La Borsa silura Ina e Banconapoli
La Borsa silura Ina e Banconapoli PRIVATIZZAZIONI Dopo lo stop di Ciampi alla cordata. Volano invece le Bnl. Vertice in Mediobanca La Borsa silura Ina e Banconapoli E scommette su Bernheim alle Generali MILANO. Antoine Bernheim, il presidente delle Generali che sabato prossimo presiederà l'assemblea di bilancio della compagnia, ma dovrà poi passare al vaglio degli azionisti dal momento che il suo incarico scade, ieri mattina ha partecipato alla riunione del comitato esecutivo di Mediobanca e, nel pomeriggio, ha avuto un incontro con il vicepresidente e amministratore delegato di Generali, Gianfranco Gutty. Tanto è bastato al mercato, ossia alla Borsa, per decretare che Bernheim (che è anche vicepresidente di Mediobanca) verrà rieletto al vertice del Leone di Trieste, nonostante nell'ultimo anno egli abbia, seppure silenziosamente, parteggiato per il giovane Gerardo Braggiotti, costretto alle dimissioni da via Filodrammatici a fine dicembre, e poi passato proprio alla Lazard, la banca d'affari di cui Bernheim è partner autorevolissimo. Quanto alla riunione in Mediobanca, i partecipanti, tra cui il presidente della Comit Luigi Fausti e quello della Banca di Roma, Cesare Geronzi, l'hanno definita «di routine». Si è trattato, insomma, del solito comitato convocato ogni mese. Sul fronte romano, nel frattempo, monta il «caso Bnl» dopo il no del Tesoro al nocciolo duro proposto dall'Ina, mentre la Borsa manda al ribasso Ina e Banconapoli (che non si fonderà più con Bnl) e fa schizzare al cielo (+11,3%) la Bnl risparmio che, il Tesoro ha promesso, verrà convertita in ordinaria. Ma a tre giorni dal «grande rifiuto», cominciano le prime perplessità. Il Banco di Bilbao y Viscaza, l'unico dei tre aspiranti al nocciolo duro Bnl «promosso» (il Tesoro ha bocciato come «inammissibile» l'offerta Ina e Crédit Suisse), dichiara che «sulla Bnl possiamo solo assumere una posizione di wait and see». Fonti del Bilbao lasciano trapelare un certo «disagio» per essersi trovato da solo a correre in un progetto che aveva concordato nei dettagli con altri due partner. Pur essendo «sorpreso» il Bilbao conferma la volontà di partecipare all'operazione, pur condi¬ zionando l'ingresso in Bnl all'alleanza con un partner «forte». Da Napoli, intanto, l'amministratore delegato dell'istituto partenopeo, Federico Pepe, decreta il tramonto della fusione con Bnl e osserva: «Vedremo con Ina cosa offre il mercato bancario». Mentre esultano per il fallimento dell'operazione la Uil e la Uilca campane che insinuano un sospetto singolare, poiché affermano: «Se il progetto di integrazione dovesse eventualmente sussistere lo si potrà realizzare solo dopo aver fatto chiarezza e trasparenza sullo stato di salute di Bnl». Più argomentate le osservazioni di Gustavo Minervini, ex presidente della Fondazione Banconapoli e consigliere Ina il quale, pur dichiarando di non voler discutere «il merito delle scelte» confessa di «non comprendere completamente le ragioni che hanno indotto il Tesoro a chiudere così bruscamente la trattativa». «Credo - dice Minervini - che tra Tesoro e quanti hanno avanzato offerte per il nucleo stabile fosse in corso una trattativa, non un procedimento amministrativo, e dunque non comprendo il vizio di inammissibilità». Né comprende, Minervini, la questione «prezzo» poiché «un'offerta per il 25% di Bnl (quella dell'Ina, n.d.r.) merita altro riguardo rispetto ad offerte per quote di capitale assai più modeste formulate da investitori e istituzioni in altre privatizzazioni», tv. s.] Gianfranco Gutty
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