MA LA GLOBALIZZAZIONE RAFFORZERÀ' LA DEMOCRAZIA? di Vittorio Emanuele ParsiEdmondo Berselli

MA LA GLOBALIZZAZIONE RAFFORZERÀ' LA DEMOCRAZIA? MA LA GLOBALIZZAZIONE RAFFORZERÀ' LA DEMOCRAZIA? INTERESSE NAZIONALE E GLOBALIZZAZIONE Vittorio Emanuele Parsi Jaca Hook pp. 356 L 38.000 LOBALIZZAZIONE, new age del mondo. Da quando Fukuyama lanciò l'idea della «fine della storia» la dimensione globale è divenuta un destino obbligato quanto indistinto. La profezia dice: finirà la sovranità dello Stato, l'anarchia degli scambi di mercato travolgerà le barriere politiche e territoriali. Tuttavia si segnala anche che dentro la «world economy» potrebbero permanere entità politico-culturali compatte, residui politici e antropologici ingombranti: incombe lo «scontro delle civiltà» prefigurato da Huntington. Il nomadismo della finanza «scontro delle civiltà» prefigurIl nomadismo della finanza esercita una pressione fortissima sulle strutture istituzionali e sulla forma dello Stato, specialmente nelle nazioni e nelle società avanzate. Perciò, scrive Vittorio Emanuele Parsi in un recente saggio dedicato al rapporto fra l'interesse nazionale e la dinamica globale, «diritti, equità e democrazia continuano a possedere una validità e un'estendibilità globali, oppure essi perdono irrimediabilmente di valore, così prosciugando le fonti stesse del modello occidentale di civilizzazione». Per non farsi schiacciare dall'inevitabilità della globalizzazione, occorre considerare che essa non nasce dal nul¬ la. E' un prodotto storico. Il sistema politico internazionale è dominato, nella percezione che ne abbiamo avuto fin qui, dal modello «westfaliano»: ponendo fine alla Guerra dei Trent'anni, la pace di Westfalia depotenziava il carattere religioso dei conflitti, assegnando allo Stato e alla sua sovranità il ruolo centrale. Il modello basato sulla sovranità degli Stati-nazione è durato secoli. Il fattore che trasforma alla radice questa rappresentazione del sistema internazionale, e il relativo paradigma di comportamento degli Stati, è l'affermarsi del sistema bipolare (una mima globalizzazione, divisa per due), proprio in quanto ogni area geopolitica imprimeva sui partner un insieme di vincoli indiscutibili. Ma è proprio la fine del bipolarismo UsaUrss a innescare la deriva: perché da un lato essa «ha consentito agli Stati di reimpossessarsi della propria sovranità in termini di sicurezza, di ridiventare attori della propria politica estera»; dall'altro lato, l'emancipazione riguarda anche l'economia, e la globalizzazione attacca la «sovranità economica» degli Stati, mettendo in crisi per giunta il vincolo di responsabilità politica fra élites e società nazionali, dato che senza il controllo sull'economia i programmi di governo diventano alea. E allora come ci si comporta politicamente nel grande mercato? Bisogna rammentare che «il mercato globalizzato è un mercato nuovo e diverso... che cambia prospettive e ruolo sociale di coloro che vi accedono come produttori, come consumatori e persino come risorse». E che c'è un «legame necessario» fra disordine e globalizzazione, perché per essere veramente libera l'economia ha bisogno che il potere di controllo dei governi nazionali si affievolisca. In queste condizioni il concetto di «interesse nazionale» diventa sempre più indefinibile, precario, instabile. L'autore instaura una simmetria fra situazione globale e situazione interna allo Stato, definendo l'interesse nazionale in chiave pluralista, come risultato negoziale del processo democratico: «Benché la globalizzazione renda più intricato e faticoso il processo democratico, essa impone un'ulteriore democratizzazione della politica». In un volume congegnato all'insegna del realismo, forse questa nozione è quella costruita in modo più ottimistico, con un pizzico di fiducia in eccesso sui meccanismi autoregolativi dei sistemi complessi. Edmondo Berselli COMMUNITAS ORIGINE E DESTINO DELLA COMUNITÀ' R. Esposito Einaudi pp. IS7. L 22.000 INTERESSE NAZIONALE E GLOBALIZZAZIONE Vittorio Emanuele Parsi Jaca Hook pp. 356 L 38.000

Persone citate: Destino, Esposito, Fukuyama, Huntington, Vittorio Emanuele Parsi

Luoghi citati: Westfalia