Festival di Spoleto apre Béjart con Bolero
Festival di Spoleto apre Béjart con Bolero E domani nudo in scena al Teatro Nuovo Festival di Spoleto apre Béjart con Bolero SPOLETO. Con due eventi, uno musicale che prevede una miriade di effetti speciali e uno di «grande danza», si inaugura stasera a Spoleto, il 41° Festival della famiglia Menotti. Ma per domani al Teatro Nuovo, si annuncia già un piccolo «scandalo»: la protagonista de «La volpe astuta» di Janacek, la cantante Rebecca Caine, si presenterà nuda in scena. Per l'inaugurazione è stata rifatta la pavimentazione di piazza del Duomo, dove si terrà il concerto sinfonico, con commento drammaturgico, che propone due composizioni di autori inglesi: Gustav Hulst («I Pianeti») e Arthur Bliss («Sinfonia dei colori»). La direzione è affidata all'inglese Richard Hickox. Quasi contemporaneamente al Teatro Romano ci sarà la «prima» dello spettacolo dell'Ecole-Atelier Rudra Béjart. «Il clou del programma - sottolinea Maurice Béjart che stasera non potrà essere a Spoleto - è il celebre "Bolero". Nel 1960 questo balletto lo presentai con una donna protagonista attorniata da un gruppo di uomini, 15 anni più tardi lo riproposi con un uomo circondato da un gruppo di donne. E ora sarà rappresentato per la prima volta dalla scuola Rudra di Losanna con egual numero di maschi e femmine». Anche se s'annuncia per stasera la presenza del ministro Dini con la moglie, di una mezza dozzina di politici, di quattro ambasciatori (Cile, Polonia, Israele e Messico), di top model e attrici (Carla Bruni, Eva Herzigova e Monica Bellucci), della squadra di calcio della Roma e di nobildonne accompagnate da I principi arabi, l'appuntamento di Il logo del Festiv Spoleto sembra aver perso smalto. Adesso è un festival «fatto in casa», o meglio a Palazzo Campello residenza dei Menotti. Il maestro, padrone di casa, ripete «sarà il festival dei giovani», gli albergatori lamentano che il terremoto li ha privati delle prenotazioni che in passato arrivavano a dicembre, e Francis Menotti, il figlio dal volto arcigno, continua a «tagliare le spese» preoccupato che il padre adottivo non rientri in possesso dei due appartamenti offerti in garanzia alle banche in cambio della liquidità finanziaria indispensabile per far decollare questa quarantunesima edizione. E di conseguenza è stata assunta «in proprio» la gestione del bar «Caio Melisso», che si affaccia sulla piazza del Duomo: al personale dell'organizzazione è riconosciuto un contratto privato che esclude gli straordinari, sono «magri» i cachet dei registi (ben lontani i tempi in cui si pagavano 200 milioni a Carlos Saura per la regìa della «Carmen») e sono scomparsi dall'organigramma del Festival tutti i responsabili artistici dei vari settori. D'altra parte per risparmiare 50 milioni sui costumi de «Il ratto dal serraglio» si è provocata la clamorosa fuga del regista Giulio Chazalettes e del costumista Ulisse Santicchi. A cinque giorni dalla «prima» de «Il ratto dal serraglio» che esordirà domenica pomeriggio al Teatro Caio Melisso, è stato chiamato a sostituire Giulio Chazalettes Ivo Guerra, che tre anni fa già salvò a Spoleto la «Carmen*. Ernesto Baldo Il logo del Festival
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