Raspelli: «La mia notte nel gigante paralizzato» di Edoardo Raspelli
Raspelli: «La mia notte nel gigante paralizzato» UN VIAGGIO MAI COMINCIATO Raspelli: «La mia notte nel gigante paralizzato» LE prime auto erano in fila, sotto il sole implacabile del piazzale d'imbarco numero 6, fin dalle 18, tre ore prima della partenza. Di fianco alla gigantesca, lussuosa, meravigliosa, candida Excellent, il check-in era di fortuna: non c'era il garrire delle bandiere nelle garitte riservate alla Splendid, alla Majestic, alla Fantastic, ma due prefabbricati con le sbarre alle finestre dove la gente faceva la fila per consegnare il biglietto di viaggio. Anch'io, comunque, ero arrivato troppo presto per la prima partenza da Genova ad Olbia. Si passeggiava su e giù, serenamente; la famigliola tedesca scattava fotografie, un bimbo con il naso all'insù diceva alla mamma con gli occhi pieni di sorpresa «Guarda, sembra il Titanio». Due paia di dita incrociate e si sa- le negli immensi comodissimi garage, poi nei saloni sterminati e lucenti, tra ascensori scintillanti, ottoni dorati splendenti, bar e ristoranti, piscina cinema e sala giochi. Alle 21, il pessimo ristorante Orangerie è strapieno e stravolto. Alle 21,45 arriva il mio povero vino, mentre attendo ancora i miei poveri piatti scelti in un inqualificabile mare di stelle del surgelato. 21,48: il mio gigantesco ristorante è a poppa, proprio sopra i motori. Saremo 30 miglia da Genova. I quattro motori rombano in modo strano e sospetto, il soffitto comincia a tremare, le lampadine vibrano, le luci ballano. I motori si spengono, il silenzio è totale ed irreale, il buio si fende con le luci di sicurezza. Fino a mezzanotte e mezzo non sapremo assolutamente nulla. Che cosa vuol dire un gigante del mare senza corrente? Le luci sono spente, gli ascensori dei nove piani sono bloccati, l'aria condizionata è chiusa (ovviamente, le finestre delle cabine non sono apribili!); la temperatura, piano piano, sale; l'acqua non esce più né dai rubinetti né dagli scarichi, tipo aerei, delle minuscole bellissime toilette. La nave è ferma, vistosamente inclinata. Fuori fa un grande caldo, umido. Sono le 23. Si cerca refrigerio sui ponti, ma le sdraio sono ammonticchiate... anche chi volesse dormire all'aperto per poter respirare dovrà fare i conti con l'umidità che le ricopre. Non c'è nemmeno la luna. Al bar della piscina pensano bene di dare una mano alla situazione e tirano giù la claire: se pensate che le tariffe dell'Excellent sono da 5 Stelle Lusso ma che il frigobar non esiste, potrete immaginare con quale animo vedo e sento rumorosamen¬ te chiudersi le serrande metalliche. Non c'è certo panico, ma qualche bambino piange. Il silenzio è squarciato da una serie tonante di piccoli suoni di una lancinante sirena: e uno, e due, e tre, e 4, e 5, e 6... al settimo sarebbe «allarme generale». Ma perché non suona il settimo fischio lungo, quello definitivo? Perché non siamo in «allarme generale» o perché il black out ha paralizzato anche le sirene? Boli. Vedo, nel buio, le luci di una nave da crociera. Mi rassicuro: se non si è fermata, vorrà dire che non siamo in pericolo. Chiedo conferma ad un ufficiale gallonato: lui, della nave, non ne sa niente. «Venga con me sopra: mi faccia vedere dove l'ha vista», mi dice! A mezzanotte e mezzo finalmente una voce attraverso gli altoparlanti (hanno detto: «Sono stati messi fuori uso anche quelli»): c'è stato un guasto, stanno cercando di ripararlo, ci faranno sapere... Non ci faranno sapere un bel niente per tutta la notte. E non faranno sapere nulla nemmeno agli stranieri che sono con noi italiani. Si va nelle cabine rassegnati. Il personale cerca di avviare i motori, le luci tornano una, due, tre volte, ma si spengono sempre. Alle 4,30 un faro nella notte, è un rimorchiatore... Ci si addormenta sfiniti; luce ed aria condizionata ogni tanto tornano. Dagli altoparlanti nessuno dice niente. Alle 6 e mezzo la nave è tornata a Genova. Che cosa è successo? Lo sapremo solo alle 7,30 però, prima, altri acuti sibili, brevi, numerosi segnali «d'allarme generale» lanciano, se non il panico, certo lo sconcerto. Più tardi ci diranno che la nave, molto probabilmente, sarà riparata in tempo per la regolare partenza della sera. «La nave è a vostra disposizione», ci dicono, ed è vero: con il sorriso sulle labbra, i membri dell'equipaggio recuperano. 11 viaggio inaugurale della Motonave Excellent se lo ricorderanno in tanti: i viaggiatori, il personale e lo stesso patron della Grimaldi: a parte tutto il resto, prime colazioni, caffè e liquormi, pranzi e cene, gratis per alcune centinaia di persone. E per la prima volta in vita mia, prosciutto e melone, ravioli al ragù, pollo al forno con zucchine, frutta fresca, non mi sono costati nulla. Edoardo Raspelli Le luci si spengono gli ascensori si fermano, l'aria condizionata si blocca, il caldo | aumenta e l'acqua non esce più dai rubinetti wmmssssm |
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