Il mal d'Africa al Mondiale di Roberto Beccantini
Il mal d'Africa al Mondiale L'ira di Camerun e Marocco contro gli arbitri che li hanno condannati Il mal d'Africa al Mondiale IL mal d'Africa scompiglia i Mondiali. Le pubbliche esecuzioni di Camerun e Marocco sono state così smaccate e proditorie da scatenare pianti, polemiche, minacce, incidenti. Il grilletto è stato premuto da arbitri-killer, non meno incapaci dell'inglese Durkin, l'insulso dittatorello che ha permesso agli austriaci di ararci impunemente. L'ungherese Vagner ha negato al Camerun il gol che lo avrebbe qualificato a spese del Cile. Lo statunitense Bahamarst ha gratificato la Norvegia di un subdolo rigore che, con l'indolore sconfitta del Brasile, ha sancito l'uscita di scena del Marocco. I marocchini avevano polverizzato la Scozia: mai dimenticheremo quel loro improvviso deviare dal giubilo alle lacrime, come se in un attimo gli fosse crollato addosso il mondo intero, e non semplicemente un Mondiale. L'Africa insorge, chiede giustizia. Non l'avrà. Come non la ebbe l'Algeria nel 1982, eliminata dal vergognoso baratto fra Germania e Austria. In Messico e in Italia ci rimise l'Urss, che Africa non è. Di parlare di complotti non ci sembra il caso, ma di sudditanza psicologica, sì: la Norvegia fa parte dell'onnipotente Uefa, i piagnistei del Cile per il rigore concesso a Roberto Baggio hanno avuto un seguito e, soprattutto, stabilito un prezzo: pagato da altri, naturalmente. Il problema sono gli arbitri, mediamente scarsi, molto professionali, poco professionisti. E mal reclutati dalla Fifa: a un Mondiale si deve privilegiare la qualità, non il manuale Cencelli, continente per continente. Il presidente della confederazione africana è un camerunense, Issa Ayatou. Eppure il Camerun è stato preso a pesci in faccia. Per far sentire la sua voce, l'Africa povera non ha che uno strumento ricco e pesante: il voto, una volta ogni quattro anni. Questo era l'anno buono, visto che si eleggeva il nuovo presidente della Fifa: evidentemente, Camerun e Marocco hanno sbagliato cavallo. Roberto Beccantini
Persone citate: Cencelli, Durkin, Marocco, Roberto Baggio, Vagner
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