Il pm fa ripartire Marghera

Il pm fa ripartire Marghera Decisivi per il magistrato gli interventi sullo scarico. Ma i sindacalisti confermano lo sciopero Il pm fa ripartire Marghera Revocata la chiusura del Petrolchimico VENEZIA. Il Petrolchimico non si fermerà. Mentre il campanile di San Marco batteva mezzogiorno, il magistrato Luca Ramacci ha sciolto la riserva firmando la revoca del provvedimento di sequestro preventivo dello scarico Sml5 che avrebbe messo in ginocchio la chimica italiana. L'incubo è durato 7 giorni ed è finito con sorrisi e strette di mano. Una settimana costellata di allarmi, sopralluoghi, appelli, proteste operaie e imprenditoriali e arricchita persino dal giallo della scoperta di un presunto scarico fantasma, che era però la deviazione del collettore principale. Il sostituto procuratore veneziano che ha fatto tremare il Petrolchimico, e che ha messo sotto inchiesta una ventina di dirigenti di Enichem, ha riconosciuto e scritto nell'ordinanza di revoca che gli interventi eseguiti sullo scarico e sugli impianti «hanno consentito l'eliminazione delle sostanze rinvenute nelle analisi o comunque la riduzione dei quantitativi delle sostanze immesse in Laguna entro limiti tali da non arrecare ulteriore pregiudizio all'ecosistema lagunare». Il magistrato ha dato ai legali di Enichem Stella e Cesari, «il merito di aver reso possibile una soluzione soddisfacente del problema». Temuto da operai e imprenditori, elogiato dagli ambientalisti, Ramacci ha commentato: «E' una fase di un processo finita bene» e si è augurato che «per il futuro non servano altre cose simili. E' l'esempio di come è cambiato il tipo di rapporto tra azienda e magistratura, un rapporto di collaborazione. Questa vicenda dimostra che i problemi vanno risolti e non rinviati». Enichem, dunque, sta già riportando a pieno regime la funzionalità degli impianti, di cui era stato avviato il fermo graduale, e il professor Federico Stella dice che si tratta di «un grossissimo risultato, che deve servire da esempio per il futuro». Il decreto del magistrato, oltre a stabilire che gli adeguamenti permettono di abbattere i livelli delle sostanze inquinanti, riconosce infatti la disponibilità dell'azienda a garantire a proprie spese un servizio continuo di vigilanza e monitoraggio sugli impianti. La revoca del sequestro solleva i dipendenti del Petrolchimico ma non sposta la posizione dei sindacati che hanno confermato lo sciopero generale di 4 ore per venerdì 26 giugno. Marghera si fermerà non solo per la rovente questione della chimica, ma, ha detto Alessandro Sabiucciu, segretario della Cgil veneziana, per rivendicare dal governo «una politica industriale che, in alcuni setton strategici per la nostra economia e il nostro territorio - chimica certamente, ma anche cantieristica e alluminio -, è sempre più essenziale». Il ministro veneziano dei Lavori Pubblici, Paolo Costa, che ha firmato col collega Ronchi il decreto sugli scarichi industriali e che aveva definito la misura del sequestro una sorta di «elettroshock», ha detto che la revoca ricrea anche le condizioni per affrontare il problema della presenza di industrie nella gronda lagunare in forme e modi compatibili con il risanamento e la conservazione di Venezia. Ma il pm Ramacci stronca i facili entusiasmi: per l'inchiesta sul Petrolchimico il decreto Ronchi-Costa non ha effetti. Gli interventi previsti, di caratte¬ re generale, «non hanno incidenza sugli aspetti penali di questa e di altre vicende processuali». Soddisfatti anche politici e amministratori che guardano ormai al «dopo», ossia all'applicazione del decreto Ronchi-Costa come passo ulteriore per la riconversione e lo sviluppo in Laguna di una chimica pulita. «Speriamo di poter fare a meno di altre sorprese», ha commentato il sindaco Cacciari, per il quale è importante che tutto «sia tornato in ordine rapidamente», e che ha sempre sostenuto che i dati dell'inquinamento, in base alle analisi, erano sotto controllo. Per il presidente della Regione Veneto, Giancarlo Galan, «la revoca ci solleva da una situazione pesante dal punto di vista sociale, ci fa tirare un sospiro di sollievo e ci consente di proseguire per la strada del risanamento». Ma Galan, che aveva definito «quanto meno intempestivo» il sequestro, sostiene che «vanno risolti gli equivoci sulla presenza della chimica a Marghera». Maria Grazia Raffele Il sindaco Cacciari «Adesso però speriamo di poter fare a meno di altre sorprese» L'Enichem ha già riportato a pieno regime la funzionalità degli impianti Il magistrato Luca Ramacci ha sciolto la riserva firmando la revoca del provvedimento di sequestro Il Petrolchimico di Marghera riprende a funzionare a pieno regime

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