Unico 98, studenti a carico

Unico 98, studenti a carico LETTERE Unico 98, studenti a carico ONO una lavoratrice dipendente, vedova, e ho una figlia di 26 anni che l'anno scorso si è laureata in medicina. Quest'anno, a seguito di un concorso, è stata ammessa a frequentare la scuola di specializzazione in medicina fisica e riabilitativa. In qualità di studentessa, le è stata attribuita, ai sensi dell'articolo 6 del di. 257/91, una borsa di studio di importo sicuramente superiore a lire 5.500.000 dall'Università di Pavia che le verrà corrisposta nel corso di quest'anno. Essendo tale borsa di studio esente dall'Irpef, desidero sapere se posso ancora considerare mia figlia fiscalmente a carico (chiedere cioè la detrazione come familiare a carico). Considerato, inoltre, che non avendo mia figlia altri redditi, non potrebbe usufruire degli oneri deducibili (tasse universitarie di circa 2 milioni di lire, un'assicurazione, eventuali spese mediche) ma, nel caso potessi ancora considerarla fiscalmente a carico, potrei dedurre io. Preciso, inoltre, che non è iscritta alla partita Iva (in quanto la scuola di specializzazione è incompatibile con la professione) e che ha dovuto iscriversi all'Albo dei medici della provincia e dovrà così obbligatoriamente versare anche il contributo previdenziale all'Enpam (potrò eventualmente dedurre anche quest'ultimo?). Rivolgo a voi questi quesiti, certa di una informazione corretta in quanto gli Uffici preposti non hanno saputo rispondermi. A. B. - Alessandria Le borse di studio corrisposte agli studenti che frequentano corsi di specializzazione universitaria ai sensi della I. 257/91 sono esenti dall'Irpef e quindi non devono essere considerate nel calcolo del limite dei 5.500.000 di reddito complessivo. Per i redditi del '97 è richiesto che il figlio non abbia superato i 26 anni. Dal '98 il limite di età non è più previsto. Sarà però necessario che il figlio sia convivente o riceva assegni alimentari non risultanti da provvedimenti dell'autorità giudiziaria e non abbia, naturalmente, un reddito Irpef complessivo superiore a 5.500.000 lire. I contributi previdenziali versati all'Enpam non sono deducibili dal reddito del genitore anche se il figlio è considerato fiscalmente a carico. Solo un rimborso «una tantum» Vorrei un vostro giudizio su quanto mi è accaduto sul-c/c giovani di una filiale del Banco Ambrosiano Veneto di Torino. Con l'errore di conteggio dei giorni di valuta, per un assegno su piazza conteggiato come fuori piazza dalla banca, sono andato in negativo di 8.700 lire. Il negativo, a detta dell'impiegato interpellato, fa scattare automaticamente una penalità di 90.000 lire. Dopo varie insistenze con l'impiegato che opponeva resistenze alla ricerca, veniva accertato l'errore ed eseguito lo storno dei giorni di valuta. A questo punto mi aspettavo lo storno delle 90.000 lire, invece a fine aprile mi trovo un bonifico di 50.000 lire con valuta 1/1/98. Interpellato il solito impiegato sul motivo della differenza, mi ha risposto che non sapeva cosa faceva il centro contabile e che, appena avesse avuto tempo, si sarebbe informato. Data la sua scortesia (o incompetenza) ho chiesto di parlare con il suo superiore, il responsabile del salone. Dopo un'attesa di venti minuti senza successo, mentre il responsabile continuava a sbrigare le sue faccende, ho deciso di chiudere il deposito e di passare ad un'altra banca. Che cosa ne pensate? Claudio Florio - Torino Abbiamo girato la questione all'Ambroveneto che ci ha fornito una diversa versione dei fatti. Innanzitutto la banca sottolinea che l'assegno in questione non era su piazza, poiché si trattava di un assegno di una filiale della Cariplo di Trieste, e di conseguenza non c'è stato alcun errore nel calcolo della valuta. Le 50.000 lire accreditate, dunque, non sono state la rettifica di un errore, ma - a detta dell'istituto una sorta di rimborso «una tantum» dovuto all'esiguità della cifra di scoperto e alle insistenze del cliente. Fin qui le spiegazioni della banca. Se non è soddisfatto della risposta, pur avendo lasciato l'istituto, può segnalare la vicenda all'Ombudsman dell'Abi, l'organismo di tutela dei clienti bancari, per chiedere un eventuale risarcimento del danno. Quando si può usare la cambiale agraria Mio marito e io abbiamo deciso di costruire una casa. Dovremo chiedere un prestito e abbiamo sentito parlare di «cambiale agraria». In che cosa consiste e qual è il tasso di interesse attuale? Firma illeggibile La cambiale agraria viene emessa per le operazioni di credito agrario, ossia per finanziare le attività agricole e quelle connesse, come agriturismo, manipolazione, conservazione e trasformazione, commercializzazione e valorizzazione dei prodotti. E' di norma uno strumento a breve o aì massimo medio termine (cinque anni) e non viene utilizzato dalle banche per finanziare le attività di costruzione, anche se si tratta di abitazioni rurali. lei, la percentuale era del 6 per mille L'esempio «E» sul numero di Tuttosoldi della scorsa settimana, come hanno rilevato alcuni lettori, era errato. Per un immobile ih proprietà al 50% a Torino, con una rendita rivalutata di 1.300.000 lire, utilizzato come casa d'abitazione da parte di un altro comproprietario, l'aliquota da applicare è il 6 per mille, Ilei annuale dovuta dal comproprietario è di lire 390.000 lire, quella relativa al 1° semestre è di 195.000 lire e l'acconto di giugno è di 175.500 lire, arrotondato a 175.000. Altri lettori (citiamo per tutti Giotto Fiorio di Pisa) ci chiedono chiarimenti sulla «locazione finanziaria», per la quale è tenuto a versare l'Ici il conduttore e non il proprietario. Questo contratto è nuli'altro che il leasing immobiliare, con il quale un soggetto si impegna a cedere, dopo il pagamento di un certo numero di canoni mensili di importo elevato, un immobile a un prezzo predeterminato. Hanno collaborato: CESARE RIETTO ANTONELLA DONATI A CURA DI GLAUCO MAGGI

Persone citate: Claudio Florio, Giotto Fiorio

Luoghi citati: Alessandria, Pisa, Torino, Trieste