Le terroriste col velo

Le terroriste col velo Le terroriste col velo Addestrate a Baghdad contro l'Iran RETROSCENA LE AMAZZONI DI SADDAM Ufl[ UJAHIDEEN Khalq, ififli l'organizzazione d'op- Mwlposizione iraniana di base in Iraq (dove gode della protezione del regime di Saddam Hussein), ha cominciato a impiegare le donne nelle sue operazioni: di recente, un gruppo di quattro combattenti - che appartengono all'unità femminile dell'Nla, l'esercito di liberazione nazionale - è stato incaricato di raccogliere le informazioni necessarie per condurre la serie di attacchi terroristici che hanno colpito Teheran il 2 giugno scorso. In quella che era la loro prima missione sul campo le quattro donne sono state infiltrate in Iran a metà aprile grazie all'appoggio delle truppe di frontiera irachene. Il compito era quello di raccogliere informazioni sugli obiettivi governativi, a Nord della capitale. Sono tornate alla base nella seconda metà di maggio e il 2 giugno il Mujahideen Khalq ha potuto lanciare tre attacchi simultanei. I dati su due dei tre obiettivi colpiti - il Tribunale rivoluzionario (dove un'esplosione ha causato tre morti e una decina di feriti) e la sede che raccoglie le industrie della difesa - sono stati messi assieme proprio dalle donne combattenti (il terzo obiettivo, invece, era il quartier generale della Guardia rivoluzionaria). Questi attentati - che costituiscono la risposta al tentativo dell'aprile scorso di assassinare tre membri dell'organizzazione nella città di Al-Khalis, a Nord di Baghdad - rappresentano un esempio della nuova strategia del Mujahideen Khalq, strategia che segue la logica degli «attacchi sincronizzati» su larga scala. Il metodo è stato ideate alla fine del '97 dal presidente dell'organizzazione, Maryam Rajavi, e dalla moglie Mass'ud, do¬ po i massicci raid aerei condotti contro le basi irachene dell'Nla, lanciati lo scorso anno, a settembre. Il figlio di Saddam Hussein, Qussai, che comanda le forze speciali di sicurezza, ha dato la sua benedizione al nuovo modus operandi nel corso di un meeting tenuto a gennaio con la leadership del Mujahideen Khalq. In quell'occasione fu deciso di dislocare il quartier generale del gruppo operativo femminile nella zona Ovest di Baghdad e di affidare l'addestramento di queste squadre ad alcuni ufficiali specializzati dell'esercito iracheno. Gli attentati del 2 giugno scorso hanno avuto luogo dopo che l'Iraq e l'Iran sembravano aver cominciato a ridimensionare l'appoggio ai reciproci gruppi d'opposizione. In realtà, Saddam non ha mai pensato di costringere il Mujahideen Khalq a ridurre le attività terroristiche. Mentre cerca di dare l'impressione di mantenere normali rapporti con Teheran, continua a premere per nuovi raid contro l'Iran. E, infatti, fornisce i santuari all'organizzazione, addestrandola ed equipaggiandola, e la sua strategia non cambierà fino a quando potrà usare l'organizzazione come mezzo di pressione e come merce di scambio con l'Iran e, allo stesso tempo, sfruttandone la rete spionistica. Il quartier generale del Mujahideen Khalq si trova in Iraq fin dagli Anni 80: questo aiuto logistico e militare è stato fondamentale e ha consentito di costruire un'organizzazione sofisticata e di conquistarsi notevoli capacità operative e offensive. In cambio di questo sostegno, Baghdad sfrutta il Mujahideen Khalq per i propri scopi, sia all'interno che all'esterno dell'Iraq: per raccogliere informazioni sui pellegrini iraniani che visitano i luoghi santi sciiti di Najaf e Karbala e per individuare possibili agenti da reclutare, per avere dati sulla situazione in Iran e per preparare attività clandestine, per ottenere informazioni sulla rete degli oppositori iraniani all'estero, per aprire canali con cui procurarsi armi (anche non convenzionali) e, infine, per muovere capitali da e per l'Iraq. Alan Powell

Persone citate: Khalis, Maryam Rajavi, Powell, Saddam Hussein