Tramonta lo shopping in salotto

Tramonta lo shopping in salotto «In Italia la vendita per posta non funziona». Timori per 1000 dipendenti Tramonta lo shopping in salotto Dopo «Vestro», anche «Postalmarket» chiude l'attività ROMA. E' sempre più in crisi lo shopping da salotto. Un altro duro colpo per le fedelissime della vendita per corrispondenza, solite fare acquisti per la famiglia adagiate sul sofà: dall'anno prossimo dovranno fare a meno di un fedele alleato, il catalogo «Postalmarket». Dopo la «Vestro» (Pinault Printemps) anche «Postalmarket» chiuderà i battenti: alla fine dell'anno - annuncia la Otto Versand, gruppo tedesco cui fa capo la controllata italiana Grande Distribuzione Avanzata che gestisce il catalogo - cesserà infatti l'attività per «la permanenza dei problemi strutturali» di questo tipo di ven- dite nella Penisola. Dallo stendipanni agli abiti per grandi e piccini, dai mobili agli elettrodomestici, dall'hi-fi alle calzature passando per la biancheria per la casa e le suppellettili per la cucina, «Postalmarket» lascerà così, da gennaio 1999, orfa- ne tante famiglie italiane che un po' per convenienza - almeno di tempo - e un po' per divertimento, hanno atteso il postino per ricevere il catalogo, pronte a sfogliarlo alla ricerca di quell'articolo da tempo cercato. Per loro rimarrà la consolazione di poter ancora comprare su «Euronova» (articoli per la casa) e «Bon Prix» (abbigliamento): le due società con cui la Otto Versand (presente nella Penisola dal 1989) continuerà a operare in Italia. La decisione di chiudere Postalmarket - si legge in una nota della Otto Versand - è legata alla crisi delle vendite per corrispondenza in Italia, «generalmente in diminuzione»: la Grande Distribuzione Avanzata, che nel periodo '93-'97 ha visto il proprio fatturato scendere dai 430 ai 330 miliardi di lire, ha così registrato perdite ingenti per là cui copertura l'azionista ha versato, nel solo biennio '96-'97, oltre 50 miliardi di lire. In questo datò è racchiusa la sofferenza di un settore che in Italia non è mai riuscito a decollare e ad affermarsi come nel resto d'Europa e in America. Contemporaneamente - annuncia la società - si è reso necessario un forte ridimensionamento del personale, passato dalle 1400 unità del 1993 alle 900 attuali (di cui 600 in contratto di solidarietà). A pesare maggiormente sull'attività delle vendite per corrispondenza in Italia hanno giocato ne¬ gativamente oltre alla «permanenza della crisi del settore abbigliamento, uno dei principali nelle vendite del catalogo», l'innalzamento dell'Iva (dal 16% al 20%) e «l'inefficienza dei servizi postali soprattutto per quanto riguarda garanzie, tempi e modalità di consegna». E, sempre in tema di Poste, la Otto Versand lamenta anche i «forti aumenti delle tariffe (+11% dal maggio '97 per i pacchi e +14% per i contrassegni) con l'impossibilità di recuperare i maggiori costi sui clienti». Perplessi i sindacati. «La decisione del Consiglio di Amministrazione - si legge nella nota delle federazioni sindacali del commercio di Milano di Cgil Cisl e Uil che hanno indetto per oggi una conferenza stampa - determina la perdita del posto di lavoro per circa 900 lavoratori della sede di San Bovio (Milano) e di altri 100 sul territorio nazionale». [r. cri.] «La colpa è anche dell'inefficienza del servizio postale» Un catalogo «Postai Market»

Persone citate: Bovio, Pinault Printemps

Luoghi citati: America, Europa, Italia, Milano, Roma