Generali fa dietrofront

Generali fa dietrofront Generali fa dietrofront MF \n0. Contrariamente alle consorelle europee che chiudono nel segno positivo, Piazza Affari trascina una seduta fiacca, poco convinta, con affari scarsi che superano a stento i 2000 miliardi, e una generica attitudine all'inerzia. Il mercato guarda ancora con apprensione alla debolezza dello yen e dei mercati asiatici, e alle vaghe apprensioni sulla compattezza della maggioranza che regge il governo Prodi, a seguito della spaccatura sul voto Nato. Dopo un'apertura in leggero regresso, poi un recupero di breve durata, l'indice Mibtel chiude la giornata in ribasso dello 0,83% a 22.300 punti, registrando la performance peggiore fra le piazze europee dove brillano soprattutto Londra e Francoforte. Per la verità Milano tenta, a due ore dall'apertura, di risollevarsi, concentrando via via l'attenzione su diversi temi: la Compari., i titoli di De Benedetti, qualche banca. Ma è un tentativo che ha il fiato corto. L'avvio debole di Wall Street spinge di nuovo il listino verso il basso mentre gli scambi restano su livelli bassissimi. Poi New Yok si riprenderà al punto da far scattare il blocco automatico delle contrattazioni, ma Piazza Affari non riuscirà più a riprendersi. L'impressione è che non solo gli investitori istituzionali continuino a restare alla finestra, ma molti approfittino di brevi fiammate per portare a casa i guadagni fatti, intimoriti dal protrarsi dello stato passivo del mercato. Alla fine, anche le blue chips perdono i vantaggi della metà seduta, tanto è vero che il Mib30 arretra di oltre l'uno per cen¬ to. Alcuni operatori stimano che il Mibtel debba tornare a quota 21.500 prima di ricondurre gli investitori al parterre. Dopo la folle corsa dei primi mesi, insomma, l'impressione è che la fase di smaltimento non sia ancora conclusa. Tra un vivacchiare stentato, qualche scintilla arriva solo da indiscrezioni più o meno veritiere. Ieri ò stata la volta della Comit di agganciare l'interesse sulla voce di presunti lanci di Opa da parte di grandi gruppi bancari francesi. Voce peraltro smentita dai francesi chiamati in causa e giudicata «irrealistica» da molti operatori. Il titolo tuttavia ha guadagnato l'I,93%, anche in vista dell'incontro fissato per lunedì tra gli amministratori delegati e gli analisti. E' viceversa venuto meno l'interesse sulle Generali, dal momento che il rinnovo del presidente Bernheim viene ormai dato per scontato. Il titolo del Leone di Trieste perde quindi il 2,56%, e la stessa Mediobanca scivola dello 0,34%. Brillante viceversa l'andamento di Alleanza, rafforzata dalle previsioni positive emerse in un incontro di ieri con gli analisti. Buoni gli scambi su Eni che però, penalizzate dalle oscillazioni del prezzo del petrolio, alla fine cedono l'I,59%. Un buon viatico su tanta malinconia viene dalle parole del ministro del Tesoro. Intervenendo all'assemblea annuale dell'Abi, Ciampi osserva che, benché il rapporto capitalizzazione di Borsa/Pil sia salito al 40% rispetto al 32% di fine '97, esso risulta ancora «inferiore rispetto alla media europea». Dunque va fatto crescere. [v.sac] G

Persone citate: Bernheim, Ciampi, De Benedetti

Luoghi citati: Francoforte, Londra, Milano, Trieste