Folio e Ciampi strigliano le banche di Stefano Lepri

Folio e Ciampi strigliano le banche Duro j'accuse all'assemblea dei banchieri: «I costi sono elevati, c'è inefficienza e troppo pochi servizi Folio e Ciampi strigliano le banche «Poco competitive e in ritardo per l'Europa» Tancredi BianchROMA. «Abbandonate l'ottica del cortile e della corporazione» esorta, pungente, Carlo Azeglio Ciampi. E nell'analisi di Antonio Fazio «il sistema bancario italiano non risulta ancora pienamente competitivo rispetto a quelli dell'Europa continentale». Riuniti per celebrare la loro assemblea annuale, in un periodo di rapidi mutamenti, i banchieri italiani hanno dovuto ascoltare una duplice ramanzina da parte delle due autorità tutelari, il Tesoro e la Banca d'Italia. Tenendo fede al suo ruolo di demolitore di ogni euro-ottimismo, il Governatore teme anzi che l'unione monetaria si riveli per le banche italiane una batosta. L'assemblea di ieri ha segnato una svolta nella storia dell'Associazione bancaria italiana: per la prima volta dopo lunghi anni è stato eletto a guidarla un personaggio che viene da una piccola e dinamica banca privata, Maurizio Sella. Tuttavia, proprio dai dati di Fazio risulta che l'efficienza delle banche italiane, in paragone con quelle degli altri grandi Paesi euro, è diminuita negli Anni 90. Ossia, proprio mentre il sistema bancario salutarmente si svincolava dalla sudditanza al potere politico, rischiava invece di impegolarsi in una palude corporativa. Le parole di Fazio sono chiare: «Dall'inizio degli Anni 90, il costo del lavoro in rapporto al margine di intermediazione si è ridotto in Germania e in Francia ed è rimasto stabile in Spagna; è aumentato in Italia. Nel nostro Paese l'incidenza è pari a circa il 43%, contro una media del 38% in Francia, Germania e Spagna». I banchieri italiani devono imparare a far meglio il loro mestiere, «affinando i metodi di valutazione dei rischi», ovvero compiendo «un severo vaglio del merito di credito». Occorre inoltre uno sforzo per «ampliare la gamma dei servizi offerti alla clientela». L'analisi del ministro del Tesoro è in parte coincidente. Anche l'euro-ottimista Ciampi vede nell'unione monetaria un rischio di «minori redditi» per tutto il sistema bancario europeo, con «prospettive particolarmente complesse» in Italia. E non esclude che, nelle nuove condizioni di concorrenza dentro l'unione monetaria, l'accordo Abi-sindacati del 28 febbraio scorso per contenere il costo del lavoro in banca possa rivelarsi insufficiente; occorrerebbe in questo caso prepararsi «a una sua pronta revisione». Però non manca, tra le righe del discorso di Ciampi, una frecciata contro Fazio: «Sta all'autorità monetaria equiparare il costo a cui le aziende di credito italiane si rifinanziano ai livelli praticati dai maggiori concorrenti europei». Entro il 31 dicembre, i tassi ufficiali italiani dovranno abbassarsi per convergere con quelli degli altri 10 Paesi euro, ed è nota a tutti la cautela - secondo alcuni la lentezza - con cui il Governatore della Banca d'Italia conduce questo processo. Anche la riserva obbligatoria dovrà essere ridotta di nuovo; e Ciampi fa notare che si tratta di due importanti fattori di competitività per le banche italiane, nei prossimi sei mesi. Occorrono dunque banche più efficienti e più grandi per far fronte alle sfide. Nella relazione introduttiva, il presidente uscen- te dell'Abi Tancredi Bianchi ha sostenuto che servono «altre concentrazioni tra i primi otto gruppi italiani» prima di aprire la strada a concentrazioni con istituti stranieri. Il governatore della Banca d'Italia ripete ancora una volta di non avere alcuna ostilità verso l'ingresso degli stranieri. Il ministro del Tesoro prende di mira «alcune banche pubbliche, incapaci del distacco dal campanile» che scelgono di restringersi in una «dimensione regionale» (allude al Monte dei Paschi e a chi nel Banco di Napoli rilutta alla fusione con Bnl). Per completare la privatizzazione del sistema bancario, le Fondazioni a cui fanno capo le banche ex pubbliche dovranno vendere. Ciampi ricorda che il governo (contrariamente all'opinione di alcuni parlamentari) «non h a ritenuto di prospettare . ima dismissione coattiva» nel disegno di legge ora all'esame delle Camere; però «per il rilan- ciò del sistema» è bene che si faccia presto. Tancredi Bianchi vede «una possibilità vicina» che così accada. Una novità annunciata da Ciampi è che il governo studia modifiche alla disciplina delle società di capitali per controllare in modo più rigoroso le società che «fanno appello al risparmio con titoli non quotati». Tra il 1990 e il 1997, le banche italiane si sono ridotte di numero del 20%, a 935, contro riduzioni del 24% in Germania, del 36% in Francia e del 40% in Spagna. Nel pomeriggio l'assemblea dei banchieri ha conferito a Tancredi Bianchi la carica di presidente onorario. A Sella si affiancano come vicepresidenti Rainer Masera (Imi-San Paolo) Emilio Zanetti (Popolare di Bergamo) e Antonio Nottola (Banca di Roma). Stefano Lepri Tancredi Bianchi Antonio Fazio governatore della Banca d'Italia «I costi non sono in linea con l'Europa»