Gli ebrei tendono la mano ull'islam di Marco Tosatti
Gli ebrei tendono la mano ull'islam La proposta dal Congresso delle comunità israelitiche: «La strada è nel dialogo» Gli ebrei tendono la mano ull'islam «L'Italia riconosca i musulmani» ROMA. Tullia Zevi esce di scena. In piedi, per vari minuti, i 90 delegati al Congresso delle comunità israelitiche hanno applaudito, salutando così il presidente uscente dell'Unione. Un'ovazione senza precedenti, un momento storico; alcuni non hanno esitato a mostrare la loro commozione. Tullia Zevi è stata presidente per quattro mandati di seguito (16 anni) e per 30 anni ha avuto un posto nel consiglio dei Quindici. Ieri non è stata eletta, per sua scelta; in un certo senso è un taglio netto con i ruoli ricoperti finora, sottolineato anche dalle parole del discorso di commiato. Una richiesta all'assemblea, e all'ebraismo italiano, di cercare un momento di unità, di superare le divisioni di taglio politico e religioso che l'hanno scosso negli ultimi anni, e che sono culminate di recente nel problema del riconoscimento o meno di ima patente di ebraicit.à ai figli di matrimoni misti in cui la madre non è ebrea. Il Congresso ha ringraziato la Zevi, primo presidente donna di una comunità europea, per aver «saputo instaurare e mantenere con alto profilo rapporti proficui con le più alte autorità nazionali ed internazionali, ebraiche e non operando per l'interesse dell'ebraismo italiano» e per i grandi «equilibrio e saggezza» con cui ha svolto il suo mandato. Si apre adesso il delicato problema della successione, che il Consiglio dovrà affrontare nella sua prossima riunione. Due candidati, Amos Luzzatto e Dario Tedeschi hanno ottenuto 70 voti ciascuno. Di norma il Consiglio, integrato da tre membri della Consulta rabbinica, elegge come presidente il più votato. E' quasi certo che la scelta cada su Amos Luzzatto, di Venezia, scrittore e uomo di cultura, con grandi tradizioni in questo campo (è nipote di Dante Lattes). L'elezione dovrebbe avvenire già nella prossima settimana. Una modifica al sistema di votazione ha permesso sia alla minoranza che alle piccole comunità una maggiore visibilità in Consiglio. E il risultato ò un bi- lanciamento notevole fra la sinistra e il centro moderato. E lo stesso discorso vale per alcuni dei temi scottanti, come la politica israeliana. La commissione ha chiesto ai leader delle due parti di lavorare per offrire alla regione concreti segni di pace. Il che ha evitato una condanna della politica del governo Netanyahu. Il Congresso si è chiuso anche con una novità storica. La «Commissione politica» ha approvato una mozione in cui si sottolinea la necessità di un dialogo ebreomusulmano a vari livelli. In primo luogo, naturalmente, fra le istanze locali. La mozione auspica poi che lo Stato e i rappresentanti dell'Islam in Italia giungano al punto in cui venga riconosciuta la comunità dei seguaci del Profeta, e siano di conseguenza formalizzate le «Intese» sulla falsariga di quelle che già sono state firmate con altre religioni minoritarie. Il dialogo auspicato dalla mozione dovrebbe, nelle intenzioni, non limitarsi all'Italia, ma allargarsi gradualmente al bacino del Mediterraneo, per diventare uno strumento di dialogo e di pace. Oltre a Luzzatto e Tedeschi sono entrati nel consiglio Saul Mehnagi, Bruno Orvieto, Clotilde Pontecorvo, Giorgio Sacerdoti, Lia Montel Tagliacozzo, Franco Segre, Claudio Morpurgo, Giacomo Saban, Janet Di Nepi, Ugo Limentani, Paola Sereni, Leone Soued e Giulio Di Veroli. Marco Tosatti Dopo sedici anni da presidente Tullia Zevi ha deciso di dimettersi La sinagoga di Roma e nell'altra foto Tullia Zevi
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