«Il Sud ora rischia la paralisi»

«Il Sud ora rischia la paralisi» IL CASO MEZZOGIORNO E SVILUPPO «Il Sud ora rischia la paralisi» Visco: l'Agenzia poteva già funzionare VPvOMA ISCO parla di «paralisi» e certo Sviluppo Italia, l'agenzia per il Sud, continua a trovare incagli al suo varo. Ieri, all'uscita da una riunione tenutasi nel tardo pomeriggio, il ministro dei Lavori Pubblici, Paolo Costa, si è limitato a spiegare laconicamente: «L'incontro è servito a preparare la posizione del governo in vista dei prossimi incontri che verranno messi in calendario la settimana ventura». Insomma solo un'ora e mezzO, tanto è durato il summit, di pretattica fatta da Bassanini, Bersani, Costa, Ronchi e Treu attendendo la partenza dei gruppi di lavoro tecnici al tavolo a quattro sul Mezzogiorno. Intanto Palazzo Chigi ha fatto sapere che neh'ordine del giorno del Consiglio dei ministri di oggi di Sviluppo Italia non si parla. Ma questo non fa perdere le speranze ai più ottimisti, perché alcune indiscrezioni fanno pensare che l'argomento potrebbe essere affrontato lo stesso. Un'ipotesi, quest'ultima, che viene accolta con scetticismo da Rifondazione comunista: «Mi sembrerebbe strano, dal momento che si tratta di uno dei temi più caldi del confronto politico», commenta Nerio Nesi, responsabile economico di Rifondazione. E il presidente della commissione Industria del Senato, Leonardo Caponi, sempre di Prc, ribadisce: «L'agenzia per il Mezzogiorno, così come l'occupazione e la politica per il Sud, sono in questo momento il banco di prova della tenuta nella maggioranza». Ma, se l'ipotesi di un blitz extra ordine del giorno a Palazzo Chigi suscita perplessità, è chiaro che il governo non ha intenzione di abbandonare il progetto di Sviluppo Italia dopo l'altolà di Rifondazione. E parlando del prossimo confronto Nesi ricorda il programma che il suo partito intende sottoporre alle forze dell'Ulivo: «Ci basiamo su tre considerazioni di base - dice -. La prima è che l'agenzia deve essere uno strumento di politica generale per il Mezzogiorno, vale a dire di ideazione, programmazione e organizzazione dell'industrializzazione al Sud. La seconda è che il suo compito deve riguardare il raggruppamento di tutte le varie agenzie esistenti in modo che vi siano linee convergenti. La terza invece concerne la necessità che il nuovo organismo tenga contatti con i grandi enti del Paese, vale a dire Enel, Eni, Fiat e Te¬ lecom perché sarebbe assurdo che l'agenzia si occupasse di piccole cose senza un'azione di coordinamento con questi soggetti». Ieri, intanto, la Camera ha approvato definitivamente il disegno di legge che sblocca 12.200 miliardi di finanziamenti, previsti dalla finanziaria '98, da destinarsi, in sei anni, al fondo per le aree depresse. E il prowedimento, con un emendamento che ha suscitato un vespaio, istituisce anche un fondo rotativo di 50 miliardi, in cui potranno confluire i cofinanziamenti dell'Unione europea, destinato in parte a Sviluppo Italia. Per non rimandare il disegno legge al Senato, allungando così i tempi per l'erogazione complessiva dei fondi, si è deciso di non modificare o stralciare il testo, ma è stato presentato un ordine del giorno con cui si invita il governo ad «una pausa di riflessione nell'attivazione dei meccanismi previsti dalla norma in questione». Praticamente il comma riguardante Sviluppo Italia viene congelato fino a che la materia non sarà stata definita, probabilmente con un decreto legislativo della legge Bassanini. Ma Visco lancia il suo allarme: «E' una situazione paradossale, non c'è discussione e siamo alla paralisi». L'agenzia per il Sud, spiega il ministro delle Finanze, poteva già essere in funzione «se si fosse evitato un dibattito inutile e inconcludente, di cui mi sfugge ancora la portata e la ragione». E il ministro dell'Economia, Carlo Azeglio Ciampi, a Potenza con Visco per fare il punto sull'a¬ zione del governo indirizzata al Sud, aggiunge: «La maturazione c'è stata ed è giunta a conclusione, ma vi sono tempi di tecnica politico-parlamentare che non sono in grado di valutare». E Ciampi sottolinea che l'agenzia punta ad utilizzare al meglio e razionalizzare quello che esiste: migliorare le società che già operano, ad esempio, nell'ambito dell'imprenditoria giovanile per coordinarne più efficacemente l'attività e gli obiettivi.«A questo - spiega il ministro - risponde la nuova agenzia, che non intende essere né leggera né pesante, ma concreta. Non vogliamo sbaraccare per ricominciare tutto da capo conclude Ciampi - perché sarebbe un arresto dannoso». Vanni Cornerò (Sintesi delle previsioni del Centro Studi Confindustria per l'esercizio in corso e per i prossimi anni; variazioni in percentuale salvo diversa indicazione) 1998 1999 1998 1999 2000 Prodotto interno lordo 2,3 2,7 2,4 Retribuzioni: Totaie economia (+) 3,7 3,1 3,1 Consumi delle famiglie 2,0 2,6 2,5 Industrie! (+) 3,4 3,3 3,2 Investimenti fissi lordi 5,4 5,0 3,5 Tasso di interesse sui Bot medio (1) 4,7 4,6 5,3 Esportazioni di beni e servizi 6,0 6,5 6,1 Indebitamento netto della Pubblica amminist.(2) 2,6 2,1 2,0 Importazioni di beni e servizi 8,3 7,8 6,9 Avanzo primario della Pubblica amminist. (2) 5,3 5,3 5,4 Partite correnti (2) 2,8 2A 2,2 Spesa Corrente al netto interessi (2) 38,7 38,4 38,3 Occupazione totaie (unitd standard) 0/4 0,5 0/1 Spesa per interessi (2) 7,9 7,4 7,3 Settore privato (unita standard) 0,6 0,6 0/1 Entrate della Pubblica amminist. (2) 47,6 47,5 47,5 Tasso didisoccupazione(l) 12,0 11,9 11,8 Debito della Pubblica amminist. (2) 118,2 114,8 112,0 Prezzi al consutno 1,8 1,6 1,8 (1) Livelli - (2) Rapporti percentuali con il Pil - (+) Nell'ipotesi di normativa sull'orario di lavoro

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