Le indagini
Le indagini Le indagini Lascia anche il pro-rettore MESSINA. L'Università di Messina rischia di diventare l'università delle dimissioni. Ieri ha abbandonato pure il pro-rettore Giacomo Ferraù, che nel giorno delle sue dimissioni il «magnifico» Diego Cuzzocrea aveva investito della carica di rettore prò tempore. Ferraù si è dimesso perché anche lui è coinvolto nell'inchiesta che ha portato all'arresto del professor Giuseppe Longo, accusato di essere referente delle cosche calabresi e sospettato di avere ordinato il delitto del suo rivale al Policlinico, il professor Matteo Bottari. L'ateneo è dunque senza guida. Lo regge per il momento il decano, il preside di Scienza della formazione Antonio Mazzarino, che ora deve convocare le nuove elezioni. Ferraù, come Cuzzocrea e il segretario del rettorato Eugenio Capodicasa, è accusato di favoreggiamento. Oggi il gip Cucurullo interrogherà il professor Longo. Il titolare dell'inchiesta, il sostituto Carmelo Marino, fa capire che quello di Bottari avrebbe potuto non essere l'unico delitto in questa brutta storia: «Vi sono state delle intimidazioni, minacce che potevano portare a ben più gravi conseguenze». Il magistrato denuncia «la condizione di assoluta omertà e di protezione, l'atteggiamento corporativo fra i docenti che non ha aiutato a indagare sull'omicidio e nemmeno a far scoprire che c'erano infiltrazioni mafiose nell'università». Le indagini, comunque, restano aperte. Anche L'Osservatore Romano ieri è intervenuto sul caso Messina che «suscita inquietanti interrogativi». «Non si riesce a comprendere in che modo un centro di cultura, ponte tra continente e isola, possa essersi trasformato in un centro per la gestione di affari illeciti». La Cgil siciliana, invece, chiede le immediate elezioni del rettore. [f. a.)
Persone citate: Antonio Mazzarino, Bottari, Carmelo Marino, Cuzzocrea, Diego Cuzzocrea, Eugenio Capodicasa, Giacomo Ferraù, Giuseppe Longo, Longo, Matteo Bottari
Luoghi citati: Messina
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