LA CAMPANA DI SPAGNA SUONA PER CHI LEGGE di Angela Bianchini

LA CAMPANA DI SPAGNA SUONA PER CHI LEGGE Parliamone LA CAMPANA DI SPAGNA SUONA PER CHI LEGGE "7^1 ERTE volte, a seguire i diI " battiti sulla guerra civile I di Spagna e sul franchi1 i smo, sorge il dubbio che \é i non di avvenimenti di sessantanni fa si parli, bensì delle gesta dei re assiri. In realtà, per sapere che cos'è accaduto davvero, servono soltanto testi dell'epoca, scritti da autori che parteciparono in prima persona. Ecco, per esempio, George Orwell, inglese, che avendo combattuto nell'esercito repubblicano, scrisse poi nel 1938, Omaggio alla Catalogna, criticando duramente il partito comunista spagnolo e l'Unione Sovietica, colpevoli di avere distrutto la sinistra anarchica, favorendo così la vittoria falangista. Accanto a lui il grande scrittore cattolico francese Georges Bernanos che fu anche lui in Spagna, tra il 1934 e il 1937, e pubblicò, sempre nel 1938, I grandi cimiteri sotto la luna, durissima accusa contro il franchismo. In Inghilterra, da dove partirono, per difendere la causa repubblicana, molti giovani intellettuali, tra i quali Stephen Spender e W.H. Auden, tutti idealmente vicini al comunismo che poi criticarono e abbandonarono, si pubblicarono i migliori studi sulla vicenda spagnola. La stessa Virginia Woolf scrisse un breve saggio dove analizzava le ragioni ideali che avevano spinto verso la causa repubblicana il nipote, Julian Bell, morto nel 1937 mentre guidava un'ambulanza. E a Gerard Brenan, anch'esso amico della Woolf, che visse in Spagna dal 1920 al 1987, dobbiamo II labirinto spagnolo, e Antecedenti sociali e politici della guerra civile, scritti nell'intervallo della Guerra civile per spiegarne le cause agli inglesi. L'esperienza della Guerra civile è al centro di Dialogo con la morte del 1938 di Arthur Koestler, che fu catturato dai franchisti, poi liberato e descrisse la sua rottura con il comunismo nel famoso Buio a mezzogiorno. Né può essere dimenticata La Veglia a Benicarlò di Manuel Azana (Einaudi, 1967, con prefazione di Leonardo Sciascia), dove l'ultimo presidente della Repubblica spagnola, alla vigilia della sconfitta, scrisse un'analisi profonda della storia sociale e politica del suo Paese, evocando gli antichi demoni di intolleranza e di settarismo. In testa all'importante contributo dell'Italia sull'argomento c'è il libro di Aldo Garosci, Gli intellettuali e la guerra di Spagna (Einaudi, 1959). A Garosci, volontario in Spagna, si deve anche la prefazione a Oggi in Spagna, domani in Italia (Einaudi, 1967) di Carlo Rossetti. Rosselli, collaboratore di Giustizia e libertà, autore di Socialismo liberale, aveva combattuto con il fratello Nello, in Spagna a fianco dei repubblicani. Fu assassinato, con il fratello, a Bagnoles-de-l'Orne, il 9 giugno 1937, da sicari dell'estrema destra francese che agivano per incarico del governo fascista italiano. E, infine, poiché nel romanzo, come dice bene Giovanni Macchia, l'amore di veridicità e verità si slancia verso un incredibile senso dell'avventura, perché non leggersi Per chi suona la campana scritto nel 1940 da Hemingway che in Spagna era andato come inviato speciale? Angela Bianchini