Faccia a faccia Prodi-Bertinotti, ma é gelo

Faccia a faccia Prodi-Bertinotti, ma é gelo Il leader di Prc: entro l'estate legge sulle 35 ore, assunzioni con Agensud, scuola fino a 16 anni Faccia a faccia Prodi-Bertinotti, ma é gelo //premier: dovete accettare le mediazioni sulle riforme ROMA. Caro Fausto, dobbiamo fare una verifica seria, e guarda che le cose dette io le mantengo: la maggioranza non si cambia senza crisi di governo. Con l'aria di volerlo rassicurare, Romano Prodi ha cercato di far capire a Fausto Bertinotti che il governo fa sul serio. O si fa la verifica fino in fondo, e Rifondazione accetta le mediazioni sul riformismo possibile in Italia in questo momento, o la maggioranza si sfalda, il governo va in crisi, e si va alle elezioni. Ieri Romano Prodi ha combinato a giro di telefono un meeting con Bertinotti durato ben 75 minuti. Si sono visti a quattr'occhi per un incontro «di metodo e non di merito», come dicono a Rifondazione: e dunque, uno di quei colloqui informali, e spesso pure abbastanza vivaci, in cui si cerca di far passare, essenzialmente, un messaggio. E a rincarare il pressing di Prodi, a metà è intervenuto anche Walter Veltroni. A via del Policlinico fanno sa¬ pere che l'incontro «non è andato "-..ito bene». Lo scambio d'opinione tra il presidente del Consilio e il segretario del partito dissidente nella maggioranza è stato vivace. Bertinotti ha detto a Prodi di essere interessato essenzialmente ad alcune cose. Anzitutto, la modifica della legge sulla rappresentanza sindacale, che toglierebbe a Cgil, Cisl e Uil il 33 per cento di voti assicurati dalle attuali norme e che dunque faciliterebbe la nascita di quella «sinistra sindacale» che a ogni comitato politico del proprio partito non manca di auspicare. Un iter legislativo tranquillo, visto che la riforma è già in commissione. Ma, nonostante questo, Bertinotti si è sentito rispondere da Prodi: «Scusa, ma io che c'entro?». Pollice verso anche quan¬ do si è trattato di parlare della tassazione delle rendite da capitale: «Impossibile, ci accusano già di aver calcato troppo la mano, sul fronte delle tasse...», è stata la replica del presidente del Consiglio. La lista dei desideri bertinottiani è stata lunga: varare la legge sulle 35 ore entro l'estate, e cioè prima della prossima finanziaria. Ottenere per stral¬ ciò, e dunque abbreviando i tempi, l'innalzamento della scuola dell'obbligo a 16 anni. Di Agensud, un punto caldissimo, si è parlato molto poco, date le distanze tra le due posizioni: il governo vede l'agenzia come una struttura leggera, anche se dotata di capacità finanziarie, Bertinotti pensa a una riedizione in formato tascabile della Cassa del Mezzogiorno, perché ritiene che l'Agensud debba avere possibilità di fare assunzioni. Ancora più vivace lo scambio di idee sui dati che l'Istat ha diffuso proprio l'altro ieri circa la disoccupazione. «Un problema congiunturale, da affrontare con ottimismo, l'occupazione ripartirà con la ripresa industriale», è in buona sostanza il ragionamento di Prodi. Mentre Bertinotti giudi- ca l'occupazione come un guasto strutturale, e dunque per porvi rimedio non restano che politiche mirate. Allo scadere del settantacinquesimo minuto di faccia a faccia nel silenzio rinfrescato dall'aria condizionata dello studio del presidente a Palazzo Chigi, mentre fuori la politica bolliva di dichiarazioni della maggioranza che suonavano come richieste di rese di conti con Bertinotti, il risultato è stato che si è misurata l'esatta distanza delle posizioni e delle politiche da attuare per il Paese. Il secondo round, allargato a tutta la maggioranza, un primo tempo previsto per il 26 scorso, è stato aggiornato al 6 luglio. A quella data, ci sarà già stato il comitato politico di Rifondazione. Nel quale Cossutta potrebbe anche ripetere quel che va dicendo a Bertinotti fuori dai palazzi della politica: «Fausto, ma tu non avrai un accordo con Prodi per fare la crisi durante il semestre bianco?». [ant. ram.) i presidente del Consiglio Romano Prodi con il leader di Rifondazione comunista Fausto Bertinotti li presidente del Consiglio Romano Prodi con il leader di Rifondazione comunista Fausto Bertinotti

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