ESSERE, E NON APPARIRE

ESSERE, E NON APPARIRE ESSERE, E NON APPARIRE ALOISIO Ottorino, architetto; Zoff Dino, calciatore. Nel mezzo, migliaia e migliaia di friulani, illustri e non, famosi e non, che hanno onorato e onorano Torino. Friulani come il sindaco Valentino Castellani, come Sigfrido Leschiutta, presidente dell'Istituto elettrotecnico nazionale Galileo Ferraris, o come Toni Cian, il sarto che ha vestito Mike Bongiorno e i divi di Sanremo. Friulani come operai, ingegneri, piccoli imprenditori, commercianti, preti, bottegai, figli di un popolo «salt, onest, lavorador» secondo l'inno che celebra la gente della terra bagnata dal Tagliamento. Chi sia stato il primo friulano a fare le valigie non si sa, né quando sia arrivato in cerca di fortuna e di lavoro a Torino. Certo, molto prima dei 40 anni di vita che il Fogolar Furlan celebra in questi giorni, dando nuovo lustro alle sue funzioni di ideale punto di riferimento per i friulani di Torino. Quanti sono? Quelli che, carta di identità alla mano, risultano nati in qualche angolo della «piccola patria» sono oggi meno di 6 mila. Ma se si considerano le seconde e le terze generazioni si arriva a 30 mila, forse di più. E tutti fedeli al motto di sempre: essere e non apparire. Agire, fare, produrre, ma senza rumore. Segnali di presenze friulane nella capitale subalpina si hanno già alla fine dell'800, ma si fanno addirittura massicce nel primo dopoguerra, sulla spinta della disfatta di Caporetto. Sono di allora i versi con cui Enrico Fruch canta le bellezze e la solidarietà di Torino, che spalanca generosa le braccia a un popolo in fuga dalla tragedia. Sullo sfondo, la nostalgia per la terra natale, per «l'agnul dal cistiel», l'angelo segnavento del castello di Udine, che per i friulani è un po' come la Mole Antonelliana per i torinesi. Altre ondate migratorie a cavallo della seconda guerra mondiale, fino agli Anni 70, quando c'è l'inversione di tendenza che ha trasformato il Friuli da terra di emigranti ad area vincente. Fra i tanti che prendono il treno con il cuore pieno di sogni e di speranze anche Ottorino Aloisio, che a Torino si laurea in architettura e che «firma» edifici entrati nella storia urbanistica della città: palazzi, sale cinematografiche, ville, un convento, aziende. Fu tra i fondatori del Fogolar Furlan, costituito ufficialmente il 19 giugno '58 con atto del notaio Porro. Una tavola rotonda ricorderà i soci fondatori e parlerà delle prospettive del sodalizio che raccoglie un popolo che bada al sodo. Renato Romanelli Una ricorrenza folkloristica in Friuli TORINO^ 33