Agnelli: allarme instabilità di Marco Zatterin
Agnelli: allarme instabilità Il presidente d'onore della Fiat: per risolvere i problemi dell'Italia ci vuole l'aiuto di tutti Agnelli: allarme instabilità «Sono preoccupato, ci indebolisce» CARPI AL NOSTRO INVIATO L'instabilità politica «indebolisce la credibilità e il ruolo dell'Italia in Europa, e può generare tensioni all'interno della stessa Unione Monetaria». Giovanni Agnelli misura con preoccupazione dal palcoscenico del Teatro comunale di Carpi, davanti all'assemblea degli industriali modenesi, le difficoltà in cui naviga il governo e, di conseguenza, il sistema economico. Gli impegni che l'Euro pone per il prossimo futuro, dice il presidente d'onore della Fiat, «richiedono una grande coesione», eppure «ancora una volta la maggioranza di governo è stata costretta a subire i condizionamenti dalla sua frangia estremista». Questa instabilità, insiste, ha il potere di rendere «più incerto e precario il percorso del risanamento e delle riforme strutturali necessarie per accrescere la nostra competitività». Bisogna quindi intervenire al più presto, è necessario «ritrovare concordia di obiettivi, di intenti e di comportamenti». Altrimenti le conseguenze potrebbero essere gravi. Agnelli parte dalla constatazione che la moneta unica e la globalizzazione hanno modificato le regole dell'economia e sottolinea che ora più che mai «occorre essere ben consapevoli che i problemi sul tappeto per il futuro del Paese sono tali da non poter essere affrontati secondo una logica di parte». Il riferimento è in primo luogo a Rifondazione comunista, e non solo. L'appello dell'Avvocato è a tutto campo, ò per una presa di coscienza a 360 gradi che conduca a una soluzione delle questioni aperte con il concorso «di tutte le componenti della società». La chiave di tutto, sostiene, è la stabilità, «una stabilità che non sia immobilità» perché c'è molto da fare. Anche gli industriali devono recitare la loro parte e, nelTaffermare questo, il presidente d'onore della multinazionale torinese non manca di spronare la categoria a tirare diritto sulla sua strada. «Chi ha la mia età ne ha viste di tutti i colori - sottolinea - e quindi non mi spavento. Per quanto sta nelle nostre responsabilità di imprenditori, come singoli e come organizzazione, siamo pronti a dare il massimo per impiegare al meglio le grandi risorse del Paese, e per dare sostanza alle nostre prospettive di sviluppo e di benessere nel nuovo scenario globale». Gli altri, e in particolare la classe politica, devono pensare al resto, deve essere un'impresa corale. L'applauso dei modenesi è inevitabile e caloroso, arriva dal cuore di un distretto ricco che conosce bene anche le insidie del momento. Le ha evidenziate il presi- dente dell'Associazione locale, Luca Montezemolo, definendo Carpi «la capitale di un settore, quello tessile, che attraversa una fase di difficoltà», che è il leader per certi prodotti e che pure fatica a crescere. Agnelli ricorda l'affetto per il Modenese - che per lui significa l'Accademia militare frequentata dal nonno, il felice sbarco della Fiat nel mondo dei trattori, e il successo dell'avventura Fiat - e lo inserisce nel frenetico scenario dell'economia globalizzata. «L'apertura dei mercati e l'Europa promettono grandi opportunità di sviluppo - assicura - ma generano enormi pressioni sulle imprese», con una domanda più selettiva, una «terribile» guerra sui prezzi, una concorrenza più accesa, e una struttura da rendere più efficienti. Agnelli torna così a difendere il capitalismo famigliare, nerbo dell'economia in Italia come nel resto del mondo. Loda il sistema dei distretti industriali e le iniziative con cui si stanno creando legami con il Mezzogiorno, terra dove la Fiat ritrova un terzo della forza lavoro. L'associazione fra formazione, innovazione e sviluppo è lineare, tanto da rendere palese l'influenza che l'ambiente ha su questi fattori. «L'imprenditore dev'essere libero di scegliere - spiega - e il mercato libero di agire». Il sistema delle regole diventa pertanto un passaggio cruciale. «L'ingresso nell'Euro ha fatto venire meno i vincoli esterni al risanamento - dice - ora questi vincoli devono diventare interni». Perché ciò accada è necessario curare una instabilità politica che «crea perplessità fra i nostri partner europei». Il messaggio è dunque che la partita è cominciata, e non va come dovrebbe. Tuttavia, lascia intendere Agnelli, c'è ancora la possibilità di recuperare. A patto, ovviamente, che non si perda altro tempo. Marco Zatterin Il presidente d'onore della Fiat Giovanni Agnelli
Persone citate: Agnelli, Giovanni Agnelli, Luca Montezemolo
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