Bufera sull'unità sindacale di Paolo Patruno

Bufera sull'unità sindacale «Non accetto diktat dalla Cgil. Cofferati si decida: scioperare contro Prodi non è di destra» Bufera sull'unità sindacale D'Antoni: alla grande Osi non rinuncio ROMA. Brusco stop sul cammino tormentato dell'unità sindacale. Sergio D'Antoni usa parole dure verso Cofferati davanti all'esecutivo della Cisl e afferma che è pronto a rinunciare alla costruzione dell'unità con Cgil e Uil piuttosto che desistere dal progetto di «Forum sociale», una sorta di «grande Cisl» allargata alla galassia dei soggetti sociali dell'area cattolica (Acli, Compagnia delle Opere, Movimento cristiano lavoratori) con l'eventuale apporto anche di Coldiretti e Confartigianato. Su questo progetto la Cgil storce il naso, come anche Larizza della Uil che ne lamenta la discriminante confessionale. Ma su questa strada di potenziamento, D'Antoni ha impegnato la Cisl malgrado le riserve del suo «vice» Morese, fautore dell'unità sindacale, e di qualche categoria. Ma a suscitare la dura reazione di D'Antoni è stata anche una recente affermazione di Cofferati, secondo cui agitare l'arma dello sciopero generale, come ha fatto il leader della Cisl con il governo Prodi sulla vertenza per l'occupazione, è «di destra». Contrattacca D'Antoni: «E' stata una spaventosa caduta di autonomia da parte di Cofferati», se fosse accolta questa tesi lo sciopero sarebbe giustificato solo contro governi di destra o di centro. Secca la replica della Cgil, affidata al n. 2, Guglielmo Epifani: «D'Antoni abbassi i toni, che sono inaccettabili», mentre Larizza incita a non pregiudicare almeno l'unità d'azione fra Cgil, Cisl e Uil. Allora D'Antoni, è arrivato il momento di seppellire definitivamente l'unità sindacale? «Nessun addio all'unità. Ma non possiamo accettare alcun diktat dalla Cgil e rinunciare al nostro progetto di "Forum sociale" che rafforza il sindacato, ne amplia le potenzialità dando rappresentanza a una fetta di società in una situazione in cui le istituzioni sono in sofferenza. Questo progetto è complementare all'avanzamento dell'unità sindacale, alla costituente da noi proposta. Non è affatto alternativo». Ma la Cgil sostiene di avere difficoltà a costruire l'unità con organizzazioni come, ad esempio, la Coldiretti... «Noi vogliamo avanzare in parallelo, ma Cofferati ci risponde in maniera molto forte: o voi rinunciate al Forum o l'unità non può decollare». E allora qual è la vostra risposta? «Che sono loro a rinunciare in questo modo a costruire l'unità con noi. Perché io non potrò mai accettare di mortificare la Cisl, di sacrificarne lo sviluppo, come pretende la Cgil». Ma sono tutti d'accordo nella Cisl sulla sua linea? Il suo vice, Morese ha espresso riserve sul progetto di «grande Cisb) per le sue eventuali implicazioni politiche... «Salvo una piccolissima frangia, tutta la Cisl è su questa linea. E' difficile che qualcuno di noi si sottometta al diktat della Cgil. Ma siamo chiari fino in fondo, questa storia della "grande Cisl" è soltanto una scusa, come era stata in passato quella della rappresentanza. Ogni volta che arriviamo vicini all'unità sindacale ce n'è una nuo- va. In passato abbiamo sempre cercato di appianare le divergenze, ma questa volta basta davvero». Lei ha attaccato duramente Cofferati anche sulla «voglia di sciopero generale che c'è a destra». Perché si è sentito tirato personalmente in ballo? «Solo io e in parte Larizza abbiamo parlato di sciopero generale per premere sul governo a fare di più per l'occupazione. E noi due saremmo di destra? Non scherziamo. Ma per Cofferati chi sciopera contro un governo di sinistra fa una scelta di destra, mentre uno sciopero contro un governo di destra è una scelta di sinistra. Allora, l'unico sciopero possibile è contro un governo di centro, perché è neutro? Ma via, così si dà l'addio a tutta la nostra politica di autonomia, alla scelta che i governi, qualunque siano, si giudicano per quello che fanno. Guai a noi se fosse così. No, Cofferati ha avuto davvero una clamorosa, spaventosa caduta di autonomia». Allora, che cosa farà adesso la Cisl? «Qualcosa è cambiato, bisogna aprire un dibattito fortissimo su tutto. Noi siamo pronti a un congresso straordinario della Cisl per ribadire le nostre scelte. E con gli altri, con Cgil e Uil sono pronto a un dibattito senza pregiudiziali, ma non sono disposto a rinunciare a niente». Paolo Patruno Il segretario della Cisl, Sergio D'Antoni

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