone citate: Antonio Bargone, Franco Bernabè, Gian Maria Grospietro, Giancarlo Elia Valori, Massimo Cacciari, Paolo Costa, Tesoro, Valori
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