Monopoli
Monopoli Monopoli ADO-DADO: Ora Pro Nobis. Dado-dado: E Con II Tuo Spirito. Dado-dado: Nei Secoli Dei Secoli. Dado-dado: Santa Maria Capua Vetere. Dado-dado: San Giovanni In Persiceto. Dado-dado: Fai Cosa Buona e Giusta. Dadodado: Sono Spariti I Pellegrini. Dado-dado: Amen. ADIEU, MES PELERINS. Piangono i librai torinesi; ora dovranno rendere ai vari distributori tutto l'invenduto sulla Sindone, che non è molto, ma comunque c'è. E allora il dilemma si fa strada inesorabile: sperare in un proseguimento delle vendite nonostante la fine dell'Ostensione, o sostituire i testi sacri con quelli - i Mondiali sono iniziati! - che si pronunciano sul Dio Pallone? Ci sarà certo chi giungerà a compromessi: da una parte Nostro Signore sul lino benedetto, dall'altra Ronaldo in casacca verdeoro, stesso tavolo, vinca il migliore. ADIEU, MES PELERINS. Smontati i caratteristici gazebo bianchi da piazza Castello e dintorni, si sono immediatamente montati qua e là gli altrettanto caratteristici maxischermi, da via Nizza a piazza Solferino, da via Mazzini a via San Donato, così come in corso Dante o dalle parti - per i più avventurosi - del Traforo del Pino. Da settimane i negozi di abbigliamento sportivo della città hanno esposto in vetrina le casacche e i pantaloncini e le tute e le scarpette del Mondiale o meglio dei Mondiali e in ogni caso non del Mundial, visto che quest'anno non si gioca né in Messico né in Spagna ma nella terra del Tour: inoltre anche i tabaccai si sono attrezzati con spillette e autoadesivi, e la lezione di marketing impartita con l'Ostensione - possiamo dirlo - non è stata inutile. Certo spiace mescolare gli affari col sacro: ma il Calcio si è ormai abituato a tutto ciò (suo malgrado), e quindi vinca il migliore. ADIEU, MES PELERINS. Sarà stato per via del volume di preghiere concentratosi nel cielo sopra Torino nell'arco di questi due mesi, non lo so: ma, a parte la comparsa delle colorate aiuole di fronte a Palazzo Reale, l'altra mattina si è verificato un Evento straordinario (anche se sospetto che in realtà la cosa stia andando avanti da parecchio tempo: però non me n'ero mai accorto). In piazza Maria Teresa, sull'angolo che dà verso via della Rocca in di- rezione di piazza Vittorio, ci sono quattro telefoni pubblici: non in cabina, ma appesi a una trasparente struttura in plexiglas. Bene: quei telefoni e quel plexiglas sono, per quanto ciò sia possibile, splendenti; al loro confronto, il telefono pubblico medio torinese sembra uscito da un cassonetto della nettezza urbana alla terza settimana di sciopero dei cosiddetti operatori ecologici. I telefoni e il plexiglas all'angolo di piazza Maria Teresa invece brillano sotto il sole: perché c'è un signore che, armato di straccio e disinfettante, li PULISCE. Verso le dieci di mattina. Diciamo verso le nove e quaranta di mattina. Forse tutte le mattine. Pazzesco. Roba da filmare e conservare come testimonianza ed esempio per le generazioni future, quando i telefoni pubblici oltre che sporchi saranno anche coperti di sangue: trovandoli occupati, i paria privi di cellulare anziché aspettare uccideranno. Comunque: nel Paese con i treni più sporchi del mondo. Nel Paese con i bagni dei locali pubblici più stretti e maleodoranti, nei quali nessuno tira mai l'acqua e tutti gli uomini, liberandosi all'impiedi dei loro rifiuti liquidi organici, sporcano l'asse della tazza. Nel Paese con i giardini - sempre pubblici - più coperti di merde di cane e cartacce di tutto l'Universo. Nel Paese in cui, a proposito di merde di cane - una delle mie ossessioni, lo ammetto - non si possono fare dieci passi di seguito in una qualsiasi strada senza correre il rischio di scivolarci sopra. Nel Paese in cui ai telefoni pubblici si tagliano le cornette a colpi di cesoie. Esiste un uomo. In apparenza sano di mente. Che pulisce i telefoni pubblici e il pubblico plexiglas all'angolo di piazza Maria Teresa. Quasi un'Apparizione, oh pélerins. ADIEU, MES PELERINS. Ci si rivede nel 2000. Sempreché non abbia visto giusto monsieur de Nostre-Dame, naturalmente. Nel frattempo chissà, magari i lavori all'interno di Palazzo Carignano saranno terminati e tutto il cortile sarà di nuovo visibile; e forse si potrà andare al Museo del Cinema; e anche al Museo Egizio, sentendosi davvero in un autentico museo come quelli in cui si va in Europa, invece che in uri ripostiglio o nel retrobottega di un rigattiere, come accade oggi; e per quel tempo, chissà, a Torino potreste anche trovare la metropolitana. Va be', non scriviamo cazzate.
Persone citate: Pellegrini
Luoghi citati: Europa, Messico, San Giovanni In Persiceto, Santa Maria Capua Vetere, Spagna, Torino
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