In Africa la tratta degli schiavi del gol
In Africa la tratta degli schiavi del gol «Predatori comprano bimbi promettenti per portarli all'estero e sfruttarne le doti sportive» In Africa la tratta degli schiavi del gol Denuncia dei missionari CITTA' DEL VATICANO. I missionari denunciano la «tratta del pallone». Ma questa volta la «tratta» non è un gioco di parole dei colleghi dello sport, è reale. Dozzine di «talent-scout bracconieri», scrive la rivista «Fides», girano per le periferie delle metropoli africane, per vagliare le doti di campione futuro di ragazzini fra gli otto e i dieci anni. Troppo felici di farsi «scoprire», i bambini; e ancora più contenti i genitori: hai visto mai che in casa c'era Pelè, e non lo sapevamo?... Ci dice padre Bernardo Cervellera, direttore di «Fides»: «In diverse periferie dell'Africa, ma non solo in Africa, sappiamo che accade anche in Brasile, ci sono questi talent-scout, diciamo, bracconieri, che vanno alla ricerca di bambini che sanno giocare bene al pallone. Naturalmente in queste periferie ce ne sono centinaia. Li comprano dai genitori per poche centinaia di franchi, al massimo mille franchi in Africa». «Schiavi in calzoncini corti», è il commento. Il lavoro più complesso per i «predatori» di talenti comincia ora. Bisogna avere una rete di complicità clandestine, per far uscire di nascosto i minori dal Paese, la Nigeria, in uno dei casi presi in esame. Oltre frontiera, il ragazzino cambia nome, ottiene nuovi documenti, e «riemerge» a una vita regolare, in qualche vivaio. Ma il suo «sponsor» resta il padrone del suo destino. Un padrone ovviamente interessato, perché ha la speranza di «rivendere» a cento milioni di franchi il possibile campioncino, una volta compiuti sedicidiciassette anni. «I genitori sono consenzienti, sperano sempre che venga fuori il Pelè di turno, il Ronaldo. E fra questi ci sono alcuni che riescono - dice padre Cervellera -. Si calcola che su due-tremila bambini che sono stati presi in questi ultimi anni, un centinaio sono riusciti a giocare in squadre di una certa caratura». Ovviamente la meta ambita è l'Europa, o comunque l'ingaggio fuori dal Continente. I campioni nige¬ riani, quelli che hanno vinto le Olimpiadi di Atlanta del 1996, e che stanno imponendosi all'attenzione di Parigi '98, giocano tutti all'estero. In patria un calciatore affermato guadagna circa trecentomila lire al mese. Il fenomeno, esploso negli ultimi due o tre anni, sta allargandosi insieme con la crescente popolarità di questo sport. Un giornalista del Camerun, citato da «Fides» ricorda che «le emozioni superficiali date dai "Leoni Indomabili", come è chiama+" la nazionale, non possono far tumenticare le tare profonde del Paese, come la crescente delinquenza giovanile. E il calcio è sentito dai bambini di strada e dai minori fuggiti dalle prigioni come una via d'uscita per sognare». I «bracconieri», che si contavano sulle dita di una mano anni fa, adesso sono dozzine, e migliaia le loro prede. Qualcuno emerge, e gli altri? «Il nostro corrispondente dal Camerun ci racconta che quelli che non riescono a trovare una sistemazione neanche nelle squadre minori ritornano, e restano lì sballati; dal punto di vista culturale è tutto un sovvertimento». Il responsabile di un centro di reinserimento per minori «difficili» a Youndé racconta a «Fides» che non sono pochi quelli che fuggono per inseguire il miraggio del campione, e si affidano ai «bracconieri». «Hanno quasi sempre un futuro rovinato, quando appendono le scarpette al chiodo». E' una nuova forma di colonialismo? Risponde padre Cervellera: «L'Occcidente in Africa non sta facendo altro che questo. Dell'Africa si interessa per quello che importa a lui. Si parla di calcio africano ai mondiali, e i nostri confratelli in Guinea Bissau ci dicono che lì tutti stanno morendo di fame, chiedono agli Stati di intervenire e non gliene importa niente a nessuno. Lo Stato italiano, e anche la Comunità europea tardano a muoversi. Dell'Africa in questi giorni interessa il calcio». Marco Tosatti Sono pagati ai genitori 300 mila lire I Paesi dove il fenomeno è più rilevante sono Nigeria, Marocco e Sud Africa Bimbi giocano a pallone nella periferia di una città africana
Persone citate: Bernardo Cervellera, Bimbi, Cervellera, Leoni Indomabili, Marco Tosatti, Pelè
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