LA FORZA DEL GRUPPO di Roberto Beccantini

LA FORZA DEL GRUPPO LA FORZA DEL GRUPPO stino ha gusti scriteriati e persecutori. Mors tua vita mea: al posto di Nesta, dall'album di famiglia è riemerso Beppe Bergomi, il filo d'acciaio che ci ricollega alla squadra e alla corona del 1982. Da riserva a titolare: succede. In difesa siamo contati, ma visto all'opera lo zio coltiviamo la sensazione, «cugina» della certezza, che il reparto non ne risentirà. Nel primo tempo, l'inglese Durkin ha lasciato che gli austriaci pascolassero sulle caviglie dei nostri. Un arbitraggio inqualificabile: con l'aggravante di un altro rigore sfilato all'Austria sull'1-0. Bene ha fatto l'Italia a non reagire, a non replicare rotola su rotola. Cinque ammoniti nelle tre gare introduttive (l'ultimo, Paolo Maldini) testimoniano una cortettezza apprezzabile, premiata dal regolamento, che, in materia, contempla l'azzeramento dei gialli vaganti. Insomma: dagli ottavi, tutti «vergini». E' un'Italia serena e compatta, coraggiosa e timida, a immagine e somiglianza del suo citi. Christian Vieri ne incarna l'anima guerriera. Traccia il solco, sblocca il risultato, ritorna capo cannoniere (4 reti, come Batistuta). Intorno a lui, sboccia Del Piero e si conferma Robi Baggio, un altro, come Bergomi, che ha sedotto il tempo. I problemi sono a centrocampo, reparto nel quale l'assestamento tattico e le condizioni di forma hanno orientato le scelte verso la quantità (Pessotto), a scapito della qualità (Albertini). Piace, questa Italia, per il suo modo di inforcare le partite, e di renderle palpitanti. Anche troppo, a volte. Roberto Beccantini

Luoghi citati: Austria, Italia