Parigi, vendita-scandalo per la discoteca di Regine
Parigi, vendita-scandalo per la discoteca di Regine Parigi, vendita-scandalo per la discoteca di Regine PARIGI NOSTRO SERVIZIO E se al posto del «Palace», la discoteca di Regine, spuntasse domani un grande negozio d'abbigliamento? O peggio ancora, un volgare «fast food», spaccio di hamburger, Coca-cola e patatine fritte? L'idea fa rabbrividire tutti coloro (sono tantissimi) che hanno conosciuto, frequentato e amato quello che per due decenni era stato il locale-simbolo delle notti parigine, il punto di riferimento fisso dove si ritrovavano, per scatenarsi e ballare fino all'alba, le star della canzone, del teatro e del cinema, le top model, gli intellettuali, i vip del giornalismo e della politica. Gli stessi che hanno cominciato a mobilitarsi per salvare il «Palace»: tra il 1992 e il 1996, il locale era stato gesti- to e animato da Regine, proprietaria di night in mezzo mondo, che vi aveva investito (indebitandosi pesantemente) più di dodici miliardi di lire. Lunedì sera, la celeberrima discoteca di Rue du Faubourg Montmartre, dove accorrevano a esibirsi tutti i più famosi gruppi di rock, è stata venduta all'asta per /,5 milioni di franchi (due miliardi di lire). Una cifra che fa gridare allo scandalo e appare davvero ridicola se si pensa che solo tre anni fa un cantante inglese, Michael Hucknall, aveva offerto sette volte tanto (14 miliardi) per acquistare il locale. Non c'è da meravigliarsi che sulla vendita si addensino sospetti se non proprio di truffa, quanto meno di torbide speculazioni. Tanto che un deputato socialista ha brandito la minaccia di un'inchiesta parlamentare. Regine, che non ha esitato a parlare di «crimine», ha addirittura chiamato in causa un magistrato, Pierre Mattei, presidente del tribunale commerciale di Parigi, insinuando che sarebbe stato lui a far «svendere» il locale per favorire un amico. Mattei ha reagito minacciando querele, ma intanto i sospetti si sono parzialmente dileguati, perché gli acquirenti, che avevano chiesto di poter conservare l'anonimato per 24 ore, si sono fatti conoscere. Si tratta dei fratelli Blanc, proprietari di numerosi ristoranti e «brasseries» di Parigi, fra cui i famosi «Pied de cochon», «Procope» e «Charlot». I Blanc avrebbero dichiarato di voler conservare al «Palace» (2500 metri quadrati e una licenza per «attività teatrali, bar e discoteca») la vocazione che lo ha reso celebre. Del resto, i lavori di ristrutturazione (che dovranno essere approvati dal ministero della Cultura) non po¬ tranno snaturare l'aspetto del locale classificato «monumento storico». Il «Palace» era già famoso, come «music hall» e sala da ballo, prima della guerra: negli Anni 30 vi si esibivano le star dell'epoca, fra gli altri Mistinguett e Maurice Chevalier. Negli Anni 70 era stato acquistato, ristrutturato e riaperto come discoteca da Fabrice Emaer, il «re» delle notti parigine. Dopo la morte di Emaer (1983) il locale, passato per le mani di vari proprietari, aveva conosciuto pochi «alti» e molti «bassi», prima che Regine lo rilanciasse nel 1992. Fino a quando non era intervenuta la polizia che alla fine del 1996, dopo una maxiretata anti-droga, aveva decretato la chiusura del «Palace». Enrico Molinari Pagata solo 2 miliardi Sospetti di speculazione In arrivo un'inchiesta Regine, proprietaria del Palace (e di night-club in mezzo mondo) di Rue du Faubourg Moptmartre per quattro anni, da '92 al '96 quando venne chiuso per droga
Persone citate: Blanc, Enrico Molinari, Fabrice Emaer, Mattei, Maurice Chevalier, Michael Hucknall, Pierre Mattei
Luoghi citati: Parigi
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