Borrelli «evita» l'esposto di Di Pietro
Borrelli «evita» l'esposto di Di Pietro L'ex pm accusa i magistrati di Brescia per presunti illeciti nei suoi confronti Borrelli «evita» l'esposto di Di Pietro E ottiene che lo esamini Trento «per opportunità» MILANO. Il procuratore capo della Repubblica di Milano, Francesco Saverio Borrelli, ha chiesto e ottenuto che l'esposto di Antonio Di Pietro contro i pubblici ministeri di Brescia non sia trattato dal suo ufficio, ma girato alla procura di Trento. La notizia, riportata ieri mattina dal «Giornale», è stata confermata negli ambienti della procura di Milano. Negli stessi ambienti però, per smentire l'ipotesi di un «gelo» sui rapporti tra l'ex pm oggi senatore dell'Ulivo e i suoi colleghi del pool di «Mani pulite», si riferisce di un «caloroso incontro», l'altro ieri a Roma, per un processo che vedeva imputata di diffamazione contro Di Pietro la deputata Parenti, mentre Borrelli e Davigo erano presenti come testimoni. Il senatore Di Pietro, avvicinato dai giornalisti in Campa- nia dove sta proseguendo la campagna referendaria, non ha voluto perù fare alcun commento sulla vicenda, limitandosi a dire diplomaticamente «qui parlo solo di referendum». Clima a parte, questi i fatti: sarà la Procura della Repubblica di Trento ad esaminare 1' esposto presentato il 7 gennaio scorso alla procura generale di Brescia dal senatore Antonio Di Pietro sui presunti illeciti commessi a suo carico dai magistrati della procura della Re¬ pubblica di Brescia nelle indagini che lo hanno riguardato. L'esposto, presentato sotto forma di memoria, è stato trasmesso per competenza alla procura di Milano, che indaga per le accuse rivolte ai magistrati bresciani, in particolare al procuratore Borrelli, il quale si ò astenuto dalla trattazione per tre motivi: lo stesso Borrelli è indagato a Brescia; sempre a Brescia, il procuratore capo è parte lesa in altri processi attivati su sua querela; e Di Pietro è stato magistrato della procura della Repubblica di Milano. Ricevuto l'esposto, Borrelli ha dunque chiesto al procuratore Generale di Milano, Umberto Loi, di essere autorizzato ad astenersi per motivi di opportunità. L'esposto è quindi tornato alla procura Generale di Milano che l'ha trasmessa a quella di Trento, la più vicina a Brescia dopo Milano, [r. i.] Francesco Saverio Borrelli procuratore capo della Repubblica di Milano
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