Le mille sconfìtte dei celti
Le mille sconfìtte dei celti Mostra a Camerino Le mille sconfìtte dei celti ECAMERINO ECONDO la tradizione antica, nel 278 a. C. i galli invadendo la Grecia arrivarono a minacciare il santuario di Delfi e dovettero intervenire personalmente Apollo, Atena ed Artemide, i più grandi dei dell'Eliade, per sventare il saccheggio. Perché come è noto i galli, ovvero i celti, non avevano paura di nessuno e di niente, solo un certo qual timore, secondo quanto dice Asterix riprendendo una frase che sarebbe stata davvero pronunciata da un capo mercenario al cospetto di Alessandro Magno, che il cielo potesse cader loro sulla testa. Ciononostante, e anzi forse proprio per questo, le immagini più belle e drammatiche di queste popolazioni che occuparono vaste zone d'Europa e si spinsero nella penisola italiana sono opera dei vincitori, dei greci e dei romani. I celti, nello splendore del marmo, della pietra o della terracotta, giocano sempre la parte dello sconfitto. A questo tema l'Università di Camerino ha dedicato (con gli enti locali e le università di Macerata e Perugia, e la collaborazione della Sapienza di Roma) una mostra allestita nel Convento San Domenico fino al 10 ottobre, dal titolo Vittorie sui celti. Una serie di pannelli studia e documenta proprio la «maestà» della sconfitta, a partire dal meraviglioso «Galata morente» dei musei capitolini, emblema di dolore e di forza non doma, riproponendo la vicenda misteriosa di una statua che, insieme a quella altrettanto grandiosa del «Galata che uccide la moglie» (perché non cada preda dei vincitori), rappresenta un affascinante giallo archeologico. Queste sculture, e altri importanti fregi e statue, vengono qui studiate attentamente e restituite ai contesti (certi o probabili) in cui sono nate, attraverso un reticolo di relazioni e di analogie, di proporzioni e prospezioni, fino a comporre a fine percorso quasi una «storia»: la vicenda di un'antica guerra i cui frammenti parlano e si raccontano attraverso la magia dell'arte, fs. e]
Persone citate: Alessandro Magno, Eliade, Galata
Luoghi citati: Camerino, Europa, Grecia, Macerata, Perugia, Roma
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