Eutanasia, ultima libertà. La Rai trascura basket e tennis

Eutanasia, ultima libertà. La Rai trascura basket e tennis LETTERE AL GIORNALE Eutanasia, ultima libertà. La Rai trascura basket e tennis La vita è di Dio i patimenti sono nostri La Chiesa dice che la vita è un dono di Dio e, concordando con Benedetto Croce che affermava che non possiamo non dirci cristiani, abbiamo il dovere di essere d'accordo. Quando però questa vita si guasta fisicamente in modo irreparabile per qualche tremenda malattia piovutaci incolpevolmente addosso (e lo spunto mi è dato dal commovente episodio dell'insegnante di Monza che ha staccato il respiratore alla moglie per non prolungarle orribili sofferenze) vediamo che le belle parole dette all'inizio sembrano perdere la loro forza. L'eutanasia continuerà a far discutere il mondo intero, e certamente è da evitare, soprattutto quando la si pratica verso chi non la vuole o non è in grado di darne il consenso. Ma quando la Chiesa ci ricorda che ognuno di noi non è padrone della propria vita perché è Dio che ne è il signore, allora credo che non siano pochi coloro che non riescono ad accettare questo, perché il poter disporre almeno di questo nostro misero corpo - e non fier qualche capriccio - è forse 'unica vera libertà che ci è consentita. Infatti le membra sofferenti urlano, con una certa logica, che se la vita è di Dio, i patimenti, quei patimenti sono nostri e soltanto nostri! Senza scomodare lo stesso Cristo che sulla croce aveva ormai umanamente ceduto al male, si può star certi che i severi giudici (ecclesiastici e laici) di certe drammatiche situazioni altrui, i quali forse non per caso godono solitamente di salute di ferro, si fermerebbero un attimo a riflettere rileggendo le parole che di seguito riporto, dette da Santa Teresa di Lisieux quando, travolta dai dolori, disse: «Che cos'è scrivere belle cose sulla sofferenza? Nulla, nulla! Bisogna esserci pe- sapere!». Eppure la grande santa, elevata pochi mesi fa dal Papa ala di- gnità di Dottore della Chiesa, in compagnia ora di S. Agostino e Tommaso d'Aquino, quando era in salute la vedeva diversamente e invocava dal Signore patimenti e macerazioni per annullarsi in Lui! Sabrina Bono, Volpedo (AL) Non c'è spazio in tv per gli altri sport Io sono un appassionato di calcio ma non sopporto i soprusi perpetrati della RAI sugli appassionati di altri sport, nel caso specifico basket e tennis. Giovedì 28, la RAI ci ha regalato il giro d'Italia ma a che prezzo? La finale del campionato italiano di basket, addirittura un derby, relegato in seconda serata per trasmettere su RAI2 II meglio di furore che di per sè è già una barzelletta, con tutto il rispetto per le barzellette. E questa è solo la punta dell'iceberg di una programmazione che ignora oltre allo sport che non sia calcio altri grandissimi avvenimenti, e questo non accade per farci vedere primizie cinematografiche o grandi reportage giornalistici ma per farci gustare film di seconda categoria americani o altre cose assortite. Non sarà questo a salvare l'Italia dallo sfascio ma visto che questi geni amministrano soldi di tutti si degnino almeno di spiegarci queste scelte a dir poco irritanti per un servizio che la legge definisce pubblico. Enrico Vallino S.Antonino di Saluggia (VC) emval@hotmail.com Nessun rimborso per i Rolling Stones Sono uno dei sfortunati possessori di biglietti del mancato concerto dei Rolling Stones a Milano. Desidero informarvi che nonostante quanto apparso su La Stampa, i biglietti a tutt'oggi non vengono rimborsati. La ragione che Virgin Megastore offre che i due organizzatori sono in itigio, o qualcosa di simile. Uno dei due, Zard, ha dichiarato publicamente che i biglietti sarebero stati rimborsati, anzi parlaa addirittura di un'opzione per l ventilato concerto di settemre. Io credo che siano problemi i Virgin Megastore e degli altri istributori di biglietti, il mio in¬ terlocutore è appunto Virgin Megastore, non Zard. In ogni caso la storia è penosa, oltre il danno la beffa. Credo che la cosa meriti quasi una sollevazione popolare, vi prego di informare tutti della situazione. Adriano Abbado abbado@planet.it I ritardi della cura Di Bella Multitrattamento terapia prof. Di Bella: chiacchiere a non finire, accuse, controaccuse, denunce, accertamenti, ma non se ne accorgono i responsabili che sono trascorsi quasi sei mesi dal via alla sperimentazione uf- ficiale e che i pazienti (mi riferisco al protocollo n. 3) non sono ancora stati convocati e già sappiamo per certo che la sperimentazione cesserà a ottobre? Quali conclusioni possono trarre dalla sperimentazione fatta da responsabili ostili e nel frattempo i malati curabili stanno diventando incurabili e quelli che erano in fase critica sono forse già deceduti? P.S. Lo sfogo di un marito che vede la moglie morire lentamente. Lettera firmata Torino La tragedia dei bimbi argentini Vorrei utilizzare il giornale per fare gli auguri a Guido Carlotto, che compirà vent'anni il prossimo 26 giugno. Questi sono auguri molto particolari, perché Guido non sa di chiamarsi così e probabilmente non sa nemmeno di essere nato quel giorno. Ciò avviene perché il ragazzo è figlio di una desaparecida argentina ed è stato partorito da sua madre Laura Estella in un carcere clandestino durante la dittatura militare. Laura venne rapita assieme al marito e rimase viva fino al parto perché i generali avevano organizzato un mercato di bambini per l'adozione. Poi venne assassinata come il suo compagno. In quegli anni dozzine di bambini rapiti con i genitori o nati nelle carceri segrete della Giunta vennero dati a coppie sterili che, a volte in buona fede, li tennero come loro figli. Qualcuno di questi bambini, come Paula Eva Llogares, è stato ritrovato, per tanti altri come Guido c'è una nonna che cerca ancora. Oggi facendo gli auguri a lui li faccio anche a tutti i bambini di quella generazione perduta che ha pagato l'indifferenza del mondo ben più dei loro genitori assassinati. Vorrei cogliere l'occasione per ringraziare tutti quelli che quegli anni si batterono per i desaparecidos argentini e per le mamme e le nonne di Piazza di Maggio. In particolare il mio ricordo va alla piccola eppure efficiente Amnesty International di quei tempi lontani, ma anche ai soldati inglesi che sconfissero la Giunta nella guerra delle Falklands facendola così cadere. Poi vorrei ricordare anche quelli che avrebbero potuto fare qualcosa e non fecero nulla: le Nazioni Unite e i governi di tutto il mondo. Claudio Giusti Forlì Il ruolo delle madri nell'anoressia La Stampa di venerdì 29 maggio titola una intervista con me sulla nostra ricerca di terapeuti familiari sull'anoressia in questo modo: «Anoressia, madri sotto accusa» e sotto «Oppressive e fissate con la linea». Ma noi non pensiamo affatto queste cose e lo spiega la stessa intervista pubblicata sotto quei titoli. Valorizziamo infatti le madri come un appoggio essenziale ad aiutare le loro figlie anoressiche. Purtroppo quei titoli hanno provocato una grave ed inutile sofferenza a molte madri che stiamo seguendo in terapia familiare, e che molto giustamente hanno protestato con me. Matteo Selvini, Milano Nuovo Centro per lo Studio della Famiglia Le lettere ■.vanno inviateci f \ /la stampa Vìa Marenco 32, 10126 TORINO\. fax 011 -6568924 e-mail lenere@lattampa.it

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