Il reverendo contro Adams E' lo disfida di Belfast di Fabio Galvano
Il reverendo contro Adams E' lo disfida di Belfast Domani l'Ulster elegge la sua Assemblea, ex terroristi in lista Il reverendo contro Adams E' lo disfida di Belfast LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Sono i mondiali di calcio, nelle analisi della vigilia, i veri vincitori delle elezioni con cui l'Irlanda del Nord sceglierà domani i 108 membri della sua nuova Assemblea; e se non delle elezioni, per le quali si attende una grande affluenza di poco inferiore all'81% del referendum di un mese fa, almeno della campagna elettorale. Non sono bastate le filippiche anticattoliche del reverendo Ian Paisley, né l'intensa campagna con cui il Sinn Féin braccio politico dell'Ira - sta cercando di strappare voti ai nazionalisti moderati dell'Sdlp a distogliere l'attenzione nazionale dagli stadi francesi. Eppure si avverte che l'attesa è grande, che le varie forze politiche attendono alcune la conferma e altre la smentita del sì referendario. Soprattutto che il momento è cruciale, come rivela anche la bomba fatta esplodere nella notte di ieri - si pensa a un gruppuscolo ribelle dell'Ira - su una strada di campagna fra Newry e Forkhill, nella contea di Armagh. Nessun ferito, solo un cratere nell'asfalto: ma è stato un monito, l'indicazione che la partita della pace non è ancora finita. Ognuna delle 18 circoscrizioni elettorali, domani, dovrà scegliere sei deputati: con un complicato si¬ stema detto del «singolo voto trasferibile», che probabilmente richiederà due o tre giorni per uno spoglio completo. Si chiederà infatti di indicare sulla scheda, accanto ai nomi dei candidati, l'ordine di preferenza. Viene eletto chiunque raggiunga, con il numero uno, un settimo più uno dei voti validi. Poi le schede entrano nella girandola della seconda scelta, della terza e così via fino a quando sono emersi i sei nomi. Quasi una proporzionale, alla fine dei conti, in quanto darà voce anche ai partiti minori. Spetterà poi ai 108 eletti, entro la fine dell'anno, eleggere l'esecutivo una sorta di governo del Nordirlanda - che dovrà avviare il dialogo con Dublino, come prevede l'accordo del Venerdì Santo. L'Ulster si gioca il futuro; ma nel dibattito di queste settimane, avviatosi stancamente in una provincia esausta per il referendum, sono i temi di sempre a dare il tono. L'annosa questione delle marce protestanti, viste come provocazione dai cattolici, che ha spinto ieri il presidente del Sinn Féin Gerry Adams a invocare l'intervento del primo ministro Tony Blair per scongiurare fiammate nella cattolica Garvaghy Road, quando il 5 luglio gli orangisti scenderanno in strada con i loro tamburi e i loro gonfaloni per l'annuale «battaglia di Drumcree», alle porte della pro¬ testante Portadown. «Tenga i suoi cani a freno», repbca il leader unionista David Trimble. E poi c'è la questione del disarmo delle forze paramilitari, con Trimble convinto che quella sia una precondizione all'ingresso dei deputati Sinn Féin nella nuova Assemblea, e Martin McGuinness pronto a replicare che allora anche i reparti dell'esercito britannico devono disarmarsi. Non sono, naturalmente, i due soli elementi di dibattito. Ci sarà da vedere, nel nuovo clima di pace dell'Ulster, quanti voti il Sinn Féin riuscirà a strappare a John Hume e ai moderati cattolici dell'Sdlp; che ruolo avranno le forze unioniste che al referendum avevano votato «no», a parole rassegnate ai fatti ma additate come «cavalli di Troia» pronti a un'alleanza post-elettorale con i deputati di Paisley; come risponderanno gli elettori al progetto di scarcerazione dei terroristi, ma anche alla presenza di ex terroristi (è soprattutto il caso del Sinn Féin) nelle liste elettorali. Soprattutto ci si domanda se, dietro le schermaglie dei maggiori protagonisti, la voglia di pace abbia davvero preso il sopravvento sulla logica della violenza. E sarà questa, dicono a Belfast, la principale risposta che il voto di domani dovrà dare. Fabio Galvano Gerry Adams leader storico del Sinn Féin ha invocato ieri l'intervento del premier britannico Tony Blair per fermare le marce dei protestanti
Luoghi citati: Belfast, Dublino, Irlanda Del Nord, Londra, Ulster
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