Un nuovo caso di colera Paura nel Lodigiano

Un nuovo caso di colera Paura nel Lodigiano Stavolta è stata colpita una donna di 41 anni Un nuovo caso di colera Paura nel Lodigiano Forse un'insalata di mare la causa Altre persone sotto controllo medico LODI. Un altro caso di colera nel Lodigiano. A distanza di otto giorni dal primo che aveva colpito un uomo di 36 anni di Lodi, adesso è una donna di 42 anni di Codogno ad evidenziare tracce del virus. E la causa è la stessa: un'insalata di mare. Sia l'uomo che la donna hanno infatti consumato lo stesso pasto nello stesso giorno, venerdì 5 giugno. In mense diverse, il primo a Melegnano e la seconda a Lodi. Ma con cibo fornito dalla stessa azienda di catering. L'Azienda sanitaria locale invita alla tranquillità. «La diffusione del batterio è di matrice alimentare e non c'è possibilità di contagio da parte di chi è stato colpito dal batterio» affermano i responsabili. Nella zona il colera è un virus sconosciuto. E cresce la preoccupazione. Anche perché altri potrebbero aver contratto il vibrione. Sono alcune centinaia le persone che mangiano nelle mense servite dall'azienda di catering coinvolta e, stando alla indagine epidemiologica condotta dall'Asl di Lodi, il 40% di quelli che hanno mangiato l'insalata di pesce ha avuto poi problemi di gastroenterite. Sono in corso analisi che potrebbero rivelare altri casi. La voce di un secondo caso si era diffusa nel Lodigiano nelle ultime ore. Ieri la conferma, dopo il controllo operato dall'Istituto superiore della sanità di Roma. Venerdì 5 giugno la donna aveva mangiato un'insalata di mare in una mensa di Lodi. La notte seguente aveva iniziato ad avere problemi gastrointestinali. I disturbi erano aumentati col passare delle ore. E hanno condizionato la signora per quattro, cinque giorni. Niente di grave, comunque. E' bastato un po' di riposo per ritrovare le forze. Nessun ricovero in ospedale. Analisi per indivi duare il vibrione A scoprire che alla base di quei problemi c'era il colera è stato il presidio multizonale di igiene preventiva di Milano. Dopo il caso del trentaseienne colpito dal virus otto giorni prima e costretto a cure ospedaliere di una settimana, ha passato al setaccio tutte le persone che avevano mangiato l'insalata di mare fornita dalla stessa azienda di catering. Quando gli esperti del presidio hanno interrogato la signora di Codogno, lei si è ricordata di aver mangiato insalata di mare in mensa proprio venerdì 5 giugno, come l'uomo di Lodi. Allora è stato chiesto l'esame delle feci. E da lì si è capito che la matrice era la stessa, come confermato dalla seconda analisi effettuata all'Istituto di igiene di Roma. Nel campione analizzato è stata riscontrata la presenza del vibrione 01 ogawa, lo stesso di cui era affetto l'uomo di Lodi. Per avere la certezza assoluta si attendono ancora gli esiti di altre analisi, ma l'origine del contagio è ormai accertata. «E' alimentare» spiegano i responsabili dell'Asl di Lodi. Resta da chiarire come si sia arrivati alla presenza del colera nel cibo. L'insalata di mare dell'azienda coinvolta nei casi è stata sequestrata. E le analisi effettuate sui campioni non hanno rivelato tracce del virus. Non si sa, quindi, se sia il pesce ad essere affetto da colera o se il vibrione nasca nella lavorazione successiva del cibo. Come detto, all'inizio, però, non è il caso di lanciare l'allarme. «La donna di Codogno sta benissimo, non c'è bisogno nemmeno di un ricovero. E non esistono assolutamente problemi di contagio», affermano i medici lodigiani che negano la possibile esplosione di un'epidemia. Carlo Annovazzi Analisi per individuare il vibrione

Persone citate: Carlo Annovazzi

Luoghi citati: Codogno, Lodi, Melegnano, Milano, Roma