Ulster, primo voto di pace

Ulster, primo voto di pace Vincono i partiti del sì ma Paisley guadagna punti sugli unionisti di Trimble Ulster, primo voto di pace Adams: la «nuova Ira» desista LONDRA. L'Ulster conferma la sua disperata voglia di pace. Secondo i primi exit poli della tv di Dublino, a conclusione della giornata elettorale in cui il Nordirlanda sceglieva i deputati della sua nuova Assemblea, i favori delle urne sono andati all'Sdlp, il partito dei cattolici moderati guidato da John Hume, che avrebbe conquistato il 25% dei voti. Scavalcando a sorpresa, cioè, gli unionisti dell'Uup di David Trimble (20%), che hanno perso molti dei loro voti (e forse anche il ruolo-guida nei nuovo governo nordirlandese) sulle barricate erette dal campione del no: il reverendo Ian Paisley, che con il suo Dup avrebbe conquistato un ragguardevole 19% dei voti. Seguono il Sinn Féin, che con il 13% ha tenuto bene ma non ha saputo incidere in profondità nella popolarità di Hume, e poi via via gli altri: l'Alliance Party, anch'esso per l'accordo (8%); gli UK Unionists (anti, 4%); i Progressive Unionists (prò, 3%), gli Independent Unionists (anti, 3%); la Coalizione delle Donne (prò, 2%) e infine l'Ulster Democratic Party (prò, 1%). Sommando il voto dei partiti favorevoli all'accordo di pace si registra una loro vittoria per 70 a 28 su quelli del no: un risultato appena marginalmente inferiore a quello del referendum, il mese scorso. Il segno, insomma, che l'Ulster non intende abbandonare - nonostante i voti conquistati da Paisley - la nuova via. Solo oggi si conosceranno i primi risultati ufficiali, frutto I 4\di uno spoglio che il complica- / to sistema proporzionale condanna a un'inesorabile lentezza. Il quadro definitivo dei 108 deputati - 6 da ognuna delle 18 circoscrizioni - non emergerà che domani, o addirittura domenica. Ma già ieri, andando alle urne fra il sole e i temporali della loro primavera, gli abitanti dell'Ulster sapevano - nella parole del «Belfast Telegraph» - che quella era la loro «chance di scrivere la storia», di rinunciare una volta per tutte a «un passato in cui una sola cosa era certa, il conflitto permanente». La giornata, nei 1228 seggi allestiti per un milione e 178 mila elettori, si è svolta senza incidenti. E anche la bomba fatta esplodere la vigilia nella cittadina di Newtownhamilton, che finora non è stata rivendicata ma che si ritiene frutto di un'azione congiunta fra gli estremisti cattolici dell'Inla e della nuova Real Ira la «vera» Ira - protagonista poche settimane fa di una clamorosa scissione, non è valsa che a sottolineare l'importanza di questo voto. Persino Gerry Adams, presidente del Sinn Féin, ha espresso ferma condanna: «Desistano, perchè bisogna dare una chance aalla pace». Adams è figura emblematica di questa svolta irlandese. Perchè non sono stati nè lui nè il suo Sinn Féin ad essere i più votati - gli incarichi di premier e* vicepremier nel nuovo governo nordirlandese toccheranno presumibilmente a Hume e a Trimble - ma è la prima volta che il braccio politico dell'Ira entra in un'assemblea dell'Ulster e il suo leader in quel governo a 12. «Mi batto per salvare l'unione con Londra», ha proclamato fino all'ultimo il reverendo Ian Paisley, chiassosa voce del «no» protestante: «Faremo di tutto per evitare che questo Paese scivoli in una repubblica panirlandese». Ma neppure il successo che gli decretano gli exit poli è abbastanza per rovesciare il «sì» del referendum. La nuova Assemblea si riunirà la prossima settimana nei Castle Buildings di Stormont, gli stessi del negoziato di pace e dello storico accordo del Venerdì Santo. Poi si aggiornerà all'autunno, quando riprenderà i lavori in parallelo alle attuali istituzioni amministrative, prima di assumerne tutti i poteri entro febbraio. Toccherà all'Assemblea creare un consiglio ministeriale Nord-Sud in trattativa diretta con Dublino. Si tratta dell'organismo panirlandese su cui il negoziato si era a lungo bloccato, temuto dai protestanti come embrione di un futuro governo insulare a danno dei loro legami con Londra: si occuperà di problemi comuni come agricoltura, sanità, istruzione, ambiente, sviluppo economico, turismo, in pratica gli stessi settori che caratterizzano la nuova autonomia di Belfast. F<&io Galvano Il leader de! Sinn Féin Gerry Adams ha chiesto alla «nuova Ira» di posare le armi